Giornate Fai di Primavera, 7 siti irpini aperti nel week end

Sabato 23 e domenica 24 l'Irpinia apre le porte dei suoi tesori nascosti. Il Fai- Fondo Ambientale Italiano affida agli studenti delle scuole superiori irpine la promozione e divulgazione dei siti storici e archeologici della provincia. Sette in tutto le location che hanno aderito alla Campagna 2019 e che saranno fruibili nel week end

Interno del Santuario di Montevergine, il coro ligneo

Giornate Fai di Primavera, in provincia di Avellino 7 siti aderiscono alla campagna di promozione e valorizzazione del Fondo Ambientale Italiano. Sabato 23 e domenica 24 marzo, circa mille e 100 luoghi ‘nascosti’in tutta Italia saranno aperti e resi fruibili al pubblico da parte degli studenti delle scuole secondarie, che si alterneranno nell’accompagnamento e nel ruolo di guide turistiche. Il costo dell’ingresso- meramente simbolico- è di 3 euro.

In provincia di Avellino, hanno aderito la Antica Abellinum di Atripalda, lo Specus Martyrum- chiesa di Sant’Ippolisto Martire di Atripalda, l’Acquedotto Augusteo del Serino di Cesinali, l’Altare della Sindone e Santuario dell’Abbazia di Montevergine, il Palazzo Abbaziale di Loreto di Mercogliano, la Basilica Paleocristiana S.S. Annunziata di Prata Principato Ultra, e la Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra.

Planimetria del parco archeologico di Abellinum

La antica Abellinum di Atripalda. Il parco archeologico, di circa 25 ettari, è circondato dalle mura di cinta di Abellinum. All’interno del perimetro murario è possibile riconoscere alcuni spazi tipici delle città romane: il forum, la piazza dell’antica città su cui si affacciano alcuni templi da cui provengono molti reperti conservati nel Museo Irpino (tra cui un’ara di marmo del I secolo dedicata a Tiberio); una struttura termale con calidarium detta Torre degli Orefici; una sezione dell’acquedotto romano del Serino; una domus gentilizia di 2500 m² nella quale è ancora possibile individuare gli spazi e gli ambienti tipici delle case romane come il cubicolo ornato con motivi vegetali su rosso pompeiano, e il peristilio.

Lo specus martyrum, Chiesa di sant’ippolisto martire

Specus Martyrum – Chiesa di Sant’ Ippolisto Martire di Atripalda. Intorno agli anni Ottanta, nel cuore di Atripalda, l’antica Abellinum, fu scoperta una necropoli romana con sepolture disposte su più livelli. Lo strato superiore della necropoli si scoprì ospitare sepolture di età paleocristiana, testimoniando così non solo la presenza della necropoli sotto il centro storico della città moderna, ma anche un utilizzo ininterrotto del cimitero. All’interno della necropoli furono individuati anche i resti di quella che doveva essere una grande basilica del IV secolo d.C., periodo di forti persecuzioni contro i cristiani.

Acquedotto Augusteo del Serino di Cesinali. Le acque irpine concorrevano ad alimentare il grandioso sistema di distribuzione idrica sotterranea di Neapolis, caratterizzato dalle centinaia di caverne sotterranee intercomunicanti, risalenti ai tempi della fondazione greca e utilizzate fino alle soglie dei tempi moderni. L’Acquedotto Augusteo, che aveva origine nel territorio dell’antica Abellinum (oggi Atripalda), riforniva quasi tutte le altre città della Campania. Il Fons Augusteus, partendo dalla sorgente detta oggi Acquaro, in territorio di Serino, raggiungeva l’area vesuviana, quindi Napoli e l’area flegrea, percorrendo quasi cento chilometri, ed è il più lungo acquedotto costruito nei territori dell’Impero, se si considerano le diramazioni principali.

Altare della Sindone e Santuario Abbazia di Montevergine di Mercogliano. L’origine del complesso monastico di Montevergine risale al 1126, ad opera di S. Guglielmo da Vercelli, le cui virtù attrassero uomini e donne, discepoli e sacerdoti, così che Montevergine si trasformò nel Santuario mariano più famoso e visitato dell’Italia Meridionale. La Basilica Antica presenta un bel portale gotico in marmo di fine del XIII secolo, fatto costruire dagli Angiò di Napoli. All’interno spiccano il baldacchino romanico-cosmatesco; la Cappella della Schiodazione, che prende il nome dalla copia della celebre tela di Rubens, il coro ligneo situato alle spalle dell’altare maggiore, datato al 1573 ed eseguito dalla bottega di Benvenuto Tortelli, e l’organo ottocentesco. L’annesso Museo dell’Opera espone splendide tavole medievali, come la Madonna in Maestà (sec. XIV) di scuola senese, l’ex-voto di Margherita di Savoia (sec. XV), la Madonna del Latte (sec. XII), nota come Madonna di San Guglielmo, prima icona venerata nel Santuario, la collezione di icone orientali.

 

Il complesso abbaziale del Loreto di Mercogliano

Palazzo Abbaziale di Loreto a Mercogliano. Il Palazzo, ricostruito sui resti dell’antico edificio medievale tra 1733 e 1749, serviva come residenza dell’Abate e dei Padri Benedettini di Montevergine. Il progetto originario a pianta ottagonale, elaborato da Domenico Antonio Vaccaro, venne portato a termine in versione più sobria da Michelangelo De Blasio. Tra i locali più interessanti degni di menzione sono la Clausura monastica con la Sala del Capitolo ed il Refettorio, la Farmacia, con la collezione di “albarelli” (i vasi in maiolica decorata per la conservazione delle erbe medicinali), un ricco Archivio con circa 7000 pergamene databili a partire dal X secolo d.C., la Biblioteca contenente più di 200.000 volumi, un aggiornato e funzionale istituto di cultura aperto al pubblico, la “Premiata Fabbrica di Liquori” dei Padri Benedettini di Montevergine, la Cantina ed un laboratorio di apicultura per la produzione del miele.

Basilica Paleocristiana SS. Annunziata di Prata Principato Ultra. Poco fuori dell’abitato, recentemente restaurata e studiata quale preziosa testimonianza di età longobarda, conserva avanzi di una catacomba paleocristiana e una basilica probabilmente del secolo VI: monumenti tra i più antichi e pregevoli dell’Irpinia. La catacomba e la basilica sono storicamente legate alla penetrazione e all’affermazione del Cristianesimo nella vicina Abellinum, che fu sede dei primi vescovi, come attestano le fonti letterarie ed epigrafiche e i recenti scavi archeologici riferibili a una basilica paleocristiana in località Capo la Torre.

A destra Palazzo Orsini, sede del Comune di Solofra. A sinistra la Collegiata di San Michele, uno dei simboli della città di Solofra

Collegiata di San Michele Arcangelo di Solofra. Splendido luogo di culto costruito all’inizio del ‘600. Scrigno d’arte contenente le tele di Giantommaso Guarino e del figlio Francesco, famoso pittore solofrano della scuola napoletana del seicento.


LEGGI ANCHE:

Sorgenti e acquedotti presi d’assalto per la giornata FAI

 

 

ARTICOLI CORRELATI