Da Firenze in Valle Ufita. La storia di Stefania, imprenditrice agricola

Originaria di Vallesaccarda, la storia di una giovane donna. Lascia il "posto fisso" e decide di rilevare l'azienda agricola di famiglia.

Un contratto a tempo indeterminato a Firenze nel settore della recettività alberghiera. A trentuno anni Stefania Bonavita di Vallesaccarda ha interrogato se stessa. Si è chiesta, con straordinaria esigenza, quale fosse il suo ruolo nella società. Quale fosse il motivo della sua vita e la sua missione. La risposta che si è data è stato un viaggio di ritorno. Al Sud. Il matrimonio e la scelta libera di avviare un’azienda agricola. In barba al caos cittadino, lascia l’arte e l’architettura della bella Firenze e fa le valige. Una scelta e una scommessa per realizzare un sogno. In controtendenza con quelli in voga tra i giovani del Meridione che, per un contratto a tempo indeterminato, andrebbero in capo al mondo.

Da dove nasce questa scelta?

“Ad un certo punto ho maturato la consapevolezza che dovevo adoperarmi per qualcosa che potesse partire da me e servire agli altri. Ho capito che non potevo pensare solo e sempre a quanto fatto dai nostri genitori ma dovevo iniziare a costruire qualcosa di mio. Così con mio marito abbiamo deciso di rientrare nella nostra terra d’origine”.

Da dove siete partiti?

“Un anno fa abbiamo partecipato al bando dei PSR. Abbiamo iniziato a coltivare ortaggi e a seguire le colture avviate dai nostri genitori come vigneti e uliveti. Abbiamo iniziato in modo se vogliamo ‘arcaico’, tradizionale. Ci siamo adoperati a coltivare senza disporre di imponenti supporti tecnologici”

Quante persone riuscite a coinvolgere nell’azienda?

“In realtà lavoriamo in famiglia. Seguiamo il ritmo della natura. I tempi sono dettati dalle colture, dai tempi di piantagione, cura e raccolta. Abbiamo avuto bisogno di manovalanza ma i giovani sono restii. Non a caso abbiamo fatto ricorso a signore adulte. Per il resto ci sono periodi in cui lavoro anche quindici ore al giorno, ma a me piace quindi la fatica la percepisco in misura ridotta”

Quali sono i suoi obiettivi all’interno dell’azienda?

“Ho tante idee. Innanzitutto la trasformazione. Quindi dalla piantagione al prodotto lavorato e finito da presentare. E’ importante poi essere uniti come imprenditori agricoli. Bisogna fare sistema. Questa cultura deve crescere da queste parti. Ancora il mio sogno è aprirmi alle scuole. Proporre dei progetti alle scolaresche e portare i bambini nei campi. Farli capire e vedere da dove nasce quello che trovano a tavola. Come nasce e cresce una pianta da cui poi nasce un frutto. Fare un piccolo orto”.

L’azienda è biologica immagino….

“Cerchiamo veramente di non usare prodotti chimici e rispettare la natura”

Si sente realizzata?

“Seguire una piantagione significa per me scoprire la vita e ne comprendo il valore. Per me è qualcosa di meraviglioso”

Anche il suo stile di vita è, per così dire, eco friendly?

“Ci provo. Faccio la spesa nei campi e cucino quanto trovo nell’orto. Mi piace sperimentare ricette sempre buone. Per la pulizia della casa uso aceto e bicarbonato. Ho provato a realizzare una saponetta seguendo una ricetta base. Però devo migliorare. Mi piace molto capire le proprietà delle erbe che nascono spontaneamente. Lì capisci che tutto ha senso e la natura è perfetta. Ad esempio la gramigna è un erba ricca di sali minerali. Ha carattere”.

Grazie.

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