L’omaggio di Trevico ad Ettore Scola. D’Amelio: l’Italia gli deve riconoscenza

Presenti il fratello del regista cinematografico Pietro Scola, la presidente del Consiglio regionale Rosa D'Amelio e il vice presidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola, questa mattina la cerimonia presieduta dal Sindaco Nicolino Rossi

A Trevico, presente il fratello Pietro, è stata intitolata la Piazza al Maestro Ettore Scola. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Nicolino Rossi, la Presidente del Consiglio regionale Rosa D’Amelio, il vicepresidente della Giunta regionale Fulvio Bonavitacola e la presidente dell’Associazione IrpiniaMia, la professoressa Maria Raffaella Calabrese De Feo.

Il regista nato a Trevico Ettore Scola

“L’Italia deve riconoscenza a questa figura di intellettuale, che ha saputo rappresentare nella sua complessità l’identità italiana, rilevando nelle sue peculiarità, talvolta nelle sue contraddizioni, i tratti della società in cui viviamo, fotografandola al di là del tempo in cui ha vissuto”, ha detto Rosa D’Amelio, nel corso del suo intervento.

L’appuntamento di questa mattina rappresentava il culmine della duegiorni dedicata all’omaggio del suo paese natale per il regista cinematografico scomparso due anni fa.

Sabato la manifestazione era stata aperta dalla proiezione del film “Trevico – Torino viaggio nel FIAT NAM”, opera che lanciò Scola nel firmamento del cinema neorealista italiano.

Un film intramontabile. La trama racconta la storia del giovane trevicano Fortunato Santospirito. Il protagonista nel 1973 arriva a Torino per lavorare in Fiat. Le sue prime immagini della città sono l’atrio della stazione di Porta Nuova, la Mensa dei poveri e il dormitorio pubblico. L’opera cinematografica è stata definita dalla critica “realistica e dimessa, arrabbiata e dolente, più crudele che tenera”.

Il giovane Fortunato, protagonista del film, conosce un prete che gli espone la situazione degli immigrati e gli dà le prime informazioni. In fabbrica fa amicizia con un sindacalista comunista, anche lei meridionale. I luoghi di riunione dei meridionali e i gruppi di estrema sinistra sono i luoghi dove Fortunato trascorre il poco tempo libero. Qui conosce Vicky, ragazza fuggita di casa.

Fortunato racconta tutto questo nelle lettere che scrive ai suoi familiari cui invia anche i primi guadagni. La frequentazione di Vicky diventa un’amicizia, ma alla fine Fortunato decide di tornare al Sud. Si convince che i problemi del Meridione si debbano risolvere sul posto.

Un film cruento che è spunto di numerose riflessioni al tempo di oggi. L’emigrazione per lavoro, i problemi del Mezzogiorno che si sono evoluti e nel progresso, solo in parte, sono stati risolti. Una “questione” legata al meridione che si ripresenta oggi. In veste nuova, con chiodi dolenti di vario tipo. Culturali, politici e soprattutto sistemici. Una questione risolta a metà. Che avanza e arranca dietro una ripresa reale che quando c’è è occasionale e frammentata.

Un dibattito sulla figura di Ettore Scola e la sua eredità intellettuale, artistica e morale, aveva completato il programma. Presieduto da Pietro Scola, fratello del Maestro, il confronto era stato animato da Paolo Speranza, presidente della Rivista Cinema del Sud e Alfonso Bruno, presidente del Centro Studi cinematografici Campani.

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