Evitare la rottura definitiva, puntando su un nome super partes. E’ questo l’obiettivo che starebbe cercando di conseguire il gruppo dirigente nazionale del Pd, per le elezioni provinciali in Irpinia. Dopo le difficoltà emerse durante la riunione di ieri pomeriggio al Nazareno (leggi l’articolo), dovrebbe esserci in giornata un ulteriore tentativo di ricomposizione, che vedrebbe impegnato, oltre al responsabile Enti locali della segreteria nazionale, Matteo Ricci, e al responsabile dell’Organizzazione, Gianni Dal Moro, direttamente il numero uno del partito, Maurizio Martina.

Il tempo a disposizione però sta per scadere. Giovedì è previsto il deposito delle liste per Palazzo Caracciolo e gli alleati di centrosinistra scalpitano per chiudere la partita, non necessariamente con il Pd.

Lo scontro tra la segreteria provinciale di Di Guglielmo, sostenuta dalla presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, e l’area che fa riferimento al deputato Umberto Del Basso De Caro, appare insanabile. Ma in gioco non ci sarebbero soltanto l’unità dei Democratici e il rischio di un nuovo fallimento elettorale, ma anche l’autorizzazione ad utilizzare il simbolo del Pd per la lista. Anzi, per le liste, al plurale, considerato che al momento le compagini in corsa sarebbero due. I nomi in lizza: Stefano Farina, sindaco di Teora, e Beniamino Palmieri, sindaco di Montemarano.

Il via libera a rappresentare ufficialmente il partito però potrebbe essere negato persino al segretario provinciale, eletto con la legittimazione di Roma, soltanto qualche mese addietro.

Sicuramente una forzatura regolamentare, ma in tempi di grande confusione, tutto diventa possibile, soprattutto sulle litigiose sponde del Pd.

Quella odierna, sarà quindi una giornata politica particolarmente intensa, a via Tagliamento, tutta spesa tra confronti, pressing e mediazioni.  L’esito dipenderà anche da come decideranno di schierarsi le altre componenti del partito, a cominciare dai franceschiniani, guidati dall’ex senatore Enzo De Luca, e dal gruppo vicino alla presidente dell’assemblea provinciale, Roberta Santaniello.

In mattinata, Di Guglielmo, contatterà i Popolari e gli altri partiti e movimenti della coalizione, che avevano chiesto al segretario del Pd di gestire le divisioni interne, per evitare la proliferazione di liste e candidati. Un risultato che alla fine non è stato colto.

Non sono, comunque, da escludere tatticismi da parte di qualunque degli attori in campo. Un mancato accordo, potrebbe aprire diversi scenari inattesi e sicuramente avvantaggiare chi fino a ieri non aveva molte chance concrete di pensare ad una vittoria elettorale.

Il sindaco di Avella, Domenico Biancardi, ad esempio, si era già proposto come possibile alternativa per il superamento delle divisioni e per un progetto di convergenza tra forze politiche avversarie, in nome del rilancio della Provincia ed anche come via d’uscita dalle strette dell’antipolitica.

Ma è ancora presto per dire come andrà a finire.

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