La pizza in volo realizzata in mongolfiera lo scorso novembre ha un obiettivo e uno sviluppo ulteriore. L’idea bizzarra di Maurizio Stanco, anni 37 di Frigento, dall’altezza di 1200 metri circa è atterrata per concretizzarsi in una prospettiva. Un laboratorio di pasta “alternativa” gourmet da presentare ai pizzaioli italiani ma soprattutto internazionali. Passione, esperienza e spirito imprenditoriale che contano diventare start-up entro fine anno.
Maurizio, da dove le è venuta l’idea di realizzare una pizza in volo?
“Dalla passione per l’aria e dall’arte della pizza. Sembrano due cose lontane ma possono viaggiare insieme. Mi piace volare e ho quattro brevetti: parapendio, paramotor, delta a motore e idrovolante. Poi ho lavorato per anni come tecnico e consulente”.
Come si può esercitare la professione di consulente legata al mondo della pizza?
“Sono stato riferimento per il Centrosud di un’azienda del posto che produce farine. Ho aiutato le pizzerie a crescere, a diversificare l’offerta dell’impasto, a migliorarsi e sperimentare nuovi gusti”

Ovvero?
“Ad esempio l’impasto multicereali e tutte le tipologie di impasto alternative a quello tradizionale”.
Il volo con pizza in mongolfiera come lo colloca nella sua vita professionale?
“Guardi nel settore c’è una competizione molto forte. Ho invitato i pizzaioli in giro per l’Italia. Uno per ogni Regione. Il mio messaggio innanzitutto è stato quello di rompere una consuetudine consolidata nel settore. Cioè la sfida a volte esasperata. Credo nell’amicizia, ma davvero. Quindi l’ho fatto perché come le dicevo mi piace volare e lavorare la pizza ma anche per vedere i vari pizzaioli tutti insieme. Per una volta. Spero il messaggio tra tutti noi del settore sia arrivato”
Adesso di cosa si occupa?
“Sto lavorando ad una start – up. Entro fine anno partirà una piccola realtà. Un laboratorio in cui realizzerò impasti alternativi per pizza gourmet. Ho depositato il marchio. Adesso sto lavorando al resto. Non è semplice avviare una realtà in proprio nel Mezzogiorno”
Quindi non farà più pizze….
“Guardi nel tempo ho compreso l’importanza delle materie prime, della farina. Il settore non è poi così banale. Occorre studiare, aggiornarsi, sperimentare. Soprattutto credo che ad un certo punto si possa partire e investire su se stessi. Ho il pallino dell’imprenditoria e proverò a praticarlo nel settore in cui ho maggiore competenza”.

A chi pensa di rivolgersi? Una buona pizzeria, l’impasto si presume lo prepari da sé…
“Si è vero. Il mio obiettivo è semplificare un lavoro lungo e vendere soprattutto all’estero. Dietro una pizza c’è un lavoro che parte anche 15 ore prima, tra impasto e cottura finale. Per le preparazioni alternative, molti non le considerano per un fatto di costi, attrezzature e tempo. Però se trovano un fornitore potrebbero pensarci. Soprattutto però la mia ambizione è quella di rivolgermi principalmente oltre confine”
Da dove nasce questa dedizione per gli impasti?
“Da lontano. Da quando ero piccolo. Ci giocavo con la pasta. Poi ho lavorato da sempre e ho mantenuto questo profilo”
Lei ha incontrato pizzaioli molto noti. Tra gli altri Luciano Sorbillo. Cosa ha dato e cosa ha imparato dagli altri?
“Ho avuto modo di apprezzare molto l’umiltà. Professionisti davvero in quota mi hanno stupito per la grande semplicità”.
Buon lavoro.
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