Palazzo Chigi, sede del governo nazionale

Una legge Finanziaria dannosa per il Paese, perché porterà con la procedura di infrazione europea a distruggere i suoi fondamentali, a perdere le risorse per gli investimenti e a svendere il patrimonio pubblico. Si tratta di un visione lontana dai bisogni delle famiglie e delle imprese, sbagliata nel merito. L’Attivo Unitario di Cgil, Cisl e Uil ha fatto tappa ad Avellino, con un incontro presso il Viva Hotel che ha visto la partecipazione fra gli altri, della Segretaria Generale della Cisl Campania Doriana Buonavita e del segretario generale della Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna. Dopo l’incontro di Benevento, l’Attivo Unitario ha esaminato le politiche economiche del Governo. Una stroncatura spiegata provvedimento per provvedimento, con una controproposta altrettanto dettagliata. Nei servizi che seguono l’analisi della Legge di Stabilità licenziata come proposta al Parlamento dal Governo presieduto da Giuseppe Conte, esaminata alla luce dei rischi connessi alla procedura di infrazione. A seguire, la controproposta unitaria di Cgil, Cisl e Uil. Infine, i dati sulla condizione sociale di Irpinia e Sannio, dove le pensioni medie sono sotto i 600 euro.


Il populismo del Governo sarà pagato dai cittadini

di Mario Melchionna | segretario Cisl Irpinia Sannio

L’attesa bocciatura alla legge di Bilancio italiana, da parte dell’Europa, è arrivata: la Commissione europea ha definitivamente rigettato il documento programmatico di Bilancio del governo italiano per il 2019 e ritiene a questo punto che “l’apertura di una procedura per deficit eccessivo (cioè un disavanzo che non consente al debito di calare quanto indicato, ndr) è giustificata”.

Il segretario della Cisl Irpinia Sannio, Mario Melchionna

La Manovra, rileva la valutazione adottata oggi, prevede “un non rispetto particolarmente grave delle regole di bilancio, in particolare delle raccomandazioni dell’Ecofin dello scorso 13 luglio”. Il principale rilievo era già stato avanzato a fine ottobre, nella prima – provvisoria – bocciatura: l’Italia ha in programma un peggioramento del saldo strutturale (quello al netto dell’andamento economico di quel periodo e delle voci straordinarie) per il 2019 dello 0,8% del Pil, mentre il Consiglio raccomandava di migliorarlo dello 0,6%.
L’esecutivo comunitario ha anche adottato un nuovo rapporto sul debito, quello che fa riferimento all’ormai famigerato articolo 126 del Trattato sulla Ue, spianando così la strada a una procedura che verrà aperta per il deficit eccessivo. Tecnicamente, nel mirino andrà il debito del 2017 – l’ultimo valutabile a consuntivo – per il quale in passato si era chiuso un occhio, a seguito degli impegni alla disciplina di bilancio presi dal governo Gentiloni e che ora sono venuti meno. Formalmente, l’Europa punta il dito contro il disavanzo, che impedisce proprio al debito di scendere. Nelle prossime settimane dovrebbe partire la macchina della procedura.

Ecco cosa rischia lʼItalia con la procedura di infrazione. Le possibili sanzioni vanno da una multa fino a 9 miliardi di euro al congelamento dei fondi strutturali. Il governo prepara le contromosse, tra cui si ipotizza la vendita degli immobili dello Stato. La Commissione europea ha bocciato la Manovra italiana aprendo la strada alla procedura d’infrazione, non trovando novità nella lettera inviata dal governo italiano. Del resto l’esecutivo Conte, finora, ha scelto la strada della fermezza. Ma cosa comporta la procedura di infrazione? In primo luogo gli occhi dei tecnici dell’Unione europea sulle casse dello Stato e poi, se Lega e 5 Stelle non rivedessero il testo, delle pesanti sanzioni per il Paese.

Il segretario regionale della Cisl in Campania, Doriana Bonavita

Multa fino a 9 miliardi di euro. Nel peggiore dei casi, se si dovesse arrivare a gennaio ed attivare la procedura di infrazione, l’Italia rischierebbe sanzioni fino a 9 miliardi di euro. Prima della loro attivazione l’Unione europea dà al governo ulteriori possibilità di conformarsi ai parametri comunitari. Ogni sei mesi il Paese è tenuto a inviare report aggiornati sul bilancio. Periodicamente, inoltre, i conti statali sarebbero sottoposti al controllo dei tecnici europei. Se però Lega e Movimento 5 Stelle continuassero a non tenere in considerazione le richieste di Bruxelles, i vertici europei potrebbero usare il pugno duro. Le sanzioni economiche sono calcolate in base a vari elementi: l’importanza delle norme non rispettate e gli effetti della violazione degli interessi generali, il periodo in cui il diritto dell’Unione europea non è stato applicato e la capacità del Paese di pagare. La multa massima con cui l’Ue può colpire uno Stato membro è pari allo 0,5% del Pil. Nel caso dell’Italia si aggirerebbe intorno ai 9 miliardi di euro. Si parte però da una sanzione minima equivalente allo 0,2% del Pil.

Congelamento dei fondi strutturali. Un’altra sanzione prevista in caso di attivazione della procedura di infrazione è il congelamento dei fondi strutturali. Questi sono i finanziamenti che l’Unione europea dà agli Stati membri per effettuare investimenti volti a favorire la crescita economica e occupazionale del Paese. L’Italia è tra i membri che ne beneficiano maggiormente. Il suo congelamento comporterebbe una perdita significante per le casse italiane. Nel periodo 2014-2020, infatti, l’Italia può contare su 73,67 miliardi dati tramite i cinque fondi strutturali europei: Fondo agricolo per lo sviluppo rurale, per la coesione, per lo sviluppo regionale, per la pesca e fondo sociale.

Via dal programma di acquisto di titoli di Stato della Bce. L’avvio della procedura di infrazione potrebbe comportare anche l’interruzione dei prestiti concessi dalla Banca europea degli Investimenti. L’Italia potrebbe, inoltre, perdere l’accesso al programma di acquisto di titoli di Stato della Bce. E l’Europa potrebbe obbligare il Paese a fornire ulteriori informazioni prima di emettere titoli di Stato.

La procedura di infrazione: sarebbe la prima volta nella storia dell’Ue. La scelta del governo ha aperto la strada della procedura d’infrazione per debito eccessivo (Edp). E’ la prima volta che accade nella storia dell’Unione europea. Fino a ora erano rientrati in Edp solo quei Paesi che avevano sfiorato il deficit al 3% del Pil. In quel caso però rientrare nei vincoli europei era semplice: bastava portare il disavanzo sotto quella quota. Per l’Italia è diverso. La procedura di infrazione si lega al debito (131% del Pil in Italia) e non al deficit. Nel caso di attivazione della procedura di infrazione, l’Italia potrà uscirne solo se rispetterà la regola del debito. Quindi solo se riuscirà a tagliare annualmente il 3,5% di questo per tre anni consecutivi. Si parla di circa 60 miliardi di debito annui.

Finora la regola del debito non è mai stata rispettata. In realtà, negli ultimi anni l’Italia non ha mai rispettato la regola del debito. Ma è sempre riuscita a sventare la procedura di infrazione perché riusciva a conformarsi agli obiettivi di medio termine fissati dai parametri europei.

Cosa succede adesso. Il parere espresso dalla Commissione di bocciatura della Manovra italiana passerà, poi, al Consiglio dell’Unione europea per essere discusso i primi di dicembre. Entro 15 giorni, intorno al 6 dicembre, dovrebbe arrivare anche il parere dell’Ecofin, consiglio dei ministri dell’Economia e delle Finanze degli Stati membri dell’Unione europea. Tra i compiti della Commissione c’è anche quello di produrre la raccomandazione contenete le misure correttive. L’attivazione della procedura di infrazione dovrebbe avvenire il 22 gennaio. Nello stesso giorno l’Ecofin dovrebbe approvare una raccomandazione con il “percorso correttivo”. La procedura di infrazione, in base al lungo iter previsto dalle norme europee, dovrebbe far vedere i primi effetti nella primavera del 2019.

La contromossa del governo: in vendita gli immobili dello Stato. Qualora la situazione del debito pubblico precipitasse, il piano al varo dell’esecutivo Lega-M5s prevedrebbe anche l’istituzione di un Fondo Patrimoniale dove far confluire e mettere in vendita gli immobili dello Stato.


La Finanziaria proposta da Cgil, Cisl e Uil

Cgil Cisl Uil | Il documento di programmazione economica proposta dal sindacato

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato e approvato nel corso degli esecutivi nazionali, una piattaforma unitaria per ridisegnare il futuro del Paese e fronteggiare una manovra “inadeguata” e “carente di visione strategica”. Proposte concrete su sviluppo, crescita, occupazione, fisco, Mezzogiorno, ammortizzatori sociali e politiche attive, previdenza, welfare, attorno alle quali le Confederazioni chiedono un confronto al Governo e si dichiarano pronte a sostenere con tutte le iniziative sindacali. L’obiettivo è di portare il documento in tutti i territori, e assemblee nei luoghi di lavoro.
Di seguito la sintesi del documento:

SVILUPPO, CRESCITA E OCCUPAZIONE – Programmare un graduale incremento degli investimenti pubblici fino al 6% del Pil; aprire una discussione in Europa per lo scomputo degli investimenti pubblici dal deficit; apportare modifiche alla legge sul pareggio di bilancio degli enti locali; sviluppare le infrastrutture e investire in un piano straordinario sulla manutenzione di quelle esistenti; sviluppare le infrastrutture energetiche e digitali.

RIFORMA FISCALE E SVOLTA NELLA LOTTA ALL’EVASIONE – Istituire un’agenzia dedicata esclusivamente all’accertamento ed al monitoraggio della riscossione; estendere il meccanismo della ritenuta alla fonte anche per i redditi da lavoro autonomo; rendere tracciabili tutti i pagamenti, attraverso l’utilizzo della moneta elettronica e portando a 1000 euro il limite per i pagamento in contanti; trasmettere automaticamente fattura elettronica e tutte le transazioni a Sogei ed all’anagrafe fiscale; controllare almeno una volta ogni 5 anni tutti i redditi dichiarati; incrociare le banche dati della Pa; aumentare le detrazioni spettanti ai redditi da lavoro dipendente e da pensione; ridefinire le aliquote Irpef e le basi imponibili rafforzando la progressività; introdurre un nuovo assegno familiare universale; rivedere in maniera organica la tassazione locale; riconsiderare l’imponente mole delle agevolazioni fiscali; destinare al Fondo di riduzione della pressione fiscale il 70% di quanto recuperato da evasione e lotta a sprechi; valorizzare i Caf; rivedere sistema agevolazioni alle imprese.

MEZZOGIORNO: PIANO DI INVESTIMENTI SU OPERE INFRASTRUTTURALI. Investimenti per la prevenzione, manutenzione e la messa in sicurezza del territorio e degli edifici, unitamente ad un piano per la infrastrutturazione energetica e digitale; un fondo statale destinato alla progettazione di opere pubbliche specifico per il Mezzogiorno, con una dotazione iniziale di almeno 500 milioni di euro; rifinanziamento e proroga fino al 2021 del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali; rafforzamento del fondo per la crescita dimensionale delle imprese; rendere operative le Zone Economiche Speciali; politiche su sicurezza, lotta al lavoro irregolare e forte azione di contrasto alla criminalità.

AMMORTIZZATORI SOCIALI E POLITICHE ATTIVE. Prolungare la durata massima della cassa integrazione straordinaria oltre i 24 mesi nel quinquennio; allargare e sostenere il ricorso al contratto di solidarietà; rendere strutturale la proroga della Cigs per cessazione di attività e per procedure concorsuali; rafforzare la Naspi abolendo il de’calage del 3% e potenziandone la copertura per i lavoratori stagionali. Rafforzare il sistema Anpal; realizzare un sistema informativo unico ed efficiente; avviare un piano di rafforzamento dei Cpi con la stabilizzazione dei precari; rafforzare sistemi di congedi e permessi rivolti alla genitorialità’; rafforzare l’apprendistato.

PREVIDENZA E WELFARE. Stabilire 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall’età; procedere alla separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale; prevedere misure per le donne come il riconoscimento di 12 mesi di anticipo per ogni figlio; riconoscere il lavoro di cura; eliminare l’attuale meccanismo di adeguamento automatico per aspettativa di vita; realizzare una pensione contributiva di garanzia per i giovani; rilanciare la previdenza complementare; ripristinare dal 1 gennaio 2019 la piena rivalutazione delle pensioni; risolvere i problemi di esodati e prorogare opzione donna.

POLITICHE SOCIALI. Incrementare le risorse; definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali come diritti soggettivi esigibili; approvare la legge quadro sulla non autosufficienza; completare la riforma del Terzo settore.

POVERTÀ. Non disperdere l’esperienza del Rei e rafforzare, con la quota dedicata del Fondo, il percorso di potenziamento dei Servizi sociali per l’inclusione. La Campania prima regione d’Italia per richieste circa il 25% del totale.

SANITÀ – Aumentare in modo progressivo il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale; fare un piano straordinario di assunzioni; eliminare i super ticket; garantire un accesso tempestivo, equo e appropriato alle prestazioni sanitarie; prevedere un piano nazionale di finanziamenti per la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle strutture.

ISTRUZIONE E CONOSCENZA. Destinare risorse per il rinnovo contrattuale; garantire un piano di assunzioni; migliorare l’alternanza scuola-lavoro; valorizzare gli apprendistati formativi; incrementare l’offerta educativa ai bambini da 0 a 3 anni; incrementare le risorse per la ricerca; attuare un Sistema nazionale di apprendimento permanente; adottare un Piano nazionale di garanzia delle competenze; potenziare l’offerta formativa terziaria professionalizzante, in particolare degli Its; eliminare i fenomeni del sovraffollamento delle classi e adeguare l’edilizia scolastica alle norme di sicurezza.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Completare l’iter contrattuale della dirigenza e dei medici; rinnovare i contratti del pubblico impiego; garantire le risorse per province e città metropolitane; prevedere un piano straordinario di nuova occupazione stabile; attuare forme di vantaggio fiscale per la retribuzione di produttività; rafforzare il welfare integrativo; fare investimenti e non tagli lineari.

RIFLESSIONI. La Cisl è pronta a sostenere le proprie proposte per la legge di bilancio anche “con le forme e gli strumenti propri dell’esperienza sindacale”.

• Mancano le risorse per gli investimenti, si preannunciano ulteriori tagli e si introducono misure che non determinano creazione di lavoro ma rischiano di rappresentare mere politiche di assistenza. L’ utilizzo degli oltre 22 miliardi di spesa previsti in deficit, deve quindi mirare a nuove politiche che mettano al centro il lavoro e la sua qualità, in particolare per i giovani e le donne e che siano in grado di contrastare l’esclusione sociale e la povertà”. necessario inoltre “puntare su processi redistributivi e di coesione nel Mezzogiorno

• Il contrasto alla povertà è “senza dubbio una priorità per il Paese, ma la povertà non si combatte se non c’è lavoro e non si rafforzano le grandi reti pubbliche del paese: sanità, istruzione e servizi all’infanzia e assistenza”

• “Positiva l’apertura di una base di confronto su quota 100, ma manca qualunque riferimento alla pensione di garanzia per i giovani, agli interventi a favore delle donne, ai lavoratori precoci e lavori gravosi e la separazione tra previdenza e assistenza”.

• Confermata la richiesta dei 41 anni di contribuzione per andare in pensione a prescindere dall”età e lo stop al meccanismo automatico di adeguamento alle aspettative di vita.

• I sindacati chiedono una ‘pensione contributiva di garanzia’ da calcolare non solo in base al numero di anni di lavoro e contributi versati, ma anche dei periodi di formazione e di quelli di bassa retribuzioni.

• Per le donne, le più penalizzate da quota 100, si chiede il riconoscimento di dodici mesi di anticipo per ogni figlio e il riconoscimento del lavoro di cura svolto in famiglia.

• Gli investimenti pubblici sono gli unici in grado di creare sviluppo e attivare occupazione, dovranno salire fino al 6%.

• Sul versante fiscale si sceglie di introdurre un nuovo condono premiando gli evasori e non si riduce il cuneo fiscale per i lavoratori e per i pensionati, non si prevedono né una maggiore progressività delle imposte e interventi sui patrimoni dei più ricchi e non si programma un deciso contrasto all’evasione.

• Per la Cisl il confronto con l’Europa sulla manovra “dovrebbe essere caratterizzato più che da atteggiamenti strumentali spesso reciproci e da tensioni antieuropeiste, da una grande e seria battaglia per cambiare lo statuto economico europeo e le politiche economiche attraverso lo scomputo delle spese per investimenti materiali e sociali dal deficit, l’aumento delle risorse europee per gli investimenti; per la sostenibilità ambientale e per le politiche di coesione”

• La Cisl infine sottolinea la necessità di ripartire dalla coesione, dall’inclusione e dall’integrazione, antidoti alle paure dell’altro, perché’ soltanto una buona politica di accoglienza, equa, solidale e sostenibile può permettere una corretta integrazione, mettendo l’Italia al riparo da possibili degenerazioni razziste e xenofobe.


Le pensioni medie ad Avellino sotto i 600 euro al mese Abbandono scolastico in Campania 18%, seconda in Italia

Cisl | L’osservatorio della Cisl Irpinia Sannio

Tasso di disoccupazione a settembre 2018
• Campania= 31,1%
• Avellino= 14,7%
• Avellino giovanile= 54,3%
• Benevento= 24,5%
• Benevento giovanile= 56,5%
• NEET AV = 30%
• NEET BN= 38%
• Irregolarità nei luoghi di lavoro
AV= 70%
BN= 80%

Abbandono scolastico. La Campania è la seconda regione d’Italia per abbandono scolastico: 18% su media nazionale del 12%

Emigrazione giovanile. Dal 2008 ad oggi sono andati via dall’Irpinia circa 4mila giovani e dal Sannio circa 3mila

Pensioni 2018 Avellino. Numero Pensioni = 120.994 Importo medio mensile € 599,91

Pensioni 2018 Benevento. 92.238 Importo medio mensile € 583,68


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