Il Governatore Vincenzo De Luca, Commissario per il Piano di Rientro della Sanità in Campania e, a sinistra, il consigliere delegato Enrico Coscioni

La Sanità della Campania non può essere più soggetta a commissariamento, essendo stati risanati i conti ed avendo superato la soglia dei 160 punti nella griglia Lea, i livelli essenziali di assistenza. Con queste motivazioni la Regione Campania ha avviato la diffida formale al Governo, perché riunisca il Consiglio dei Ministri e certifichi la fine del commissariamento, restituendo i pieni poter al Governatore.

Come ha preannunciato la scorsa settimana alle agenzie di stampa, il Presidente della Giunta regionale della Campania Vincenzo De Luca intende chiudere entro marzo la partita sul commissariamento, assumendo da subito i pieni poteri nel settore più delicato, dopo quasi dodici anni di poteri straordinari.

Si tratta di una scadenza obbligata, in considerazione della data concordata tra la Conferenza delle Regioni e il Ministero per la conclusione dell’iter di approvazione del cosiddetto Patto della Salute 2019, fissata alla data limite del 31 marzo 2019.

La stessa Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nella riunione del 13 dicembre, aveva approvato un ordine del giorno con il quale si richiama il Governo al rispetto dei pronunciamenti della Consulta in materia di Sanità, in particolare chiedendo di condividere la decisione in quella sede sul futuro della Sanità in Campania.

«Si ritiene necessario rispettare il pronunciamento che impone al tavolo convocato per il Patto della Salute la discussione sulla conferma o l’eliminazione del regime straordinario, portato avanti da quasi dieci anni, attraverso Piano di Rientro e commissariamento», si disse, esortando il Ministero «a prendere atto dei dubbi sollevati dai giudici costituzionali di fronte ad un prolungarsi della sospensione dei poteri ordinari, in luogo del libero esercizio della potestà democratica sottratta con il commissariamento agli elettori».

Dunque, sia il Governatore Vincenzo De Luca, che il Ministro Giulia Grillo sanno che una decisione dovrà essere presa al più tardi entro il 31 marzo in sede di Patto della Salute e, questa volta, solo carte alla mano.

«LIVELLI ESSENZIALI, CAMPANIA ADEGUATA AGLI STANDARD NAZIONALI». La mossa di De Luca, che annuncia di avere raggiunto il diritto al ripristino delle prerogative costituzionali democratiche in materia di servizio sanitario, peraltro in una fase avanzata di confronto sull’autonomia regionale, a questo punto è definitiva. In caso di esito negativo da parte del Ministero alla richiesta che arriverà entro venerdì a Roma si aprirà un conflitto formale, non solo davanti alla Corte Costituzionale. I termini adoperati da Vincenzo De Luca nelle sue esternazioni dei giorni scorsi rivelano l’intenzione di porre all’attenzione dell’opinione pubblica e di tutte le possibilità autorità competenti quella che intende come una ostilità politica. Le carte che riconsegneranno i poteri ordinari alla Campania, sostiene il Governatore, sono quelli prodotti dai tavoli ministeriali di controllo. «Abbiamo raggiunto e superato la soglia dei 160 punti nella griglia Lea, che è l’obiettivo nazionale. Eravamo a quota 104 nel 2015, siamo a 163 oggi. Non c’è più motivo per mantenere il commissariamento, tranne lo squadrismo», aveva dichiarato.

DE LUCA IN PRESSING. Nel frattempo negli ambienti ministeriali e istituzionali della Sanità si è aperta una discussione sull’utilità del commissariamento come strumento per sanare eventuali inefficienze del servizio regionale, considerando le conseguenze devastanti che il Piano di Rientro determina laddove viene dichiarato. Lo stesso Governatore della Campania ha rilevato con soddisfazione le posizioni espresse sia dal Sottosegretario alla Salute Luca Coletto, che del Presidente della Commissione Salute del Senato Pierpaolo Sileri e dal Direttore Generale di Agenas Francesco Bevere. «Leggiamo le dichiarazioni di esponenti del governo che sollevano il tema della necessità di una revisione delle modalità di affiancamento alle Regioni e dei commissariamenti in sanità», aveva affermato con una nota nei giorni scorsi. «Apprezziamo il fatto che comincia ad affermarsi una logica di razionalità e correttezza». Anche in quel caso, la sottolineatura sulla posizione della Campana è arrivata puntuale. «Ovviamente per quanto riguarda la Campania, siamo fuori ormai dal piano di rientro, non essendoci più alcuna ragione perché questo piano permanga. Attendiamo e ne sollecitiamo solo la ratifica formale da parte del Governo».​

Ora la parola passa ai Ministeri e al Consiglio dei Ministri.


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