Pastorale Giovanile, ad Ariano bussola per i giovani e la famiglia

Don Daniele Palumbo è a capo della Pastorale giovanile della DIocesi di Ariano Irpino Lacedonia. Sottolinea l'importanza della formazione degli educatori e dei genitori. Poi l'amicizia gratuita, l' "esserci" e la vita di relazione.

Nella Diocesi di Ariano Irpino Lacedonia, la Pastorale Giovanile da circa dieci anni segue le tracce di un solco sottile ma profondo. Cerca un varco tra la folla dei pub e delle sale da ballo. Non per giudicare ma per “esserci”, mescolarsi per far emergere il bello che ogni ragazzo rappresenta. I frati minori di Assisi agli adolescenti dicono “Tu sei il sogno di Dio”. Ed è (nel loro caso) il titolo di un percorso di formazione interiore. Ad Ariano, il team dei giovani è retto al timone da Don Daniele Palumbo. Una missione e un impegno delicatissimo, certosino, “uno ad uno” per ampliare gli orizzonti, ridestare gli animi e presentare una possibilità. Diversa e indubbiamente trasgressiva.

La sede della Diocesi arianese nel cuore della città

Don Daniele, ci spieghi cos’è la Pastorale giovanile? (oltre il nome) chi siete e cosa fate?

“Siamo una costola del Vescovo. Questa realtà nasce dalla volontà di Mons. Melillo di prestare attenzione ai giovani. E’ un servizio che viene fornito da tutte le Diocesi. Io ci sono da circa dieci anni. Due anni fa abbiamo aperto una nostra ‘sede’ che si chiama ‘Casa Nostra a Loreto’. Abbiamo locali per attività con i giovani. Abbiamo un’équipe che cerca di vivere la chiamata di servizio ai giovani e anche quella di aiutare i ragazzi ad essere parte di una sola famiglia”.

Come vi organizzate?

“Il gruppo è costituito da 1 giovane di ogni parrocchia della diocesi; a questi giovani, già formati e motivati, si chiede che sappiano fare unità intorno al pastore della Chiesa e con i loro rispettivi parroci, che siano come lievito nelle loro parrocchie, che portino a tutti l’esempio di una Chiesa giovane. Che donino alla nostra comunità cristiana tempo, forze e cuore. I membri del gruppo vengono nominati dal parroco o dal responsabile diocesano, a scadenza annuale, dando sia la possibilità di rinnovare il mandato, sia quella di sospenderlo, per motivi personali o perché non ritenuto più idoneo a questo compito. Ogni anno abbiamo un programma”.

Qual’è il tema in corso d’opera?

“Questo è l’anno dell’animazione. Quindi lo sport. Organizziamo tornei di calcetto tra le parrocchie. Poi abbiamo momenti musicali e percorsi di formazione destinati ad educatori. Cerchiamo anche di fornire un servizio di approfondimento spirituale per i giovani che lo desiderano. Ieri sera abbiamo avuto un appuntamento ad Ariano alla presenza di S.E. Mons. Sergio Melillo. Il titolo è Emozionala Vita. Ieri eravamo 130 ragazzi. Lo scopo è far scoprire le emozioni e orientarle al bene. Abbiamo anche attività per i più grandi, dai 20 anni in su con appuntamenti periodici”.

Il Pontefice Francesco

Nel 2019 ci sarà la Giornata Mondiale della Gioventù a Panama….

“Si. Sul nostro territorio ogni anno organizziamo la GDG (Giornata Diocesana Giovanile). Dal 31 maggio al 2 giugno nel prossimo anno saremo a Valleluogo e avremo un collegamento in diretta con Panama. Ci apriamo agli altri e alla ricchezza che ne deriva”

Come fa a ‘cavarsela’ con gli adolescenti?

“Non è certamente una sfida. Dobbiamo provare a parlare come loro ed essere come loro, a calarci nei loro contesti. Si tratta di guardarsi negli occhi e perdere tutte le proprie resistenze. A volte è difficile uscire dagli schemi e rimettermi in gioco. Bisogna osare e divertirsi. A volte potrei risultare ‘strano’ ma è il linguaggio possibile. Chiaramente si tratta di un dovere nel compito affidatomi che però consente di vivere bei momenti. Si tratta di scendere in campo e stare accanto ad ognuno. Avere coraggio porta ad osare una proposta forte, una possibilità, una chance in più. E’ fondamentale ‘esserci'”.

Veniamo dalla tragedia di Ancona, dove in tanti erano accorsi per seguire il rapper Sfera Ebbasta… ci si muove tra la musica Trap. Lei da dove inizia?

“La musica o la tendenza non necessariamente rovinano la vita. Delle volte parte tutto da un’esigenza relazionale. L’importante è trovare punti di riferimento giusti. E’ doveroso da parte nostra e da parte dei genitori avere idee chiare e riferimento sani. Un sacerdote segue sette anni di formazione. Per prepararsi a diventare genitori si seguono due,tre incontri. La formazione è fondamentale. Occorre tanta buona volontà. Fino a che punto potremmo improvvisare? L’aggiornamento costante è necessario per imparare e affrontare in modo serio alcune tematiche che non devono passare inosservate. Certamente deve farci riflettere il caso che in alcune circostanze c’è un assembramento così numeroso per seguire un cantante. Cioè se questo ‘riferimento’  sostituisce il genitore dovremmo puntare il dito contro noi stessi piuttosto contro il cantante”.

Se Lei oggi fosse catapultato in uno di questi ‘assembramenti’, cosa farebbe?

“E’ necessaria la presenza accanto ai giovani nella loro vita. Se poi vorranno, noi saremo felicissimi di averli partecipi delle nostre iniziative. Ci confrontiamo sempre con ragazzi ‘lontani’ che magari poi per un ora a settimana partecipano ad una catechesi piuttosto che ad un momento di preghiera. Però un ora a settimana non significa per forza aderire ad una scelta costante. Rimanere accanto a Cristo è sempre una scelta. Ci sono casi così lontani che potremmo pensare irraggiungibili per quanto urtano con la Chiesa. Quello che entra in gioco è l’amicizia che certamente è gratuita e meravigliosa. Di per sè non ti dà grandi ‘risposte’ però quella persona, forse, un domani potrà cercare e trovare un riferimento spirituale. E’ necessaria l’amicizia donata con il desiderio di arricchirsi. Ovviamente entra in gioco il rispetto. Io non posso giudicare o pretendere una persona condivida le mie idee. Ad un certo punto mi fermo. Cerchiamo solo di portare la Parola che poi magari porterà il suo frutto”.


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