La sede dell'Alto Calore, in corso Europa ad Avellino

L’amministratore delegato dell’Alto Calore Michelangelo Ciarcia promuove incontri territoriali con i sindaci per discutere nel dettaglio il piano triennale che dovrà essere approvato nei consigli di ben 128 comuni entro il 30 ottobre prossimo. Si tratta di un calendario fitto che avrà inizio la prossima settimana, e che il manager incaricato dalla Spa di Corso Europa sta completando per dare forma al piano politico e programmatico teso a scongiurare il fallimento.

Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore Servizi, gestore idrico in Irpinia e gran parte del Sannio

L’approvazione dei sindaci del piano triennale in assemblea, utile ad allontanare la soluzione del concordato, mira a congelare le ipotesi di ingresso di Acquedotto Pugliese e Gesesa, in pressing sulla società irpina per mettere le mani sulla cassaforte idrica del Mezzogiorno.

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“Nel corso dell’ultima assemblea gli amministratori hanno sollecitato un maggiore confronto sul piano, prima di potersi pronunciare sul voto” dichiara Ciarcia. “Per questo è stata prevista una scaletta di incontri ad Ariano Irpino, Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Montemarano ed altri, per avere la possibilità di interloquire in modo più ristretto sulle problematiche connesse ad ogni comune, costretto a programmare l’aumento di capitale. Sappiamo bene che le casse comunali vivono in ristrettezze finanziarie e hanno problemi di bilancio, per questo è importante vagliare le condizioni di ognuno”.

Nessun Comune potrà sottrarsi all’aumento di capitale della società con risorse proprie. La risposta attesa è unidirezionale, ma Ciarcia prospetta ipotesi risolutive in tre anni. “Si tratta di sottoscrivere un contratto a tre: fra Comuni, Regione Campania e sindacati. La Regione ha già acconsentito a fare la sua parte, con la garanzia di un finanziamento per 100 milioni di euro in progetti, suddivisi in tre anni; e i sindacati hanno già dato la loro disponibilità per il piano di ricollocamento del personale, senza contare che nei prossimi quattro anni andranno in pensione 100 persone. Mancano all’appello i Comuni”.

Senza la delibera di consiglio delle amministrazioni- soci della Spa- che confermano l’impegno sull’aumento di capitale, la Regione Campania non potrà procedere con l’erogazione del finanziamento. Il piano candidato dall’amministratore delegato e approvato dagli uffici regionali, prevede una rosa di progetti tesi alla riqualificazione e ammodernamento delle reti, con l’azzeramento delle dispersioni idriche e l’ottimizzazione complessiva delle risorse. “La prossima settimana incontrerò anche i tecnici regionali per definire il piano programmatico degli interventi: il riammodernamento delle reti sarà il primo passo da compiere” continua Ciarcia.

Il piano di risanamento della società prevede una ricapitalizzazione di 25milioni di euro. Ogni comune- 128 in tutto- dovrà contribuire con una quota capitale calcolata in base al numero degli abitanti, e già fissata in occasione della costituzione della società. Il Comune di Avellino è il primo azionista, con una quota capitale del 10,6%, chiamato a investire una somma pari a 2milioni e 600 mila euro. La quota più piccola, invece, spetta al Comune di Torrioni, partecipe con una percentuale dello 0,36% e un investimento di 90mila euro.

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