Comune di Avellino: Ciampi pronto a non candidarsi, se non passerà il dissesto

Per l'ex sindaco del capoluogo dei Cinque Stelle, la dichiarazione di fallimento dell'ente resta la priorità politica ed amministrativa, da cui dipenderanno le scelte future.

Il Sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi

«Il dissesto è l’unica via d’uscita dalla difficile situazione finanziaria che sta vivendo il Comune di Avellino. Se il provvedimento non dovesse essere approvato, mi sentirei in obbligo di riflettere adeguatamente sui passi da compiere in futuro». Ad affermarlo è l’ex sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi. Parole che suonano come una rinuncia alla candidatura in caso di via libera, da parte del commissario dell’ente, Giuseppe Priolo, al piano di risanamento.

E’, dunque, davvero convinto che non ci sia nessun’ altra soluzione per rimettere in sesto i conti di Piazza del Popolo?

«Le cifre del Consuntivo 2017 parlano chiaro. Non solo c’è un notevole disavanzo da fronteggiare, ma contenziosi in atto che rischiano di aggravare ulteriormente le condizioni finanziarie del Comune e fornitori, per una cifra complessiva di 16 milioni di euro, in attesa di essere pagati».

Se il commissario dovesse optare per il piano pluriennale di risanamento?

«Per l’amministrazione si determinerebbe una condizione di grande incertezza e nel giro di qualche anno il nuovo sindaco si troverebbe a dover affrontare nuovamente il problema. Ma questo lo sanno anche gli esponenti del Pd e gli altri gruppi dell’opposizione. Hanno preferito però lasciare la patata bollente nelle mani del commissario».

C’è chi sostiene che lo stesso abbiate fatto anche voi, sapendo che non avevate i numeri per approvare il provvedimento. Come risponde?

«L’opposizione aveva la possibilità di bocciare la delibera della giunta, ma ha deciso di chiudere prima la consiliatura. Se si fossero astenuti, anche soltanto con i nostri pochi voti a disposizione, il provvedimento sarebbe passato. Da parte nostra, dunque, nessun tatticismo».

Nessun dirigente o organo tecnico ha però validato la linea del dissesto. E’ apparsa, quindi, come una scelta politica preconfezionata.  

«Non mi meraviglio che la Ragioneria non abbia sostenuto l’ipotesi del dissesto, ma noi abbiamo ampiamente motivato la nostra decisione. Non mi sembra che vi sia una terapia che possa garantire il risanamento. Con quali entrate? La vendita dei beni del patrimonio è di difficile realizzazione, i tributi sono già al massimo».

Il dissesto però creerebbe ulteriori difficoltà. Non sarebbe una passeggiata.

«Viene però bloccata l’azione esecutiva. Non maturano interessi sui debiti, si congelano le richieste dei creditori. Soltanto così se ne può uscire. In caso contrario, ritengo sia difficile portare avanti anche l’attività ordinaria».

Al di là di come andrà a finire, i Cinque Stelle si stanno organizzando per le prossime amministrative?

«Sì, certamente. I Cinque Stelle saranno presenti con una propria lista».

Si sussurra che potrebbe essere più di una, eventualmente con la presenza di qualche civica d’appoggio. E’ vero?

«Non credo. Le regole del movimento sono molto precise. Si corre da soli e con liste legittimate da Roma».

Tra i vostri elettori c’è chi è rimasto deluso dell’esperienza amministrativa. Che ne pensa?

«Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile con i numeri di cui disponevamo. La legge elettorale purtroppo ci ha penalizzato. Ovviamente ogni esperienza è migliorabile, ma sicuramente ci siamo impegnati per la città».

Nel movimento si sono registrate non poche tensioni, perché alcuni attivisti non hanno condiviso la linea dell’amministrazione e a causa di presunte interferenze esterne, che avrebbero condizionato la sua azione e quella dell’esecutivo. C’è anche chi ha deciso di lasciare il movimento, compreso un consigliere comunale.

«Non parlerei francamente di spaccature e divisioni. C’è chi aveva aspettative personali, che non hanno trovato riscontro, ed è rimasto deluso. Le critiche sono lecite, ma non si può sparare a zero su una lista, che si è dimostrata vincente».


LEGGI ANCHE:

Comune di Avellino, ore decisive per i conti. intanto si pagano le indennità ai commissari

 

 

ARTICOLI CORRELATI