IIA produrrà all’estero, operai autoconvocati: è il Natale più amaro

Il cambio di proprietà porterà all'estero la produzione industriale mentre a Flumeri lo stabilimento è preda delle ragnatele. Esplode la protesta, ma puntando alla proposta

Si autoconvocano sabato i lavoratori della IIA, meglio della ex Irisbus, come preferiscono definirsi. Un incontro aperto per fare il punto sulla situazione della IIA e rilanciare iniziative di protesta contro tutti gli attori in campo. Sarà infatti un Natale amaro quello degli operai di Industria Italiana Autobus, dopo le ultime evoluzioni di una vertenza nella quale in pochi credono ancora.

Sotto l’albero di Natale troveranno gli ammortizzatori sociali, al posto di un ritorno in fabbrica che le oltre mille commesse ricevute consentirebbero, destinate invece agli stabilimenti turchi.

Nella giornata di oggi al Ministero dello Sviluppo Economico proprio per questo torneranno i sindacati, dove per mesi si sono recati invece nella speranza di veder rinascere nella sede della ex Irisbus un nuovo polo dell’industria motoristica e della mobilità nel segmento del trasporto collettivo.

Si tratta dell’ultima goccia.

Il passaggio di proprietá che ha portato l’azienda in mani turche, le voci e gli annunci di un nuovo trasferimento della proprietà ad un non meglio identificato soggetto italiano con la mediazione del Ministero dello Sviluppo Economico, mentre nel frattempo la ex fabbrica di Flumeri vede solo passare le commesse, che invece vengono realizzate in Turchia, rappresentano per i lavoratori il segno che si stiano giocando sulle loro teste altre partite.

Per questo il prossimo 22 dicembre alle ore 17 nella sala ex Eca di Flumeri in programma una assemblea aperta degli operai ex Irisbus.

Dopo l’assemblea, in piazza  San Rocco, nell’ambito della manifestazione “Teniamo accesa la fiamma” sarà appiccato un falò, per richiamare e riunire gli operai e le famiglie dei lavoratori dopo gli ultimi avvenimenti riguardanti una vertenza che dura da quasi otto anni.

“Il senso di incertezza, di smarrimento, di tradimento che stiamo vivendo  è facilmente immaginabile, ormai la fiducia nei confronti di tutti gli attori in campo è vicino allo zero, scrivono gli operai. “Ragion per cui ritrovarsi è urgente ed importante non come fonte di speranza ma come invito e  impegno a non arrendersi e a riprendere la lotta fino alla riapertura VERA di questa fabbrica”.

L’appello è rivolto dagli operai alle istituzioni locali, agli amministratori del territorio, ai cittadini, a chiunque “voglia incontrarci e condivide con noi questa iniziativa”, si legge ancora nella nota. “Chiunque voglia partecipare sarà il benvenuto”.

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