Progenie Suicida di Chiara Ronconi

Un libro pervaso da un’inquietudine sottesa del protagonista Jimmy, un ragazzo alla ricerca spasmodica di una realtà, poiché avverte in sé una sorta di alienazione dalla sua realtà

Recensione

Progenie Suicida di Chiara Ronconi. Un libro pervaso da un’ inquietudine sottesa del protagonista Jimmy, un ragazzo alla ricerca spasmodica di una realtà altra e del bisogno di qualcuno che gli faccia provare una vicinanza emotiva, poiché avverte in sé una sorta di alienazione dalla sua realtà. Pregnante è il senso del bruciore delle sue lacrime, anche a causa della sua malattia che trasporta la sua anima lontana per sottrarsi alla sofferenza e alla cattiveria degli altri.

Progenie Suicida di Chiara Ronconi

La sua anima lacerata fa scaturire davanti a lui la presenza di immagini mostruose nell’oscurità: cerca di inserirsi in qualche gruppo di coetanei cercando di condividere avventure di ragazzi e sfide di teppistelli, da cui viene regolarmente emarginato. L’incontro con Jason rappresenta una luce nella sua vita, che squarcia il buio della sua malinconia, costituisce l’unica speranza; quando egli gli si avvicina, viene immediatamente irretito dal suo fascino magnetico e per lui diventa un faro verso cui orientare la sua vita. La mancanza di punti di riferimento affettivi al di là della sua malattia lo rendono fragile e insicuro; sballottato da ogni parte, avverte profondo il disinteresse da parte dei suoi genitori che provoca la sua amarezza e il suo senso di rassegnazione verso la vita e il suo futuro, considerando la loro esistenza come “miserabile”, poiché consideravano i suoi turbamenti come “capricci di un ragazzino”. Eterno perdente alla ricerca disperata di un ruolo, comincia a sentirsi in colpa e ad odiare se stesso. Attraverso soliloqui e i vagheggiamenti inerenti alla sua vita, si crea un mondo immaginario, in cui di volta in volta diventa il protagonista, immedesimandosi nei personaggi degli innumerevoli film che riempivano le sue giornate.Il suo nome gli era stato dato per ricordare un amico americano e forse aveva inconsciamente aperto in lui la necessità di aprire nuove prospettive, infatti egli voleva sempre avere una visione più ampia del mondo: si sentiva un essere insignificante e si interessava alla politica manifestando le sue idee con veemenza, facendo il confronto tra la provincia italiana, che egli reputava priva di ideali, in cui scarso peso veniva dato al concetto di meritocrazia e le altre nazioni come gli Stati Uniti e soprattutto la Scandinavia, verso cui egli provava un’ammirazione sconfinata, una sorta di terra ideale, a cui si era avvicinato anche attraverso la lettura delle favole svedesi. Critico feroce nei confronti dell’immobilismo, della corruzione e della mancanza di ideali dei politici italiani, vuole allontanarsi dalla sua terra in cerca di nuove possibilità. Jimmy vive la sua infanzia a stretto contatto con sua nonna che ammira, da cui si sente in un certo senso protetto, mentre non prova stima nei confronti  dei suoi genitori, che lo colpevolizzano continuamente per il suo essere diverso, insistendo sul fatto che non sa farsi rispettare; il distacco che prova verso di loro si esplica anche nel linguaggio che egli usa, come quando, rivolgendosi a sua madre, definisce il padre “suo marito” . La sua ”vocazione del solitario” che nasce dalla consapevolezza che non può sentirsi legato per sempre all’infanzia e che nessun amico poteva fargli da genitore, perché a nessuno interessavano i suoi dilemmi, comincia ad avere “istinti suicidi”, che tuttavia non lo angustiano, ma sembra quasi che lo mettano in una sorta di equilibrio: significativa è l’immagine del ponte che rappresenta un simbolo per superare un ostacolo. I suoi genitori avevano scelto sempre per lui, prendendo decisioni che riguardavano la sua vita e arriva un momento in cui Jimmyavverte il bisogno di “cercarsi un’identità”, entrando in contrasto con il fratello che era riuscito a preservare “una certa aura di genialità”: si è stancato di elemosinare affetto e comincia a tenere a distanza le persone che avrebbero potuto volergli bene, scaricando sui propri genitori la rabbia che aveva verso se stesso.  Si sentiva alla stregua di un suppellettile all’interno della propria casa e, in assenza della madre, si comporta in modo trasgressivo verso le regole imposte dalla famiglia e ciò sembra dargli una certa serenità, anche se apparente. Il suo rapporto con Jason, con cui aveva fatto un patto di reciproca fedeltà per il suo bisogno di crearsi una sfera affettiva, al di là della spudorata curiosità di parenti e amici che lo consideravano un ragazzo difficile, vive un momento di crisi, quando Jimmy vede Jason circondato da tante ragazze e ciò provoca in lui frustrazione, mentre continua a sentirsi “una voce fuori dal coro”. Progenie suicida, libro scritto da Chiara Ronconi.

Ilde Rampino


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