Avellino, errori nella delibera sul Bilancio: bufera sulla Giunta. “Il Sindaco accerti le responsabilità”

Dopo il grave episodio che si è consumato in aula durante la seduta dedicata al Consuntivo, a causa del quale si è rischiato lo scioglimento del consiglio comunale, è necessario che si verifichino le responsabilità.

La sede del Comune di Avellino e la Torre dell'Orologio, simbolo della citta capoluogo

Bufera sulla Giunta del Comune di Avellino dopo gli errori nella delibera sul bilancio che avrebbeto potuto portare al commissariamento del Comune. Errore grossolano o imboscata? Il consiglio comunale di Avellino ha rischiato di essere sciolto a causa della misteriosa ed indebita presenza nella delibera del Consuntivo di un passaggio che implicava la contestuale approvazione del dissesto – che invece sarà discusso separatamente – e dunque in mancanza dei provvedimenti richiamati, si sarebbe determinato un atto nullo, con le conseguenze citate. Come mai l’assessore alle Finanze, Gianluca Forgione, ed il sindaco, Vincenzo Ciampi, non se ne sono accorti? (Leggi l’articolo)

Domande che si pongono i consiglieri comunali di opposizione ed i cittadini. Domande alle quali il sindaco è chiamato doverosamente a dare risposte, individuando le responsabilità di quanto è successo ed assumendo le misure conseguenti.

Subito dopo la fine della seduta d’aula di ieri, Ciampi ha provato a sciogliere i dubbi, replicando alle critiche dei consiglieri, ma il suo è sembrato più un tentativo di scaricarsi dalle responsabilità: «Il documento reca la firma del dirigente del settore Finanze, Marotta. La delibera di Consuntivo, mai passata dalla giunta, è stata approvata dal commissario Tommasino, in virtù dei suoi poteri commissariali. Non ho altro da dire, se non che avremmo dovuto controllare meglio il tutto. Ma non possiamo non fidarci dei nostri dirigenti».

Emerge però più di una contraddizione. Soprattutto quando il sindaco poi rivendica l’operazione verità, con l’approvazione del bilancio: « Finalmente ad Avellino un bilancio veritiero. Nessuno ha avuto il coraggio di fare chiarezza sui conti del Comune, noi sì. Nessuno ha avuto il coraggio di assumersi responsabilità importanti prima d’ora, noi sì».

Ma il Consuntivo, come detto dallo stesso sindaco, porta la firma del commissario prefettizio, intervenuto proprio perché l’amministrazione è stata inottemperante.

Il consigliere Livio Petitto, infatti, replica così: « Un dibattito estenuante, scaturito soprattutto per gli errori dell’assessore alle Finanze, che non ha saputo incardinare una pratica per il consiglio comunale. Per tutta la durata della seduta il sindaco non ha profferito parola, poi, come nel suo stile, dopo la seduta, si è scagliato in modo incomprensibile nei confronti di alcuni dirigenti, senza prendere atto dei fallimenti del suo delegato, anch’egli rimasto in religioso silenzio per tutta la durata del consiglio».

Anche Luca Cipriano richiama il sindaco alla realtà: «Ha poco da festeggiare. Senza l’atteggiamento responsabile dei gruppi consiliari il bilancio non sarebbe stato approvato e l’amministrazione sciolta la sera stessa». Il rappresentante di Mai Più, quindi, chiede che si facciano i dovuti accertamenti, suggerendo la rimozione dell’assessore ed eventualmente provvedimenti disciplinari per il dirigente.

Ma c’è chi ipotizza una precisa volontà dei Cinque Stelle di chiudere precipitosamente il mandato, creando il caso politico. Un riferimento a questo scenario lo hanno fatto in aula Costantino Preziosi, che ha rilevato l’incongruenza presente in delibera, e il capogruppo del Pd, Enza Ambrosone.

Sulla stessa linea anche Nicola Giordano dei Popolari, che ha tirato in ballo il vicesindaco, Fernando Picariello, riferendo l’atteggiamento del numero due dell’esecutivo: «Ha fatto irruzione nella Conferenza dei capigruppo chiedendo che la delibera non fosse emendata».

Che cosa, dunque, è realmente successo?

Tanta superficialità ed approssimazione non sono tollerabili. Non si possono trattare il governo della città e la gestione della pubblica amministrazione come un gioco, come un passatempo personale. L’amministrazione è sempre più allo sbando ed i servizi al cittadino languono. E’ tempo che si diano risposte chiare.

 

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