Un briefing tecnico all'interno della Galleria Pavoncelli (Foto Aqp)

La struttura commissariale di Governo per la Pavoncelli Bis guidata dall’ingegnere Roberto Sabatelli termina il 31 maggio. Ma negli uffici dell’Unità di Missione di Bari si attendono i risvolti del Consiglio dei Ministri a Roma, -ma anche la riunione attesa in settimana che dovrà approvare lo Sblocca cantieri e il Dl Crescita- che potrebbe invece decretare il trasferimento del cantiere alla Regione Campania. “Porto avanti il mio compito fino al 31 di maggio, poi la mia missione è terminata” annuncia Sabatelli.

In assenza di altre scadenze, infatti, la struttura commissariale di Governo ha già calendarizzato le attività da portare a termine entro la data stabilita. L’11 maggio una commissione effettuerà il collaudo della Galleria di Valico, e visiterà il cantiere per le verifiche della parte idraulica. “Verificheremo il primo passaggio dell’acqua in galleria, poi sarà interrotto e si dovranno attendere tutti i passaggi dell’iter tecnico- amministrativo” continua il commissario.

Il commissario della Pavoncelli bis, Roberto Sabatelli

Esaurita la verifica della messa in esercizio da parte della commissione di collaudo, si procederà al saldo del conto e alla consegna dell’opera all’ente gestore. Intanto Roma non ha ancora sciolto il nodo su chi dovrà gestire la Galleria. La messa in esercizio infatti, è propedeutica alla firma di due accordi: la definizione dell’ente che dovrà occuparsi della gestione della galleria e l’Accordo di Programma per il trasferimento della risorsa idrica per ottemperare alle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente. Entrambi gli accordi dovranno essere firmati entro il 31 maggio.

In realtà il Commissario Sabatelli non esclude che i ritardi accumulati possano essere addebitati alla volontà del Ministero delle Infrastrutture, che ha immaginato di unire le due trattative in un unico accordo. Oltre alla verifica del collaudo della Pavoncelli, intanto, la struttura commissariale è impegnata anche sulla centrale idroelettrica. “Ho avviato le procedure, che concluderò a giorni, per attivare il cavo di collegamento dalla centrale alla cabina di trasformazione dell’Enel, previa autorizzazione da parte di quest’ultima. L’11 maggio verificherò anche il funzionamento delle turbine: ci vorrà un mese per l’allacciamento” conclude.

L’Accordo di Programma sui trasferimenti idrici rinviato dal mese di gennaio, si inserisce in una trattativa ben più ampia di governo fra le Regioni Puglia e Campania per la ridefinizione delle quote degli idroprelievi. In particolare, si dovranno definire i rapporti fra le due regioni in riferimento all’Irpinia, e poi più in generale si affronteranno i prelievi nel contesto Meridionale, che ricomprende la Basilicata, il Lazio e il Molise.

Le acque del Sele scorrono verso la Puglia dalle sorgenti Sanità di Caposele

La gestione del cantiere infatti, si concluderà con la definizione dei diritti sulle opere realizzate, che dovranno stabilire chi gestirà la centrale idroelettrica. Anche se l’Acquedotto Pugliese sarà confermato nella gestione, resta da stabilire a chi spetterà la titolarità, in quanto l’opera è stata realizzata con fondi pubblici e su terreno demaniale. La vera questione che si giocherà dunque nelle prossime settimane, e riguarda un aspetto nuovo e mai veramente affrontato fino ad oggi, ovvero il controllo delle erogazioni in Puglia, che non sono mai state affidate all’imparzialità di un soggetto terzo.

L’elemento centrale della disputa sarà proprio la capacità dei trasferimenti della Pavoncelli bis, che realizzata con le più moderne tecnologie disponibili sul mercato, gode di un potenziale enorme per il trasferimento dell’acqua dalla Campania alla Puglia. Appare ormai improcrastinabile la dotazione di un misuratore dell’acqua che attraversa la galleria in tempo reale, così come appare scontato che si procederà ad una ri-parametrazione dei trasferimenti idrici, che non potranno essere definiti senza un’attività di monitoraggio e controllo scientifici. Sarà questa la richiesta che la Regione Campania porterà al tavolo di confronto.

Tecnici dell’Acquedotto Pugliese a Caposele (Foto Aqp)

L’acqua infatti viene concessa in forza di legge, sulla base di accordi che disciplinano i trasferimenti, e quindi la quantità: la portata massima trasferibile ad oggi è di 4mila litri al secondo (le quote rappresentano un tetto massimo, non una base di partenza). La galleria dunque, non potrà essere messa in esercizio fino a quando le cose non saranno stabilite, in quanto l’unico Ente ad avere contezza della quantità di acqua trasferita ad oggi è la Regione Puglia. Non ne ha contezza la Regione Campania, nè gli ex Ato, nè l’attuale Ente Idrico Campano.

Quella della misurazione dei trasferimenti in realtà è una battaglia già sostenuta da altri, a partire dall’Ente Parco Monti Picentini, dall’Ato Calore Irpino, dalla Provincia di Avellino, dall’Alto Calore Servizi. A questo bisogna aggiungere quanto spesso sottolineato dallo stesso assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola, ovvero che dal 2017 la Puglia preleva anche una quota idrica dal potabilizzatore di Conza della Campania. Negli accordi originari il prelievo ammontava a mille e 500 litri al secondo, ridotti a 800 per evitare il depauperamento del fiume. A questi si aggiungono anche i circa 400 litri al secondo prelevati dalla Diga San Pietro di Monteverde.  Quote queste ultime, che già in forza di accordi transitori sono state ridimensionate a causa della grave siccità che negli ultimi anni sembra avere assetato l’Irpinia.


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