Comune di Avellino, Pizza: “Non ci sono le condizioni per andare avanti”

Il rappresentante del centrosinistra è pronto a presentare la sfiducia al sindaco Ciampi o puntare in alternativa alle dimissioni in gruppo dell'opposizione. Ma nella coalizione si registrano posizioni differenti.

Nello Pizza

«Non ci sono le condizioni per andare avanti. Bisognerebbe porre fine alla consiliatura adesso, presentando una mozione di sfiducia o formalizzando le nostre dimissioni, ma tra le fila dell’opposizione non tutti la pensano così». Ad affermarlo è Nello Pizza, candidato sindaco del centrosinistra e capogruppo di “Avellino è popolare”.

Consigliere, nella coalizione chi ha intenzione di andare avanti?

«I consiglieri Dino Preziosi di “La svolta inizia da te” e Nadia Arace di “Si può” sono critici proprio come noi. Nel Pd si registra sostanzialmente la stessa posizione, anche se in maniera più articolata. Qualcuno solleva dubbi sulla tempistica. Altri gruppi, invece, appaiono più possibilisti».

Prevalgono i tatticismi?

«Più che i tatticismi, almeno nei partiti, c’è la preoccupazione per le imminenti elezioni provinciali. Il voto dei consiglieri del Comune di Avellino ha un peso significativo sugli equilibri politici generali e nella definizione dell’amministrazione di Palazzo Caracciolo. E’ un’esigenza che comprendo».

E, dunque, cosa succederà a Palazzo di Città?

«La situazione è insostenibile, ma siamo pronti a svolgere il nostro ruolo fino in fondo. Non escludo del tutto, comunque, che prima della prossima seduta d’aula, prevista per lunedì, non possano esservi novità. Abbiamo ancora il tempo per valutare».

Il centrodestra, intanto, sembra propenso ad una collaborazione dopo il confronto con il sindaco nella conferenza dei capigruppo, nonostante nell’ultima seduta d’assemblea avessero espresso un giudizio di piena bocciatura dell’amministrazione.

«Hanno posto delle condizioni per proseguire. Vedremo come andrà a finire realmente. Ciampi è inaffidabile».

Con il capogruppo di “Mai Più+”, Luca Cipriano, invece il dialogo non si è aperto.

«Ha chiarito che la premessa necessaria per un confronto programmatico erano l’azzeramento della giunta ed il ritiro del ricorso al Tar. Il sindaco ha escluso tali possibilità. Ma anche su questa vicenda abbiamo dovuto registrare la solita doppiezza di  Ciampi».

Dica pure

«Di persona ha un atteggiamento, quando poi si mette in moto la macchina della comunicazione social o delle note ufficiali c’è una virata. In questo caso, le richieste di Cipriano sono state utilizzate per aprire una polemica politica, che durante la riunione non era affatto emersa. L’impressione è che vi siano dei suggeritori, dei condizionamenti esterni. Il vero problema è che il sindaco non è autonomo».

Subisce pressioni?

«Non è riuscito a sciogliere i legami di dipendenza che ha con i vertici politici ed istituzionali della sua compagine, il Movimento Cinque Stelle. Viene costantemente sconfessato».

Nel M5S è però in atto uno scontro tra fazioni differenti. Non tutti condividono ciò che sta succedendo.

«Sì, lo scontro è evidente. Anche tra i parlamentari ci sono punti di vista diversi. Queste dinamiche comunque danneggiano l’amministrazione e non credo che siano utili nemmeno ai grillini».

C’è chi ipotizza un disegno per far cadere Ciampi, creando le condizioni per una sfiducia o inducendolo alle dimissioni. Che ne pensa?

«Anch’io ho pensato ad una simile ipotesi, ma visto il rapporto organico che il sindaco ha con il suo movimento, non credo che se gli venisse chiesto di dimettersi si tirerebbe indietro. Penso perciò che semplicemente siano in difficoltà e senza una strategia. Indecisi sul da farsi e impreparati sul come muoversi dentro l’amministrazione. Per adesso galleggiano. Sarebbe stato preferibile che avessero un disegno, per quanto non condivisibile, che l’improvvisazione che stiamo constatando».

A Piazza del Popolo c’è un clima di tensione permanente che rischia di avvelenare le dinamiche amministrative e la stessa comunità locale. Non crede?

«E’ sicuramente così. E mi dispiace. Da uomo di mediazione quale sono, mi piacerebbe costruire rapporti più sereni. Ma dall’altra parte non c’è alcuna volontà in tal senso. Ogni volta che abbiamo lanciato segnali di distensione e sembrava che potessero essere recepiti, è arrivata immediatamente la smentita».

A questo punto, come andrà a finire?

«Non c’è margine per un confronto costruttivo e nemmeno una linea chiara dell’amministrazione. Non rinunceremo, comunque, a fare le nostre proposte. Ma la vera soluzione sarebbe staccare la spina. Vedremo».

 

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