Dono delle Sacre Spine, celebrazioni ad Ariano per i 750 anni

L'OMAGGIO DI CARLO I D'ANGIÒ. PRESENTATA AL MASCHIO ANGIOINO DI NAPOLI L'EDIZIONE 2019 DELLA RIEVOCAZIONE STORICA, IN PROGRAMMA L'11, IL 12 E IL 13 AGOSTO PROSSIMI. L’evento è promosso e organizzato dall’Associazione Sante Spine, quest'anno sancito da una moneta commemorativa e affidato alla direzione artistica di Eraldo Ammannati, «che ha un’esperienza pluridecennale nel settore medievale». La città del Tricolle entra nella rete Marsica medievale

Il Vescovo della Diocesi di Ariano Lacedonia, Sergio Melillo

Un progetto di rete in grado di far conoscere e apprezzare la manifestazione oltre i confini regionali, una moneta commemorativa, il coinvolgimento dei sindaci dei comuni limitrofi, un convegno con docenti universitari, un concorso fotografico, la supervisione di un direttore artistico, tra i migliori esperti italiani di rievocazioni medievali. Sono queste alcune delle novità in programma per la XXIII edizione della Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine, che si svolgerà ad Ariano Irpino nei giorni 11, 12 e 13 agosto 2019. L’evento, promosso e organizzato dall’Associazione Sante Spine, si prepara a festeggiare un importante anniversario: i 750 anni ( 1269 – 2019) del dono delle Sacre Spine alla città di Ariano da parte di Carlo I D’Angiò. La manifestazione storica è stata presentata in grande stile a Napoli, al Maschio Angioino, nei giorni scorsi. Oltre al presidente dell’Associazione Sante Spine, Giancarlo Sicuranza, e ai soci,  hanno partecipato alla conferenza stampa: il sindaco di Scurcola Marsicana, M.Olimpia Morgante, il presidente e il vicepresidente dell’associazione Marsica Medievale, rispettivamente Lorenzo Fallocco e Rosa Giammarco; e ancora, il neo assessore alla cultura del comune di Ariano, Francesca D’Antuono, Ilaria Perrelli, portavoce del presidente del Consiglio regionale della Campania, Eraldo Ammannati, direttore artistico della XXIII edizione della Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine, monsignor Alberto Lucarelli, cancelliere vescovile della diocesi di Ariano – Lacedonia, l’artista Marco Dell’Oriente, autore del quadro simbolo dell’edizione 2019, il fotografo e videomaker Marco Peluso, autore dello spot promozionale dell’evento. (Le foto della conferenza stampa inviate dagli organizzatori sono di Marco Peluso)

La conferenza stampa di presentazione della Rievocazione del Dono delle Sacre Spine. L’appuntamento con la stampa al Maschio Angioino di Napoli. La rievocazione è in programma dall’11 al 13 agosto ad Ariano Irpino

Giancarlo Sicuranza, presidente dell’Associazione Sante Spine: “L’edizione 2019 è particolarmente importante perché coincide  con il 750esimo anniversario del dono delle Sacre Spine; nel 1269 Carlo I D’Angiò donò alla città di Ariano due Spine della Corona di Cristo.  Per l’occasione è stato creato un folder con una moneta commemorativa. Le novità di questa edizione sono tante, per alzare sempre di più la qualità dell’evento ci siamo avvalsi della collaborazione del direttore artistico Eraldo Ammannati, che ha un’esperienza pluridecennale nel settore medievale. Siamo entrati a far parte insieme al comune di Scurcola Marsicana della rete Marsica medievale. Stiamo lavorando, inoltre, ad un protocollo di intesa con i sindaci dei comuni dell’Arianese, che  parteciperanno alla rievocazione di agosto; il protocollo sarà stilato nel prossimo mese di ottobre e sarà la base per la realizzazione di gemellaggi e giornate medievali tra i comuni partecipanti. Ancora, la mattina del 5 agosto presenteremo la coppia reale di questa edizione, che riserverà una grande sorpresa; nel pomeriggio, invece, è previsto un convegno con due docenti universitari: Guido Iorio, professore di storia all’Università di Salerno e alla Scuola militare Nunziatella di Napoli, e Rosa Fiorillo, professoressa di archeologia medievale all’università di Salerno. Abbiamo in programma anche il concorso fotografico medievale, in collaborazione con Giuseppe Perrina e il Forum della Gioventù”.

Foto di gruppo al termine della conferenza stampa di presentazione della Rievocazione arianese del Dono delle Sacre Spine

Lorenzo Fallocco, presidente dell’Associazione Marsica Medievale: «Il progetto che stiamo portando avanti si chiama Marsica Medievale, un’iniziativa  di valorizzazione storica e culturale che si basa sull’ultimo percorso di Corradino di Svevia e Carlo  I D’Angiò. Partecipano anche la regione Campania  e la città di Ariano Irpino. E’ un progetto internazionale, che vede più comuni prendere parte alle rievocazioni storiche. L’obiettivo è creare una rete di comunicazione che parte dai comuni e si estende alle regioni ; nella rete, anche Francia, Germania e Stato del Vaticano”,il commento di Lorenzo Fallocco, presidente dell’Associazione Marsica Medievale».

Eraldo Ammannati, direttore artistico della XXIII edizione della Rievocazione del dono delle Sacre Spine: «Stiamo lavorando per rendere la Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine un evento di carattere nazionale. Sarà un’edizione caratterizzata da grande attenzione ai dettagli, dal mercato storico agli spettacoli, alla sfilata alla realizzazione di nuovi costumi. Entro tre anni la Rievocazione sarà conosciuta in tutta Italia».


INFORMAZIONI E APPROFONDIMENTI

Sito della Associazione Sante Spine


Le reliquie preziose, delle Sacre Spine, rappresentano un tesoro inestimabile per la diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia. La millenaria tradizione e il forte culto dei devoti arianese hanno messo in rilievo l’aspetto tradizionale e taumaturgico

dal sito santespine.it

IL CULTO. Le Spine di Ariano incastonate in una turrita meravigliosa scultura argentea, in due ampolle di cristallo, tripartita, con decori di gigli di Francia, presenta la struttura inferiore ogivale sostenuta da due angeli e l’altorilievo dell’ecce-Homo, lo stemma della città di Ariano sec. XVII. Colpisce per la bellezza anche le immagini dei Santi Patroni Elzeario e Beata Delfina. Il reliquiario presenta delle analogie stilistiche con le guglie della Sainte Chapelle di Parigi.
Le sue spine la lunga di 6 cm e la piccola di 5.5 cm sono dure, di colore avorio, eccetto la punta che è nera.
Il reliquiario è stato concepito come un ostensorio , decorato da festoni e figure sacre, le spine sono racchiuse in due cilindri di cristallo. E’ probabile la manifattura di maestri argentieri napoletani.
La popolazione arianese ha sempre custodito la forte devozione, affiorano nel medioevo le processioni penitenziali che dalle contrade e specie dal santuario di S. Liberatore, “con il capo coperto da corone di edera e di biancospino, in tempo di calamità, di prolungata siccità o di abbondanti piogge, giungevano in cattedrale, dove erano esposte le S. Spine, invocando la pioggia ristoratrice o il sole benefico”.
Intonavano laudi e canti religiosi.

Resta un mirabile frammento: Spina pungente / ca pungisti lu miu Signore / Pungimi stu core / E pirdona lu piccatore. / Pirdona mio Dio / Perdona pi pietà e / Lu dono ca fece Cristo a / La santissima Trinità.

Il Vescovo di Ariano, l’agostiniano Fra Luigi Morales (1659-1667) nel 1660 rispose al vicere conte di Pignorando di non poter accogliere la richiesta del dono di una spina perché il popolo e “assai geloso di questo sacro tesoro e avrebbe potuto crerare tumulti”. Le Spine erano custodite già nel 1517 epoca della “confezione della Platea Urbana et foranea del Vescovo, futuro cardinale, Diomede Carafa e conservata ab antiquo nella tesoreria della cattedrale arianese. Nel sec. XVII i vescovi Ottavio Ridolfi (1613-1624) e Paolo Caiazza (1624-1641) in diverse occasioni portarono a piedi nudi il reliquiario delle S. Spine nella chiesa di S. Angelo per implorare la divina misericordia. Solo nel 1737 fu costruita la cappella delle S. Spine, voluta dal Vescovo Mons.Tipaldi dove troneggia una bellissima tela Cristo coronato di spine. La festa in tempo pasquale era celebrata nella II^ domenica dopo la resurrezione, con recita dell’Officio proprio. Ad istanza del vescovo di Ariano nel 1850 la congregazione del Sacri Riti concesse la conferma dell’officio proprio diocesano, il quale riprende l’ufficio proprio delle S. Spine concesso,nel 1723, al Duomo di Napoli, la cui recita fu poi estesa alla Cattedrale di Andria e di Ariano. Nel XVIII secolo, il vescovo arianese Filippo Pirelli, durante la S.Visita, volle prendere dalla base della seconda spina alcune frammenti, uno di questi fu donato alla famiglia Vitoli di Ariano , dove attualmente è custodita, nella cappella privata, in un piccola teca di cristallo insieme ad altre reliquie.

LA LEGGENDA. Da un manoscritto proveniente dalla famiglia Pisapia, donato al Museo civico di Ariano, attribuito allo storico Vitale , del sec. XVIII, si apprende che un pellegrino proveniente dalla Terra Santa abbia fatto una sosta ad Ariano, non riusciva proseguire il suo viaggio, a causa di una forza misteriosa che lo costringeva a non riprendere il cammino. Questi portava nascosto gelosamente custodito nella bisaccia un prezioso deposito: tre S. Spine. Il pellegrino volle aprire il cuore rivelando il suo segreto al Vescovo di Ariano. Alcuni dubbiosi non vollero credere all’autenticità delle sacre reliquie , pretesero la prova del fuoco. Due Spine rimasero intatte, mentre la terza si bruciò. Da allora le Spine furono portate trionfalmente nella cattedrale e custodite con venerazione dalla chiesa arianese. Altra tradizione era quella della processione nella domenica dopo la 2^ domenica dopo l’Assunzione di Maria, veniva portato il processione il reliquiario delle S. Spine, sopra un altare portatile in Piazza Grande, veniva fatta la benedizione propiziatrice per la città e diocesi da parte del Capitolo della Cattedrale. Gli anziani ricordano con commozione che in ogni ostensione del reliquiario delle S. Spine, tutte le calamità naturali cessavano all’istante, dopo che folle di pellegrini, donne con corone di spine e fiori, in processioni penitenziali da ogni contrada convergevano verso la cattedrale arianese. Alla fine di queste poche note vogliamo dare un omaggio alla profonda devozione del poeta sacerdote Pietro Paolo Parzanese. Il nostro cantore della “memoria passionis” e della “croce salvifica “, volle invocare nei celebri panegirici del 1832, del 1847, e del 1849 la divina provvidenza per le provate genti irpine, di riportare Cristo al centro della propria vita e via per il riscatto e la salvezza. Meriterebbero un ripubblicazione per l’attualità.
“Ariano mia culla, e , se il ciel mel concede, mia sepoltura, esulta di santo gaudio, e di celeste sorriso ti allegra. Balzino per letizia, come sciolti arieti,i tuoi colli, le tue valli echeggino di festivi clamori. … Padre dei cieli, il tuo popolo invoca; egli t’offre in olocausto queste spine tinte nel sangue del tuo Figlio, e sarà lieto, se ascolterà queste voci intuonate altra volta per Osea: Soepiam vias tuas spinis, et sponsabo te mihi in sempiternum”. (Panegirico s. Spine, 1832).

 

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