IIA: i nuovi azionisti in arrivo con Busitalia. FIOM da Bologna chiede l’incontro

Tavoli tecnici in corso tra Invitalia, Leonardo e Busitalia rispetto al nuovo assetto societario. La FIOM di Bologna auspica a breve un incontro con le partecipate statali per definire il piano aziendale alla luce dei mutamenti nel mercato internazionale dei trasporti.

Busitalia e gli altri nuovi azionisti annunciati in ingresso nella IIA sarebbero ormai pronti a rilevare le quote della società e ad assumere il pieno controllo. Le indiscrezioni dicono a questo riguardo che nella sostanza si è ormai vicinissimi al subentro. Dopo il sopralluogo dei giorni scorsi a Bologna e a Flumeri, il dossier IIA sarebbe ormai aperto sul tavolo della partecipata di Ferrovie dello Stato.

Per questo c’è fermento in Valle Ufita. Chi entra e chi esce dallo stabilimento dell’Industria Italiana Autobus. Persone e macchine. Pullman urbani “da e per”.

Uno dei pullman usciti dalla fabbrica della IIA di Flumeri diretti a Napoli per la consegna all’azienda di trasporto pubblico regionale

Battute finali per il completamento della gara d’appalto campana che ha visto vincitrice l’azienda ai tempi dell’esordio con il logo del tricolore. Una partita vinta e consegnata al destinatario negli ultimi due giorni. Autobus urbani prodotti in Turchia, sbarcati in Puglia. Entrati presso lo stabilimento IIA per il “tocco” finale, personalizzato in base alle lacune individuate dagli operai ufitani e poi spediti a Napoli. Qui i nuovi autobus vanno a svecchiare il parco dell’ANM (Azienda napoletana mobilità). Un’operazione che sa di fine lavori in capo alla vecchia guardia s’intende. Ma è solo un’impressione.

Tutto confermato ad oggi la rivisitazione aziendale in chiave pubblica. A darci ragguagli e certezze il Segretario generale presso Fiom Emilia Romagna, Bruno Papignani. Dichiara, “Si sta lavorando alla costituzione di un’azienda sostanzialmente pubblica dell’autobus. Ci sono Finmeccanica, Busitalia (Gruppo Ferrovie dello Stato) e Invitalia. È evidente che c’è una discussione in atto. Allo stato c’è un’azienda privata. E’ probabile stiano valutando il ruolo della vecchia proprietà, che dovrebbe essere in uscita, ma questa è un’opinione personale”.

Stefano Rampini, titolare della omonima azienda che produce mezzi pubblici a basso impatto ambientale e dimissionario consigliere d’amministrazione di Industria Italiana Autobus

Qualche poltrona dell’attuale classe dirigente in verità già è saltata. Per scelta e non per imposizione. Da una quindicina di giorni infatti si sono dimessi Stefano Rampini amministratore delegato e vice presidente dell’industria e il consigliere di amministrazione Giuseppe Lepore. Altro non si sa. E’ noto però che Busitalia ha visitato i due stabilimenti e che ci sono trattative in corso tra i nuovi attori coinvolti che sono realtà partecipate statali.

Quel che rimane da capire è l’entità, il volume d’affari che vorrà intraprendere il nuovo team. Papignani non a caso afferma: “tutto quanto si sta facendo non è cosa semplice nè può risolversi in due giorni. E’ chiaro però che entro i primissimi giorni di novembre ci aspettiamo il tutto divenga trasparente, cioè venga reso noto. Ovviamente aspettiamo di conoscere a breve il piano aziendale, il livello occupazionale, gli obiettivi e le modalità di produzione che sicuramente sposeranno una logica di sostenibilità“.

La fase rimane delicata e doverosamente le varie segreterie sindacali stanno ad osservare senza interferire. Ancora per qualche giorno. Prima che si arrivi però alla data limite del 9 novembre Papignani confida avere maggiori riscontri. Afferma, “una volta che Invitalia, Busitalia e Leonardo avranno fatto il punto della situazione, vorremmo individuare una sede. Un tavolo con gli azionisti, non necessariamente presso il Mise, ma sicuramente sotto la supervisione del Ministero per capire la visione dell’azienda“. Cioè capire se si tratta di una realtà che mira a divenire competitiva a livello internazionale o se vuole provvedere a preservare lo status quo. Soprattutto si tratta di capire se si vorrà produrre davvero autobus o limitarsi al revamping.

Un mezzo di Busitalia

A questo proposito, Ferrovie dello Stato chiarisce la propria posizione nei contesti in cui è già attiva anche nel settore del trasporto pubblico su gomma, come nel Veneto. “FS Italiane riveste un ruolo fondamentale nel rilancio del trasporto pubblico locale su ferro e su gomma perché ha il know-how e la forza industriale per investire in nuovi mezzi e quindi contribuire a ridurre, in poco tempo, l’età media degli autobus e dei treni dedicati ai pendolari. L’obiettivo è migliorare gli standard qualitativi e quantitativi del trasporto pubblico locale e metropolitano, incentivando così le connessioni di primo e ultimo migliocon modalità di trasporto collettive”. Si tratta di uno stralcio del comunicato diffuso a proposito dell’acquisto di mezzi da utilizzare con Busitalia in Veneto.

Occorre capire i ruoli che avranno Invitalia e, soprattutto, Leonardo cioè l’ex Finmeccanica. Si tratta di partner in grado di generare credibilità sui mercati, garantendo margini in prospettiva per l’affermazione di un nuovo produttore di mezzi per il trasporto pubblico.

“Entro la metà del prossimo mese vogliamo capire le prospettive reali – prosegue Papignani –  i soggetti si potrebbero allargare. Ad esempio l’Emilia Romagna ha manifestato la volontà di contribuire per la ricerca e l’innovazione in funzione ambientale. Sicuramente la Campania seguirà lo stesso interesse e spero anche altre Regioni e Paesi vorranno aderire ad un modello a zero impatto ambientale”.

LA POSSIBILE SFIDA SULL’IBRIDO. Il settore dei trasporti sicuramente è attraversato da importanti trasformazioni. Non da ultimo proprio l’impatto ambientale. La produzione elettrica rappresenta la nuova sfida del mercato europeo e internazionale. Questo a livello generale.

L’edizione aggiornata del rapporto Uitp (Public Transport Trend) sugli autobus elettrici afferma che “gli ordini di autobus elettrici sono stati 859 nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2017. Erano stati 544 nell’intero 2016 – leggiamo dal portale Autobusweb – Allargando lo sguardo a una prospettiva globale, la stima è quella di un incremento del mercato degli autobus elettrici al ritmo del 33%  all’anno nel periodo 2017 – 2025. Tornando nel vecchio continente, tra due anni, un urbano su cinque tra quelli acquistati sarà elettrico a batteria (il 18%). L’orizzonte è quello del 2030: a quella data, sempre secondo i numeri dell’Uitp, il 52% del mercato urbano sarà appannaggio degli autobus elettrici. Una stima che riecheggia nelle parole di Umberto Guida, direttore del reparto Ricerca e innovazione di Uitp”.

Busitalia è un’azienda attiva nei servizi di trasporto locale in alcune regioni; gestisce collegamenti urbani, extraurbani su gomma; tramvie e mobilità alternativa. Una delle ultime frontiere del gruppo è Busitalia Fast che copre le lunghe percorrenze assicurando comfort ai viaggiatori e servizi di informazione integrata rispetto ad altri sistemi di trasporto.

La sfida è avvincente. E l’auspicio è quello della ripartenza anche mediante l’eventuale riqualificazione di personale e macchine.


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