All’Alto Calore Michelangelo Ciarcia sarà plenipotenziario per tre anni con il compito di salvare la gestione idrica pubblica. Ma la durata del suo mandato sarà verificata entro i prossimi novanta giorni, termine entro il quale i consigli comunali degli enti soci dovranno dare il via libera ai rispettivi apporti per ricapitalizzare l’azienda. Servono 25 milioni per completare il lungo cammino di salvataggio dell’asset pubblico, giunto cinque anni fa ad un soffio dalla liquidazione, quando l’assemblea incaricò il manager della Telecom Raffaello De Stefano di evitare un fragoroso default politico oltre che finanziario.

Lello De Stefano, presidente dell’Alto Calore dal 2013 al 2018, già alla guida dell’auto Calore Irpino, a partire dal 2001 e fino al 2004

Michelangelo Ciarcia dovrà convogliare le risorse previste dal Piano industriale (Pozzoli) sugli obiettivi indicati dalla strategia, che punta ad abbattere la spesa con un rilancio degli investimenti sulla manutenzione straordinaria e ordinaria delle reti e degli impianti. Nel contempo, la complessa manovra punta ad un rientro dal debito razionalizzando con la maggiore liquidità il ricorso al credito, migliorando un’operatività che consentirà di aumentare l’efficenza, anche grazie ad un contrasto maggiormente efficace della lotta all’evasione. Sessanta milioni assicurati dalla Regione Campania per gli investimenti in opere strategiche nel triennio consentiranno di alleggerire gli oneri del personale tecnico sui conti ordinari, ridurranno la necessità di interventi straordinari per ripristinare l’erogazione idrica, ridurranno la dispersione degli acquedotti, quindi abbatteranno la bolletta energetica, per la minore quantità d’acqua che sarà necessario captare per garantire il fabbisogno delle popolazioni. Tutto questo necessita la assoluta puntualità dei Comuni e della Regione nell’assicurare gli apporti nei tempi prestabiliti. L’amministratore unico Michelangelo Ciarcia, che sostiturà fino al 2021 il precedente consiglio d’amministrazione presieduto da Lello De Stefano avrà anche poteri di amministratore delegato, proponendosi di fatto come un vero e proprio commissario straordinario interno all’azienda. Circa dovrà completare un percorso difficile e impopolare per molti versi, avviato dal Presidente De Stefano nell’agosto del 2013 e culminato nel 2014 con l’assorbimento nell’Alto Calore Servizi della consorella ‘Patrimonio’, nata dallo sdoppiamento del Consorzio Interprovinciale Alto Calore nel 2003.

Michelangelo Ciarcia, amministratore unico dell’Alto Calore spa

IL PLENIPOTENZIARIO SCELTO DAI SINDACI. Michelangelo Ciarcia, 62 anni da pochi giorni, una laurea in economia commercio ed una esperienza quarantennale alla direzione amministrativa dell’azienda di suo padre, il Prosciuttificio Vittorio Ciarcia di Venticano, nella sua cittadina natale è stato sindaco per dieci anni dal 1999 al 2009, ricoprendo varie responsabilità in giunta e nelle varie commissioni fin dal 1983, quando ha assunto anche la presidenza della locale Fiera e dalla Pro Loco che la organizza. Commercialista e Revisore Contabile dal 1984, dopo aver conseguito l’abilitazione presso l’Università degli Studi di Pisa, ha due studi a Venticano e a Grottaminarda. Consulente del lavoro, aziendale e tributario, è stato sindaco effettivo in numerose aziende pubbliche e private, ricoprendo anche incarichi di curatore fallimentare e presiedendo numerosi collegi sindacali. Tra le società pubbliche si ricordano l’Alto Calore Servizi spa, l’Air spa; tra gli enti locali, la Provincia di Avellino, il Comune di Capri, l’Ato Calore Irpino e la Direzione Didattica di Pietradefusi e l’Istituto Superiore di Pietradefusi. Parla correntemente inglese. Sul piano politico, è stato candidato alla guida del Partito Democratico provinciale di Avellino, prima di ritirarsi per presunte irregolarità nella formazione della anagrafe degli iscritti, contestate sia presso gli organi competenti del partito regionale e nazionale che in sede giudiziaria. Dal 30 luglio 2018 è l’amministratore unico dell’Alto Calore spa, dopo il quinquennio di presidenza De Stefano.


UNA VIGILIA AD ALTA TENSIONE | Acs al bivio dopo cinque anni di risanamento

GLI OTTANTA ANNI DELL’ALTO CALORE. Costituito nel 1938 (ai sensi del T.U. 2578/1925), il Consorzio Idrico Interprovinciale Alto Calore nacque per “provvedere alla costruzione ed alla manutenzione di un acquedotto alimentato dalle sorgenti dell’Alto Calore ed alla conseguente gestione per la fornitura di acqua potabile ai Comuni consorziati”. Lo scopo di questo ente era dare impulso allo sviluppo sociale ed economico di una parte del Mezzogiorno, che doveva entrare nella modernità. “Il cittadino doveva cambiare integralmente e radicalmente le abitudini”, si legge nella sezione storica dell’Alto Calore. “Non era più il cittadino a doversi recare alla fonte per l’approvvigionamento idrico ma si provvedeva a trasferire la risorse direttamente nelle singole abitazioni”. Furono trentuno i Comuni della Provincia di Avellino e cinque della Provincia di Benevento ad aderire subito, oltre alle Amministrazioni Provinciali (I soci dell’attuale società sono: 95 Comuni della provincia di Avellino, 31 Comuni della provincia di Benevento e l’Amministrazione Provinciale di Avellino, vedi scheda). Approvato lo Statuto del Consorzio dall’Assemblea Consorziale il 18 Maggio 1938 e ratificato dal Ministro per gli Affari dell’Interno con Decreto del 23 Giugno 1938, furono costruiti acquedotti in grado di addurre le portate delle sorgenti “Alte” del fiume Calore fino a Comuni della Provincia di Benevento. “L’acqua captata dalle sorgenti, tutte ubicate nel Comune di Montella, era ripartita tra i Comuni consorziati in proporzione al numero di abitanti”. Attualmente Acs spa gestisce il servizio di captazione, adduzione e distribuzione di acqua potabile per 125 Comuni delle Province di Avellino e di Benevento, garantisce il servizio fognario e depurativo per un bacino di circa 450mila abitanti, che corrisponde a 213.500 utenze. Il patrimonio idrico amministrato da questa società si alimenta presso i gruppi sorgentizi delle “sorgenti di Cassano Irpino, le sorgenti Alte del Calore, la sorgente Baiardo e quella di Sorbo Serpico, e dai pozzi di Volturara, Fontana dell’Olmo e del Fizzo; dalle sorgenti Grotte e “Sorgenza” in tenimento della Provincia di Benevento”.


GLI OTTANTA ANNI DELL’ALTO CALORE, «UN RIFERIMENTO PER IL SUD…»

Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi

IL NODO ‘COMUNE DI AVELLINO’. Per la prima volta nella sua ottantenne storia, il Comune di Avellino non ha avuto un ruolo determinante nell’orientare le scelte e la direzione di quello che fu il Consorzio Interprovinciale, oggi società per azioni. Lunedì pomeriggio il sindaco Vincenzo Ciampi ha invano proposto un rinvio della seduta, peraltro non partecipando al voto, che ha incassato il sostegno dei sindaci di Montella e Summonte. In una nota firmata anche dal Sottosegretario agli interni Carlo Sicilia, il Sindaco ha spiegato di aver “votato contro l’elezione di Ciarcia ad amministratore unico”, esprimendo l’auspicio di un dialogo con le altre rappresentanze comunali irpine. “Ci auguriamo che i sindaci della provincia vogliano discutere con il Movimento 5 Stelle di una nuova gestione dell’ente, altrimenti si renderanno complici di avere gli stessi problemi solo con dei nomi diversi”, ha detto, tra l’altro. Una posizione che molti osservatori hanno letto come interlocutoria, atteso che sarà il Consiglio comunale di Avellino ad avere la parola conclusiva, quando si dovranno votare i provvedimenti finanziari collegati alla ricapitalizzazione della società partecipata. Anche in questo caso emerge la situazione complessa del Capoluogo, dove un Primo Cittadino è stato eletto al ballottaggio senza una maggioranza interna al Consiglio. Numeri alla mano, saranno infatti Centrosinistra e le liste indipendenti e del Centrodestra a decidere autonomamente sull’Alto Calore. L’impressione è che queste geometrie variabili si ripeteranno su tutte (o quasi) le questioni fondamentali all’attenzione dell’aula di piazza del Popolo, a cominciare dalla decisiva questione urbanistica, da sessant’anni perno del confronto politico avellinese.

Nel pomeriggio la Cgil ha espresso preoccupazione per il futuro dell’azienda, attraverso una nota firmata dal segretario provinciale, Franco Fiordellisi (clicca sotto)


CGIL: «ALTO CALORE NEL LIMBO, I SINDACI GARANTISCANO»

Anche i sindaci di Area Popolare in un documento hanno espresso preoccupazione e dissenso, criticando il metodo.


SINDACI POPOLARI CRITICI CON IL NUOVO CORSO DELLA GESTIONE IDRICA

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