La sede dell'Alto Calore, in corso Europa ad Avellino

Alto Calore, per Ciarcia si riparte dalla ricapitalizzazione. L’alternativa: il mutuo di Cassa depositi e prestiti. I comitati civici propongono l’intervento finanziario delle istituzioni e la trasformazione in azienda speciale. Queste le ipotesi in discussione. Spetterà a Governo e Regione dare risposte. Dopo una lunga fase preparatoria, è giunto l’appuntamento con il tavolo istituzionale per la definizione di una strategia di risanamento dell’Acs e di salvaguardia della gestione pubblica dell’acqua in Irpinia.

Il Vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio

Alla riunione, prevista per lunedì mattina presso Palazzo Caracciolo, sono stati invitati il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia, il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, Andrea Cioffi, il vicepresidente della giunta regionale, Fulvio Bonavitacola, il presidente della Provincia, Domenico Biancardi, il commissario prefettizio del Comune di Avellino, Giuseppe Priolo, i sindaci di altri Comuni sanniti, i vertici dell’Eic, Ente idrico campano, don Vitaliano della Sala, in rappresentanza della Diocesi di Avellino e i coordinatori dei comitati per l’acqua pubblica, Annamaria Pascale ed Aldo D’Andrea.

Per l’amministratore dell’azienda idrica, Michelangelo Ciarcia, la discussione riparte dal Piano di risanamento, elaborato dallo studio Pozzoli: «Il punto critico da affrontare è l’indebitamento della società, che è arrivato a 140 milioni di euro, che abbiamo proposto di affrontare con un aumento di capitale, in due tranche, per un totale di 50 milioni di euro. In presenza di una difficoltà da parte dei Comuni soci a sottoscrivere le nuove quote e non essendovi la volontà di aprire all’ingresso di soci esterni, che muterebbe la natura stessa dell’azienda, con l’eventuale partecipazione di privati, si è reso necessario valutare altre strade. L’unica ipotesi che considero praticabile è quella di un mutuo trentennale della Cassa depositi e prestiti per lo stesso importo».

Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore Servizi, gestore idrico in Irpinia e gran parte del Sannio

L’alternativa prospettata dal numero uno di Corso Europa, almeno in teoria, appare percorribile. Si attendono però le indicazioni degli altri attori della partita e soprattutto un impegno di governo nazionale e giunta regionale. Il primo potrebbe agevolare l’ipotesi del mutuo, la seconda invece è stata chiamata in causa dal presidente della Provincia, per un supporto finanziario all’operazione, anche con l’ingresso nella compagine societaria, guardato invece con sospetto dalle associazioni, che temono la presenza di Palazzo Santa Lucia, ritenuto troppo sensibile alle esigenze dei privati, volendo scongiurare una perdita di controllo da parte della comunità locale sull’azienda. Alla Regione, inoltre, potrebbe essere presentato il conto delle spese di manutenzione sostenute in tutti questi anni dall’Alto Calore sulla rete adduttrice dell’acquedotto, di proprietà dell’ente, e della disparità di trattamento ricevuta rispetto ad altri territori.

L’assessore regionale all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola, Vice presidente della Giunta della Campania

Ma in questa querelle Bonavitacola ha seguito sinora sempre un percorso ben preciso e rigido: pronto a sostenere a parole il risanamento dell’Acs, anche strapazzando i sindaci poco propensi all’aumento di capitale, mettendo sul tavolo, come contropartita, i 60 milioni di euro in tre anni, per i lavori di riqualificazione degli impianti e delle tubazioni colabrodo.

I comitati per l’acqua pubblica, dal canto loro, cercano di portare avanti un ragionamento su due tempi: un intervento di risanamento finanziario dell’Alto Calore, che non comprometta la sua natura pubblica ed il legame con il territorio, e l’avvio di un processo di trasformazione in azienda speciale, l’unica forma giuridica che potrebbe garantire pienamente la dimensione pubblicistica della gestione, insieme ad un’amministrazione efficiente, che non assoggetti l’azienda a pratiche clientelari e ai capricci di certa politica. (Leggi l’articolo)

Bisognerà vedere, dunque, quali novità verranno fuori dall’incontro, per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Difficilmente, anche nelle aspettative di Ciarcia, la discussione potrà esaurirsi in un unico round.


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