Il sindaco Ciampi ha copiato il programma del Comune di Verona

Il sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi

Ciampi ha copiato il programma del Comune di Verona. Ci sono voluti due mesi d’attesa affinché gli indirizzi di governo dell’amministrazione municipale del capoluogo irpino, targata Cinque Stelle, vedessero la luce, e alla fine si è scoperto che il primo cittadino ha rifilato al consiglio (che dovrà esaminarli ed approvarli o respingerli martedì 4 settembre) e alla città un “pacco”, una minestra riscaldata, insomma, il frutto di un copia e incolla del documento presentato lo scorso anno dal sindaco di centrodestra della città scaligera, Federico Sboarina.

Ad accorgersi del clamoroso plagio è stato il sito web di informazione locale, Irpiniafocus, che ha effettuato una comparazione dei testi, dalla quale è emersa la piena corrispondenza tra la parte introduttiva del programma dell’amministrazione di Piazza del Popolo e quello del sindaco di Verona.

Uniche differenze: le parole “Verona” e “veronesi sono state sostituite con “Avellino” ed “avellinesi”.

I due programmi amministrativi a confronto. A sinistra quello del sindaco di Verona, a destra quello di Ciampi.

«Il nostro è un programma – si legge nell’incipit del documento presentato da Ciampi – che coinvolge gli avellinesi che amano il proprio territorio, perché è quello dove cresceranno i propri figli; che offra ai giovani occasioni per concretizzare i propri sogni, che desiderano una realtà che fugga dal provincialismo economico, sociale, culturale, politico, proiettando Avellino in una dimensione maggiormente internazionale; che si battono affinché la propria comunità possa orgogliosamente rivendicare la propria appartenenza alla città (…)».

Le stesse motivazioni, la stessa enfasi, gli stessi obiettivi, le stesse identiche parole del programma del sindaco Sboarina.

«La situazione di Avellino – si legge ancora nel testo clonato – è particolarmente delicata e necessita di una seria riflessione sul proprio stato e sulle prospettive future che la devono vedere protagonista di un cambio di passo e che la pongono come nuova frontiera di sviluppo e innovazione, per evitare una marginalità sempre più marcata su tutti i fronti: politico, sociale culturale, economico, infrastrutturale. (…)».

Avellino come Verona: l’analisi del contesto proposta da Ciampi è esattamente quella del suo omologo veneto. Anche le priorità programmatiche – in verità piuttosto generiche – le medesime: «La nostra città vogliamo renderla più viva, più forte, più bella, più sicura, più smart e a misura di giovani, migliorando i servizi per i più anziani e per chi vive situazioni di disagio ed è in difficoltà. Vogliamo che Avellino torni ad essere crocevia di cultura e di sviluppo».

Non appena è scoppiato, il caso del programma copia e incolla ha avuto subito una vasta eco non solo in città ed in provincia, ma nell’intero Paese.

Il tam tam sui social ha alimentato polemiche, sconcerto e ironie e la notizia è stata ripresa dagli organi di informazione nazionale.

Il loquace – solo sulla pagina di Facebook, ormai elevata al rango di tribuna ufficiale – Ciampi è stranamente rimasto in silenzio sulla vicenda, non commentandola. Nessun post sulla figuraccia o per giustificare la ragione del programma fotocopia.

Anzi, in contemporanea al ciclone abbattutosi sui media e sui social network, è stato pubblicato un post in cui si ribadiva l’importanza delle motivazioni alla base degli indirizzi di governo, auspicando il sostegno in aula dei consiglieri di opposizione. Come se nulla fosse successo.

 

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