Il Presidente della Provincia, Domenico Biancardi

Biancardi non scioglie ancora il nodo dell’assegnazione delle deleghe. L’atteso vertice di maggioranza, che si sarebbe dovuto tenere ieri pomeriggio a Palazzo Caracciolo, prima della seduta di consiglio provinciale, è saltato. (Leggi l’articolo)

Se le motivazioni ufficiali del rinvio sono da addebitarsi agli impegni istituzionali del presidente dell’ente, è innegabile che nell’area di governo si registri una difficoltà a trovare la quadra.

Il riassetto politico ed organizzativo interno resta in alto mare. Il punto più delicato da definire è quello del coinvolgimento nella gestione amministrativa della compagine moderata di Proposta civica per l’Irpinia, la lista promossa dal consigliere regionale Vincenzo Alaia, che alle scorse elezioni provinciali ha conquistato tre seggi ed il primato di principale gruppo della maggioranza.

La facciata di Palazzo Caracciolo, sede della della Provincia

Ma la lista non è politicamente omogenea alle posizioni della coalizione di centrodestra, che ha lanciato e sostenuto la candidatura di Biancardi, annoverando al suo interno presenze di entrambi gli schieramenti ed anche esponenti che hanno votato l’avversario dell’attuale presidente della Provincia, il sindaco di Solofra, Michele Vignola.

D’altra parte, Proposta civica ha già incassato, e subito dopo l’insediamento dell’amministrazione, la vicepresidenza, affidata al sindaco di Candida, Fausto Picone, suscitando i malumori del centrodestra, che ha quindi sollecitato un riequilibrio, con l’assegnazione delle deleghe più significative.

Ma Biancardi ha preferito allungare i tempi, forte anche dei precedenti consumatisi sotto la guida di Domenico Gambacorta.

A differenza del suo predecessore, però, che ad un certo punto del mandato ha allargato il livello esecutivo, assegnando le deleghe anche ai suoi avversari di centrosinistra, il numero uno della Provincia ha compiuto, dichiarandolo pubblicamente, una netta scelta di campo: nella gestione diretta delle competenze dell’ente sarebbero stati coinvolti soltanto gli esponenti di maggioranza, fermo restando la collaborazione istituzionale con tutti i consiglieri.

Nonostante fosse il candidato del centrodestra, pure se proveniente da un’area moderata e benché avesse partecipato come esterno alle primarie del Pd del 2017, schierandosi con la mozione Orlando, durante la campagna elettorale si è sempre presentato con un profilo “civico”, offrendosi come “sponda alternativa” per tutti gli amministratori scontenti.

Una posizione non sempre gradita e tollerata dai partiti conservatori, ma anche da quelli progressisti, e dagli stessi consiglieri di maggioranza del centrodestra.

Altra questione da affrontare, poi, per Biancardi è quella del consigliere Pd, Gerardo Galdo, vicino all’ex consigliere comunale di Avellino, Gianluca Festa, che lo avrebbe sostenuto, anche se non ufficialmente. Anche a lui potrebbe essere riconosciuta una delega. Non è un caso che in questi mesi avrebbe partecipato alle riunioni formali ed informali, non molte per la verità, della maggioranza.

Per evitare strappi, quindi, il presidente della Provincia ha evitato di affrontare il problema, preferendo cimentarsi immediatamente completamente nel lavoro amministrativo, anche se da solo, puntando al consolidamento dell’immagine e del ruolo, prima di sciogliere il nodo. Ma il momento della verifica non sembra essere ancora giunto.

Soltanto il clima ovattato dell’amministrazione ed i poteri monocratici previsti dalla legge hanno impedito polemiche rumorose e fratture nell’area di governo.

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