Provinciali, De Mita: «Popolari disponibili all’intesa con il Pd»

Duro il giudizio espresso dall'ex presidente del Consiglio sull'amministrazione comunale del capoluogo. Critiche anche al Pd per la posizione assunta sulla sfiducia al sindaco.

Provinciali, De Mita: «Popolari disponibili all’intesa con il Pd». I centristi intendono presentare una propria lista per Palazzo Caracciolo ed avviare un confronto programmatico con i Democratici, per trovare un accordo sulla candidatura per la presidenza dell’ente.

«Più che di larghe intese – ha affermato il sindaco di Nusco ed ex presidente del Consiglio -, parlerei di piccole intese. Con il centrodestra non c’è alcun margine. Ritengo, invece, possibile un accordo con il Pd, se diventano qualcosa. Non come è andata al Comune di Avellino, dove c’è stata grande confusione. Si sono moltiplicati, ma non c’era nessun riferimento».

L’ipotesi di scegliere un proprio sindaco per lo scranno più alto della Provincia, comunque, non è stata scartata. Non è un caso che tra gli amministratori locali dell’area siano state raccolte le firme per la presidenza.

Ciriaco De Mita si è poi espresso sulle vicende di Palazzo di Citta: «C’è un’esperienza amministrativa Cinque Stelle ad Avellino? C’è l’immagine di un sindaco». Ma l’esponente politico non ha condiviso nemmeno la posizione attendista del Pd: «La strada intrapresa non è accompagnata da una lucida visione della situazione. La sfiducia dopo le elezioni provinciali è una scelta di convenienza».

Al primo cittadino sono state riservate ulteriori critiche a causa del suo comportamento, considerato contradditorio: «Se si rendesse conto che non ha una maggioranza, non perderebbe tempo a fare proclami e offendere o esprimere giudizi, quando poi è costretto a modificare le sue posizioni. È la prova della nullità. Siamo in presenza di un Comune dove un sindaco c’è, ma nessuno lo conosce».

Anche l’ex deputato Giuseppe De Mita indica il percorso da seguire per le elezioni provinciali: «Cercare un’intesa sarebbe ragionevole, ma le convergenze si costruiscono sui programmi e sulle cose da fare, non in astratto. In questo modo si può provare  anche a ridare un ruolo significativo al consiglio, che invece sembra relegato ad accessorio del presidente. Bisogna, quindi, puntare sulle competenze dell’ente, alcune delle quali incrociano tempi di grande delicatezza, su cui si concentra l’attenzione dei cittadini: viabilità ed edilizia scolastica».

Ogni schema politico, però, viene considerato da archiviare: «La convergenza è possibile tra chi ci sta. Centrodestra e centrosinistra sono categorie del passato. Non condivido nemmeno l’idea di un fronte contro i populismi. Ci porterebbe dritti verso la sconfitta. Bisogna piuttosto cercare di interpretare in maniera diversa le istanza di cambiamento che vengono dagli elettori».

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