Il Presidente del Consorzio Psi di Avellino, Vincenzo Sirignano

«Potenziamento dei collegamenti ferroviari ed efficientamento energetico delle aree industriali rientranti nella Zona Economica Speciale sono le priorità sulle quali ci stiamo attivando». Lo ha affermato il presidente dell’Asi di Avellino, Vincenzo Sirignano. (Leggi l’articolo)

Strutturare e rafforzare le vie di comunicazione è una delle missioni strategiche per la valorizzazione della Zes. Come vi muoverete?

«In generale, la realizzazione e l’ammodernamento delle infrastrutture e delle vie di comunicazione è un passaggio fondamentale per la crescita delle attività produttive e commerciali e per lo sviluppo del territorio. In particolare, in Irpinia è da tempo aperta una partita per il ripristino ed il potenziamento delle strade ferrate, ad uno con il collegamento alle grandi direttrici di traffico. Per quanto riguarda la Zes, sono previsti incentivi per il trasporto ferroviario. Il nostro obiettivo, dunque, è creare un raccordo alle linee adeguato alle esigenze delle aziende e dei flussi commerciali».

Quali sono i passaggi previsti?

«Stiamo effettuando uno studio per analizzare traffici e  quantitativi delle movimentazioni di merci, in modo da effettuare le valutazioni tecniche per gli interventi necessari. Sulla base dei rilievi e dei calcoli verrà approntato un progetto per la connessione con la piattaforma logistica della Valle Ufita. Ma non è tutto».

Dica pure…

«Nelle prossime settimane organizzeremo un convegno pubblico sul tema con la partecipazione di Costantino Boffa, già parlamentare e responsabile per Invitalia delle Relazioni Socio-Istituzionali del Cis (Contratto istituzionale di sviluppo), in veste di consigliere del presidente della giunta regionale, Vincenzo De Luca, per le tematiche inerenti la realizzazione della linea ferroviaria Napoli-Bari, con riferimento alle opere infrastrutturali, ai progetti di sviluppo e riqualificazione dei territori interessati e ai connessi Accordi di programma con gli enti competenti».

Quali sono le altre priorità sulle quali intendete intervenire?

«Sicuramente la questione dell’efficientamento energetico delle aree industriali. Proprio ieri si è tenuta a Napoli una riunione dell’Assessorato regionale alle Attività produttive per mettere a punto una serie di misure tese all’innovazione delle infrastrutture di approvvigionamento, con specifici finanziamenti. Martedì prossimo la giunta di Palazzo Santa Lucia dovrebbe approvare una delibera per la copertura finanziaria degli interventi destinati alle Asi».

Siete pronti a coinvolgere nella programmazione delle azioni da mettere in campo tutti gli attori del territorio, dalle parti sociali alle rappresentanze istituzionali?

«Sì, non c’è dubbio. E’ assolutamente necessario coinvolgere tutti per la definizione di un piano strategico. La Zes rappresenta un’occasione da non perdere e vanno quindi programmate le azioni più opportune per attrarre investimenti e renderli produttivi, gestendo al meglio incentivi e benefit alle imprese, facendole conoscere alle aziende che intendono insediarvi».

La diffusione delle informazioni e l’assistenza agli investitori dovrebbe essere effettuata dallo sportello che sarà organizzato a Pianodardine. A che punto siamo?

«Chiarite le modalità organizzative dell’ufficio ci attiveremo rapidamente per allestirlo e renderlo operativo. Lo sportello dovrebbe diventare il punto d’ascolto e l’interfaccia diretta con il mondo delle imprese».

Tra le organizzazioni sindacali c’è una crescente preoccupazione sulla possibilità che le opportunità offerte dalla Zes possano essere utilizzate da aziende in difficoltà, altrove localizzate, che abbiano intenzione di ricollocarsi per sfruttare gli incentivi. Come si può scongiurare un simile rischio?

«Attraverso l’individuazione di criteri stringenti per l’insediamento nelle aree industriali Zes, analizzando le reali potenzialità e gli obiettivi degli investitori e predisponendo controlli adeguati».

Intanto, nei giorni scorsi, è stata annunciata la chiusura dello stabilimento della Novolegno di Arcella. Che ne pensa?

«Quando un’azienda chiude i battenti è una cattiva notizia, che non può che dispiacerci. Una ferita per i lavoratori coinvolti e per l’economia locale. Augurandoci che la vertenza in atto possa dare i frutti sperati, dobbiamo però pensare in caso contrario ad una riconversione dello stabilimento. In questo momento, comunque, va tenuta alta l’attenzione sul la vicenda e sulle prospettive alternative».

La vicenda ha rinfocolato la discussione sulla tutela di lavoratori e cittadini rispetto alle produzioni con un forte impatto ambientale sul territorio. Come si possono tenere in equilibrio da una parte le legittime richieste di garanzie delle comunità locali e dall’altra l’esigenza occupazionale e produttiva?

«Il rispetto dell’ambiente è un tema fondamentale di cui si deve tener conto, ma è altrettanto importante la soddisfazione della domanda occupazionale. Nella programmazione degli interventi per lo sviluppo del territorio si debbono valutare tutte le esigenze, facendo in modo di non esasperare i toni. Lo sguardo non può che essere complessivo ed i problemi vanno affrontati con lucidità, per individuare le soluzioni idonee».

 

ARTICOLI CORRELATI