Elezioni Provinciali, D’Amelio: deciderà il Pd irpino

Alla vigilia dell'incontro convocato a Roma, la presidente del consiglio regionale esprime apprezzamento per il percorso seguìto dalla segreteria provinciale per la definizione delle candidature. "A Roma incontro per la condivisione del percorso unitario. Dialogo nel rispetto delle regole"

«Saranno gli organismi del Pd irpino a compiere le valutazioni necessarie. Il confronto ed il rispetto delle regole sono elementi fondamentali in un partito». E’ il messaggio lanciato dalla presidente del consiglio regionale, Rosetta D’Amelio, in merito al dibattito che si è sviluppato nella formazione politica, in vista delle elezioni provinciali.

Presidente, che idea si è fatta delle trattative in corso per la definizione delle liste e del candidato di vertice per Palazzo Caracciolo?

«Mi sembra che il percorso compiuto sinora stia dando i suoi risultati. Il tavolo interpartitico del centrosinistra è stato un importante passo in avanti, in termini di confronto interno alla coalizione, che ha fatto segnare l’auspicata convergenza con gli alleati (leggi l’articolo). Adesso resta da fare un altro pezzo di strada, con l’individuazione del candidato alla presidenza».

Nel Pd c’è però chi non condivide metodo e scelte compiute.

«Il segretario provinciale, Giuseppe Di Guglielmo ed il suo esecutivo hanno convocato diverse riunioni. Ad una di queste, alla quale ho partecipato personalmente, siamo stati informati sulle tre ipotesi di candidatura in campo. C’è stata poi una fase di ascolto del territorio con i sindaci e gli amministratori locali. Un percorso di partecipazione al processo decisionale ampio, che ha rispettato pienamente le norme statutarie. Si può, quindi, anche non essere d’accordo sull’esito, ma il metodo è stato assolutamente corretto. Alla fine, però, bisogna fare sintesi».

E se dovesse registrarsi uno strappo?

«Sarebbe un grave errore. Un partito è fatto di regole e tutti sono tenuti a rispettarle. Chi non lo fa, si assume la responsabilità dei propri atti. Dopo il confronto, ripeto, è il momento delle scelte, che vanno assunte nelle sedi competenti. Chi compie fughe in avanti e non si attiene alla linea, si pone fuori dal partito».

Domani si terrà a Roma l’incontro convocato dal responsabile Enti locali della segreteria nazionale, Matteo Ricci. Uno snodo decisivo. Non è così?

«Il partito nazionale ha chiesto un confronto con il segretario provinciale e con le rappresentanze istituzionali sulle elezioni provinciali e ben venga. Le decisioni però vanno assunte democraticamente negli organismi dirigenti che sono legittimati a farlo, regolarmente costituiti e riconosciuti da Roma non più di qualche mese addietro. Ed è ciò che dirò alla riunione. Non credo ci siano alternative possibili. Le proposte andranno discusse in direzione provinciale, a cui spetterà pronunciarsi. Dopo ci sarà il passaggio al tavolo interpartitico».

Nei giorni scorsi, però, si è rischiato “l’incidente diplomatico”. Ricci ha minacciato provvedimenti disciplinari nei confronti del segretario, che non aveva risposto alla convocazione del nazionale.

«Francamente non mi sembra affatto che vi fossero motivi per assumere provvedimenti disciplinari e addirittura ipotizzare il commissariamento di una federazione provinciale. Ciò può avvenire soltanto se si determinano situazioni di grave forzatura delle regole o di indegnità morale di un dirigente. Peraltro simili provvedimenti vengono assunti dalla Direzione nazionale».

A questo punto, cosa si attende dagli ultimi passaggi del percorso?

«Una conclusione serena e ragionevole della discussione avviata, nell’interesse del partito, della coalizione e delle nostre comunità. L’obiettivo è raggiungere un risultato elettorale che consenta di mettere in moto un processo di rilancio della Provincia, per attuare interventi utili al territorio. Auspico, quindi, la massima unità interna».

Il nome del candidato alla presidenza dovrà riscuotere il gradimento degli alleati.

«Un presidente che debba rappresentare un’intera coalizione, composta da sensibilità ed esperienze differenti, deve naturalmente riscuotere il consenso di tutti. Abbiamo riscontrato grande disponibilità e condivisione da parte degli alleati, adesso occorre compiere le valutazioni più adeguate, tenendo conto degli elementi emersi».

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