La castagna di Montella in pericolo per un fungo, Pd: legge speciale o scomparirà. Le imprese: fate presto

"I castagneti di Montella potrebbero essere abbandonati dai castanicoltori, dopo l'ennesima calamità di queste ore", scrive il segretario del Circolo Dem di Montella, Luigi Salvatore Carfagno

La castagna di Montella potrebbe essere abbandonata dai castanicoltori, dopo l’ennesima calamità che starebbe colpendola in queste ore. Attaccata da un nuovo fungo che ne compromette l’interno, potrebbe indurre i produttori, “che già hanno pagato sulla propria pelle i danni causati negli ultimi anni dal Cinipide”, ad arrendersi, scrive il segretario del Circolo Pd di Montella, Luigi Salvatore Carfagno.

La sua lettera, riportata integralmente più avanti, é indirizzata ai vertici regionali e contiene l’appello urgente per il varo di una legge speciale a favore del distretto montellese e delle imprese.

Carfagno chiama in causa il Governatore Vincenzo De Luca, la Presidente del Consiglio Regionale Rosa D’Amelio, il Presidente della Commissione Agricoltura, Maurizio Petracca e il Consigliere delegato all’Agricoltura, Francesco Alfieri.

“Un abbandono dei castagneti da parte dell’uomo metterebbe in serio pericolo il già precario equilibrio idrogeologico delle nostre montagne”, scrive ancora Carfagno, che ritiene indispensabile un piano speciale che riconosca lo stato di calamità a Montella, predisponendo le risorse necessarie ad intervenire sugli agenti nocivi, che minano il futuro della castagna, colpendo lo sviluppo economico e gli equilibri ambientali del territorio di Montella.

Nella cittadina gli imprenditori non nascondono la forte preoccupazione per la situazione che definiscono “di eccezionale gravità” e chiedono alle autorità competenti di intervenire. Da loro arriva una sola esortazione: «Fate presto, prima che sia compromesso il patrimonio boschivo di una riserva naturale della castagna».

Castagneti

Di seguito il testo della missiva firmata da Luigi Salvatore Carfagno (scarica l’originale).

Il 2018, dopo anni di mancata produzione sembrava l’anno della ripresa definitiva per la castanicoltura campana. Com’è ampiamente noto, nell’ultimo decennio, a causa del cinipide gallino del castagno (Dryocosmus kuriphilus), la produzione delle castagne è stata prossima allo zero, sono in alcuni anni si è avvicinata al 30 per cento. La bella fioritura primaverile di quest’anno e lo sviluppo successivo dei ricci avevano fatto ben sperare, almeno fino ad agosto. Ma è stata un’illusione presto smentita dalle continue precipitazioni e dalle alte temperature, che hanno favorito lo sviluppo di alcune importanti malattie fungine.

Nelle zone più umide e poco ventilate si è sviluppata la Farsa del Castagno (Mycosphaerella maculiformis), malattia fungina che attacca le foglie e i ricci, determinando il distaccamento dei tessuti, con successivo blocco della crescita delle castagne. Il tutto ha determinato un effetto visivo sconcertante: ampie fasce di castagneti hanno assunto la colorazione marrone. Se tutto questo non bastasse, a settembre, alcuni giorni di vento freddo, in alcune zone, hanno determinato la caduta dei ricci dalle piante.

Malgrado ciò, seppur si fosse determinata nei castanicoltori la consapevolezza di una riduzione delle produzioni, rimaneva viva la speranza di poter raccogliere almeno una parte del prodotto. Purtroppo così non è stato. Un nuovo allarme in queste ore è stato lanciato, sia dai produttori sia da chi trasforma e commercializza le castagne: la presenza significativa del marciume delle castagne, una malattia causata da un fungo (Gnomoniopsis Sp). Questo fungo si sviluppa all’interno delle castagne che esternamente sembrano buone ma, al loro interno, i tessuti diventano neri e pertanto le stesse non possono essere destinate all’alimentazione. Come sempre capita in questi casi, alle giuste preoccupazioni da parte di chi acquista e trasforma questo prodotto, si associa chi tenta di speculare su questa catastrofe.

I castanicoltori, che già hanno pagato sulla propria pelle i danni causati negli ultimi anni dal Cinipide non sono più nella condizione di poter sopportare anche quest’ulteriore perdita economica. È superfluo ricordare l’importanza del castagno per le nostre zone, sia dal punto di vista economico che ambientale.

Un abbandono dei castagneti da parte dell’uomo metterebbe in serio pericolo il già precario equilibrio idrogeologico delle nostre montagne.

Tanto premesso: il Circolo del Partito Democratico di Montella fa appello alle istituzioni in indirizzo (i presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale della Campania, il presidente della Commissione Agricoltura e il Consigliere delegato per l’Agricoltura) affinché alle azioni  già messe in campo per questo settore (riconoscimento del castagno da frutto in attualità di coltura), si affianchi un piano speciale che possa aiutare i castanicoltori e gli operatori del settore a uscire da una situazione oramai insostenibile.

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