La giunta Ciampi delibera il dissesto. Parere contrario del dirigente

AVELLINO. L'esecutivo Cinque Stelle ha dato il via libera alla proposta, nonostante la diversa opinione del Ragioniere capo. Adesso il provvedimento passerà all'esame dei revisori e del consiglio comunale, che avrà l'ultima parola.

Il Sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi in Consiglio comunale

Via libera in giunta alla dichiarazione di dissesto. L’esecutivo Cinque Stelle del comune capoluogo ha approvato, questa mattina, la delibera con la quale si avvia l’iter per certificare lo stato d’insolvenza dell’ente. (Leggi la delibera della giunta).

Una scelta che comunque non ha trovato il conforto del dirigente alle Finanze, Gianluigi Marotta, che ha espresso un parere difforme, confermando l’ipotesi di risanamento del disavanzo con un piano quindicennale, anche se l’atto ha ricevuto – come necessario – il suo assenso sulla regolarità contabile.

Il Ragioniere capo, tra l’altro, ha chiesto nei giorni scorsi, a supporto della sua posizione, anche una consulenza esterna, dalla quale sarebbe emersa la non sussistenza di motivi che giusitificherebbero una scelta così radicale, come il dissesto.

Il sindaco Vincenzo Ciampi e l’assessore al Bilancio, Gianluca Forgione, hanno però deciso lo stesso di andare avanti per la propria strada.

La parola adesso passerà al consiglio comunale che potrà accogliere o respingere la proposta dell’esecutivo. Il provvedimento però non sarà inserito all’ordine del giorno della prossima seduta d’aula, prevista per il 3 ed il 5 novembre, dedicata al Consuntivo 2017.

L’assessore Forgione, dal canto suo, ha difeso la strategia adottata dall’amministrazione, spiegandone le ragioni: «Era l’unica strada percorribile. Fino a giugno non c’erano ancora tutti gli elementi per supporre l’irrecuperabilità della situazione. Stiamo facendo il nostro dovere, nell’interesse dei cittadini. I fatti ci daranno ragione».

Il delegato alle Finanze ha poi elencato le criticità: «Il maggior disavanzo emerso dallo schema di conto consuntivo approvato dal commissario prefettizio è di 16 milioni 200 mila euro, che si aggiunge a quello determinato in fase di riaccertamento straordinario che è pari a 21 milioni di euro, già inserito in un piano di risanamento trentennale con rate di 723mila euro. Avendo, quindi, constatato l’impossibilità a ripianare il debito nell’esercizio 2018 o nel triennio a venire, non abbiamo dovuto optare per il dissesto».

A pesare sulla stabilità dell’ente sarebbero, secondo Forgione, soprattutto i numerosi contenziosi che pendono sul Comune: «Ci sono oltre 20 milioni di contenziosi pendenti, oltre ai debiti fuori bilancio emersi dopo la stesura del Consuntivo: 1,4 milioni, ai quali si aggiungono 2,6 milioni avanzati dal Credito sportivo per la piscina comunale. Va poi valutata con attenzione la voce relativa ad altri debiti accertati, per 8,6 milioni, a valere sui bilanci 2018/2020, per i quali sono state seguite procedure tecnicamente dubbie».

A dare la misura della drammaticità della situazione sarebbe la difficoltà dell’amministrazione ad effettuare i pagamenti ai fornitori: «Ci sono oltre 16 milioni di euro di liquidazioni a cui far fronte, senza contare le fatture che continuano ad arrivare all’ente. Per fronteggiare la mancanza di liquidità, già per il passato si è deciso di utilizzare i fondi vincolati, che non sono stati reintegrati dal 31 dicembre scorso».

Sull’altro piatto della bilancia, comunque, c’è un’enorme massa di crediti vantati dall’ente, che però vengono considerati non esigibili.

ARTICOLI CORRELATI