LIBRI. “Nemico, amico, amante…” di Alice Munro

Un libro di racconti, ognuno simile a un piccolo romanzo, una sorta di ”flash di vita”, in cui i protagonisti, che conducono una vita quotidiana apparentemente normale, vengono ad un tratto colpiti da un evento inaspettato che li trasforma

Nemico amico amante

LIBRI. Recensione di Ilde Rampino

Un libro di racconti, ognuno simile a un piccolo romanzo, una sorta di ”flash di vita”, in cui i protagonisti, che conducono una vita quotidiana apparentemente normale, vengono ad un tratto colpiti da un evento inaspettato che li trasforma, mentre la realtà intorno a loro assume una valenza diversa. I difficili rapporti famigliari, semplici gesti che all’interno di una situazione già precaria innescano spirali strane di indifferenza e portano a volte a contrasti insanabili sono solo alcuni degli elementi, attorno a cui si intrecciano le varie vicende. Il titolo prende spunto da una filastrocca che due ragazzine dicevano, per indovinare il nome del loro futuro sposo, narrata nel racconto che dà inizio alla raccolta, ma potrebbe rappresentare anche la ricerca dei ruoli che ogni personaggio tenta di carpire, all’interno della propria realtà.

L’amore, nelle sue più diverse sfaccettature, è il leit-motiv di questa raccolta e delinea i moti dell’animo dei vari personaggi. Il tempo che trascorre inesorabile e l’insoddisfazione che ne deriva per una donna sembra che la ferisca nel profondo e la spinge a compiere dei gesti, che potrebbero sembrare assurdi, ma fanno parte della sua natura “materna”, nel prendersi cura di qualcuno che lei ritiene abbia subito un’ingiustizia e fargli recapitare i mobili è un modo per ovviare a ciò e fornirgli qualcosa di stabile. Il desiderio di accudimento, di dare una possibilità a qualcuno in difficoltà porta Jinny, la protagonista del secondo racconto, ad accogliere giovani detenuti nella sua casa, ma un serio problema di salute crea priorità inaspettate e una sensazione orrenda di precipitare.

Le cose che, nella vita normale di un tempo, non avrebbe fatto le appaiono dense di significato e accetta una passeggiata con un giovane sconosciuto su un ponte galleggiante, che in fondo rappresenta la sua vita, in bilico tra eccitazione e disperazione, mentre si abbandona a una leggerezza indulgente dopo un bacio.

I “mobili di famiglia”, nel terzo racconto, ciò che resta come un’eredità dolorosa, legata al ricordo di una malattia, ma anche al desiderio di vivere una vita normale senza essere compatita diventa una traccia di ricordo che si vorrebbe trasmettere attraverso le parole, ma non è possibile, perché i segreti della propria anima hanno bisogno di silenzio. La malattia è anche il tema del quarto racconto, in cui vi è un sospetto di suicidio di Lewis, costretto sulla sedia a rotelle e sua moglie rivede la sua camera, cercando disperatamente una lettera d’addio, senza trovarla, poi decide di spargere le sue ceneri, anche se sapeva che egli non avrebbe voluto: il “conforto” che dà il titolo al racconto è il dialogo con il suo medico, alla ricerca di verità, provando sensazioni strane, ma si sente tranquilla, perché sa che “i loro matrimoni li avrebbero protetti”.

I ricordi di un’infanzia serena e intensa in campagna caratterizzano le pagine di un altro racconto, attraverso cui viene rivissuto un incontro importante, condividendo il senso di avventura dei giochi con i maschi, l’affacciarsi e il nascere di un affetto, l’ammirazione e un sentimento per Mike, il suo compagno di giochi. Quando egli se ne va, perché è terminato il lavoro affidato al padre, la protagonista avverte delusione e amarezza, ”non avevo idea di come potesse essere un’assenza”. Dopo anni di una vita piena di solitudine, lo rivede e il suo desiderio è purificato e trasformato in un ardore pacato. Il loro sentimento sembra rivivere nella furia di un temporale, in cui, per rifugiarsi si nascondono in una piccola radura dove vengono punti dalle ortiche.

La confessione di un suo dolore sembra unirli, ma è solo un’illusione. Il rapporto difficile tra due coniugi viene esacerbato, in un altro racconto, dalla comparsa di due persone che con la presenza imbarazzante di una e il velato corteggiamento dell’altra sembrano intrecciare le loro esistenze in un labirinto inestricabile, che crea disagio alla protagonista Lorna, ma al contempo vivifica una relazione che sembrava non avere più sbocco.

E’ fondamentale, in questi racconti della Munro, il valore dato ai rapporti parentali, soprattutto tra sorelle, come in “Queenie”, in cui il loro legame è messo in pericolo da scelte avventate, da momenti difficili e di incomprensione, ma anche da riconciliazioni e abbandoni che rispecchiavano la loro vita e non spezzavano il filo che collegava le loro esistenze. E il dolore sembra offrire un’alternativa, nel racconto “Quello che si ricorda”, una scappatoia alla sofferenza di una morte troppo precoce che non si riesce ad affrontare e ci si può perdere e recuperare, all’ultimo momento, la dignità perduta. La raccolta si chiude con la vicenda piena di sensibilità e scelte che possono sembrare fuori luogo, ma che sono la dimostrazione di un profondo sentimento, quello di Grant per sua moglie Fiona, che è colpita dalla perdita di memoria. Ormai anziani, devono fronteggiare questa situazione e la decisione di Grant di far ritornare Aubrey, l’uomo con cui Fiona sembra aver ricreato un mondo in cui è felice all’interno della casa di riposo, si può considerare come un’ultima, forse la più importante, prova di amore.


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