Pronta l’Azienda Zootecnica. Privati e istituzioni, tutti i nomi

DOPO DUE ANNI DI CONTATTI E RIUNIONI PRENDE FORMA L'INIZIATIVA NELL'AMBITO DEL PROGETTO PILOTA. Consegnato il progetto il 21 febbraio scorso, l'Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno e il parterre pubblico privato attende l'istruttoria per formalizzare la nascita dell'Associazione Temporanea di Scopo

Tredici privati, 25 amministrazioni comunali e tre soggetti pubblici. L’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno ha presentato la candidatura del progetto dell’Azienda Zootecnica dell’Alta Irpinia a valere sulla misura 16.7 del Piano di Sviluppo Rurale preposta all’area pilota della Strategia delle Aree Interne. Il 21 febbraio scorso, l’ente capofila del progetto, incaricato dall’ufficio di presidenza dell’assemblea dei sindaci di Nusco, ha depositato il fascicolo per concorrere alla pianificazione e costruzione di quella che è stata definita Azai- Azienda Zootecnica dell’Alta Irpinia.

L’assemblea dei Sindaci che fanno parte del Progetto Pilota dell’Alta Irpinia, nell’ambito della Strategia delle Aree Interne

Ad oggi, depositata la documentazione, l’istituto Zooprofilattico e il parterre pubblico privato già designato, attende l’istruttoria della Regione Campania e la valutazione positiva. In quel caso, si procederà davanti al notaio alla firma della costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo con i 25 comuni e i 12 soggetti privati, per definire la soggettività giuridica, prima di entrare nel vivo dei lavori e calendarizzare le iniziative.

Prima della definizione dello studio di fattibilità, l’Istituto di Portici e la cabina di regia del progetto guidata da Alfonso Gallo ha esaminato le criticità del comparto emerse dalle schede allegate nell’Accordo di Programma Quadro redatte già nel 2016, che registravano la frammentazione delle aziende, la scarsa collaborazione, la difficoltà nel gestire le procedure per la valorizzazione della qualità delle produzioni, ed altro.

La progettualità messa in campo si avvale di due azioni: la prima concerne la redazione di uno studio di fattibilità, con l’approfondimento di tutte le criticità, partendo dalle indicazioni del focus della Strategia, per poi dedicarsi all’animazione, ovvero alla convocazione degli operatori del settore con incontri pubblici, per fare emergere quanto riscontrato negli anni nel comparto.

La seconda azione invece, è di tipo strutturale e prevede un finanziamento che però non sarà spalmato sulle aziende, ma di cui ne beneficeranno indirettamente: il finanziamento sarà gestito dal soggetto capofila che servirà a definire il processo per migliorare le criticità che insistono, e a finanziare ad esempio, un piccolo caseificio di comunità, qualora le aziende stesse dimostreranno la volontà di riunirsi in cooperativa; oppure un’azione di marketing, qualora la priorità fosse incentivare il commercio. Le linee di indirizzo dunque, saranno modellate in base a quanto emergerà dallo studio preliminare.

La vera novità espressa dall’ufficio di Portici è che il partenariato dei privati che oggi include 13 aziende, potrà essere ampliato in base all’esito dello studio di fattibilità. Alla manifestazione di interesse pubblicata ad ottobre scorso, hanno risposto 13 aziende, e soltanto uno non è stato ammesso per decorrenza dei termini. Di queste, 9 sono aziende zootecniche, 2 orticole e 1 impegnata nell’allevamento di conigli.

I fondi a disposizione previsti dalla misura del Psr ammontano a 200 mila euro per lo studio di fattibilità, e 300 mila euro per l’azione di definizione delle linee di indirizzo, anche se la cabina di regia dell’Istituto Zooprofilattico, di concerto con la struttura del progetto pilota lavorerà per intercettare altri fondi strutturali per integrare il budget. Il percorso dello studio di fattibilità si concluderà in 24 mesi: un periodo di tempo in cui è previsto non solo l’ascolto degli operatori coinvolti, ma anche le esperienze positive già sperimentate nelle aree interne del Piemonte e dell’Emilia Romagna.

Fra le aziende inserite oggi nel costruendo partenariato ci sono le aziende agricole di: Aldo Carbone di Montella, Benedetto Cestone di Calitri, l’azienda Carrafone di Graziella Ciccone di Nusco, Giovanni Colicino di Montella, Maria Rosaria Di Conza di Nusco, Carlo Pizza di Lioni, Azienda Biancaniello di Torella dei Lombardi, Angelo Ciccarella di Bisaccia, Agrizootecnica Cunagri di Giovanni Storti di Torella dei Lombardi, Antony Luongo, la Società cooperativa Agricola Pecorino Bagnolese, e la società Resource Srl di Napoli- ovvero una società di servizi per l’agricoltura.

Nessuna delle aziende avrà una dotazione finanziaria, che invece sarà gestita dai tre soggetti pubblici, ovvero dall’Istituto Zootecnico che è capofila del progetto, dal centro di ricerche Crea Di Bella, e dall’Ordine dei Medici Veterinari di Avellino. Quest’ultimo è stato indicato come “portatore di interesse” in grado di mettere in comunicazione l’attività di consulenza per le aziende con il servizio di controllo dell’Asl di Avellino.

Nell’ambito degli incontri infatti, il progetto prevede il coinvolgimento dell’ordine irpino per avere un confronto diretto sulle possibilità di miglioramento delle azioni che si andranno a svolgere.


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