Alto Calore alla sfida decisiva nelle prossime ore, quando l’azionista pubblico deciderà le sorti del Piano Industriale presentato dall’amministratore delegato Lello De Stefano. I sindaci soci dovranno ratificare i conti di una spa, che nell’ultimo quinquennio ha operato in una unica direzione: evitare il default.
Come ha ricordato a Montella nel corso di un dibattito pubblico l’Assessore Regionale all’Ambiente, tutto il cammino fatto in questo mezzo decennio sarà vanificato se non saranno create le condizioni di agibilità finanziaria per il futuro della società. I Comuni dovranno ricapitalizzare la spa con un investimento di 25 milioni di euro in cinque anni. Ciò consentirà di utilizzare il plafond per le opere idriche messo a disposizione dal governo regionale.
ACQUA. ECCO IL PIANO DI INVESTIMENTI
Si tratta di una sessantina di milioni in tre anni, di cui venti subito. L’operazione consentirebbe di ottimizzare il ciclo produttivo aziendale, contribuendo ad abbattere la spesa per la manutenzione ordinaria e d’urgenza, rilanciando quella straordinaria, in questi ultimi 15 anni di fatto scivolata indirettamente sulle casse della utility idrica irpino-sannita. Con un piano di prepensionamenti e pensionamenti definito, il Presidente e ad De Stefano ritiene che il futuro management aziendale potrà vedere scendere i costi del personale ben al di sotto della soglia attuale di 9 milioni all’anno, il 50 per cento rispetto al 2013.
L’alternativa è la liquidazione, hanno spiegato Fulvio Bonavitacola e Lello De Stefano, che ha fornito le cifre di quella che ha difeso come una ‘gigantesca opera di risanamento’.

Alto Calore Patrimonio, bolletta energetica, emergenza manutentiva, costo del credito, confusione normativa ed emergenza idrica sono i titoli dei dossier affrontati in questi cinque anni dal vertice dell’Alto Calore spa insediatosi nel luglio 2013. Una società per azioni, non un ente come spesso viene considerata un’azienda dal passato glorioso ma dal presente complicato dalle contraddizioni italiane in questo settore, oggi chiamata ad un patto con la Regione Campania per superare l’ultimo guado.
Domani Lello De Stefano uscirà di scena. Gli succederà con ogni probabilità il Presidente dei Revisori, Michelangelo Ciarcia, salvo sorprese o una bocciatura del Piano industriale.

Il sindacato non vede via di uscita a sostenere la linea tracciata da De Stefano, ha spiegato ai cronisti il segretario della cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna. “Senza una assunzione di responsabilità dei sindaci, Alto Calore verrà messo in liquidazione e la Regione sarà obbligata per legge a fare una gara europea alla quale potranno partecipare sia aziende pubbliche che aziende private”.
L’ALLARME DELLA FILCTEM DI GIUGNO
Sullo sfondo resta il futuro della gestione idrica pubblica in Irpinia e in Campania. Se dovesse terminare la ultrasecolare storia dell’Alto Calore ad Avellino e a Benevento, la Regione ha già fatto sapere di essere pronta con la gara pubblica europea, che consegnerebbe la cassaforte idrica del Mezzogiorno ai privati.
ARTICOLI CORRELATI