L'avv. Nicola Boccalone, Presidente di Irpiniambiente dal 2016

Dopo un anno di lavoro preparatorio il presidente dell’Ente d’Ambito per i rifiuti di Avellino Valentino Tropeano si trova nell’imminenza di affrontare i dossier più spinosi imposti dalla riforma De Luca del 2016. Entro giugno l’Ente che associa i 118 comuni della provincia di Avellino dovrà affidare o programmare l’assegnazione in gestione dei servizi di igiene ambientale, dalla raccolta al trasporto e forse anche lo spazzamento, garantendo anche un’amministrazione virtuosa delle infrastrutture e degli impianti. Se nel primo caso il nodo da sciogliere riguarda a chi affidare il servizio urbano (ad un unico soggetto o a più soggetti chiamati a coprire diversi comprensori della provincia), nel secondo caso si tratta di dare continuità ai programmi di sviluppo della filiera impiantistica, problematica che riguarda in questi casi il rapporto sempre complesso con le popolazioni locali. Al di là del merito delle due questioni, il difficile compito dell’Ato consiste preliminarmente nel decidere il difficile destino di Irpiniambiente.

Determinante sarà la partita sui costi finali La tariffa attuale già in discussione

L’ingresso alla amministrazione provinciale

LA SPA PUBBLICA PARTECIPATA DALL’ENTE PROVINCIA SI AVVIA AL DECENNALE. Tra le varie società create nel 2009 in Campania dalle cinque province durante la fase di trasizione stabilita dal famoso Decreto Berlusconi, quella di Avellino è stata l’unica azienda capace di coprire l’intero ciclo integrato. Questo merito è stato riconosciuto anche dai detrattori, cioè da quei settori istituzionali e politici che ad Irpiniambiente avrebbero preferito un soggetto a capitale misto o anche privato nel solco degli indirizzi europei in materia di liberalizzazione e concorrenza nel settore dei servizi pubblici locali. Questa particolarità tutta avellinese pone in una certa difficoltà l’Ato di Avellino, chiamato dalla legge a smontare la realtà industriale costruita dalla amministrazione provinciale 10 anni fa. D’altro canto, i risultati conseguiti in termini di raccolta differenziata costituiscono insieme ad una certa efficenza dimostrata dagli impianti di Pianodardine, Flumeri, Teora, Montella e Savignano, un freno ad una frettolosa archiviazione della pratica Irpiniambiente. Non è un caso che le organizzazioni sindacali stiano alla finestra in questa fase lunghissima di discussione fra sindaci e Ato che va avanti dall’autunno senza avere apparentemente sortito alcun indirizzo concreto.

La sede della amministrazione provinciale di Avellino nello storico Palazzo Caracciolo di piazza Libertà

PIANO D’AMBITO, LA SINTESI DEGLI INDIRIZZI ENTRO MARZO. In realtà gli elementi stanno emergendo, e il presidente dell’Ato Valentino Tropeano raggiunto telefonicamente in queste ore si sbilancia nell’indicare una data certa per la conclusione delle consultazioni. “Con gli ultimi appuntamenti fissati in calendario, entro il 20 febbraio avrò terminato il mio giro di incontri e potrò avviare finalmente la riflessione conclusiva sugli indirizzi da dare al Piano d’Ambito” ha affermato il sindaco di Montefredane a capo dell’Ente d’Ambito. “Soltanto dopo questi ultimi appuntamenti con la struttura dell’Ente potremo concretamente fare la sintesi che ci consentirà di proporre al’inizio del prossimo mese una prima bozza di Piano d’Ambito”. La bozza di cui parla Tropeano conterrà alcune risposte sul problema di Irpiniambiente. Ad esempio, dirà se i servizi di igiene urbana e la gestione dell’impiantistica potranno essere affidati ad un unico soggetto o dovranno essere diversificati. Conseguentemente si potrà capire se l’Ato proporrà la possibilità di scomporre in sub ambiti il perimetro ottimale coincidente con i confini provinciali, oppure se si manterrà l’attuale modello del servizio unico provinciale. Certo, Tropeano non nasconde la sua idea. “Credo fuori discussione in questa fase proporre una scomposizione in sub ambiti, considerando i risultati conseguiti dalla gestione unitaria”.

L’Ato di Avellino chiamato a stabilire se dividere il territorio provinciale in sub ambiti

IL NODO DEI COMPRENSORI (O SUB AMBITI). Questo dilemma, unico gestore provinciale o più soggetti, dovrà essere superato in un confronto complesso e non scontato fra i sindaci che, anche su questo dovranno far sentire la propria voce nell’assemblea che a marzo sarà convocata per esaminare la bozza di Piano d’Ambito. La legge riconosce il diritto dei comuni rivendicare una autonomia comprensoriale. Decisivi saranno alcuni fattori oggettivi che non è difficile immaginare alla luce dei forti contrasti registrati soprattutto nella prima fase della gestione provinciale, tra il 2010 e il 2014. In quel periodo furono accese le polemiche sui costi tariffari imposti dalla Provincia con la gestione di Irpiniambiente. Ed è soprattutto questo punto a determinare la scelta dei sindaci, fermo restando il mantenimento dei livelli occupazionali e, una richiesta presumibile di capitolati più aderenti alle singole realtà territoriali nel caso in cui si continuasse con la gestione unitaria. Con le tariffe peseranno molto le valutazioni sugli investimenti. Il Piano d’Ambito dovrà infatti prevedere tutta la spesa sulla manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture esistenti, sulle coperture necessarie per ampliare le filiere e, su quegli interventi che si renderanno necessari per garantire economie di scala nell’organizzazione dei un ciclo integrato che dovrà assicurare la piena e completa autosufficienza della provincia di Avellino anche in caso di emergenza o crisi del sistema. Questo punto facilmente comprensibile pensando agli impianti di compostaggio: ne servono due, quindi un secondo da affiancare a quello di Teora nell’evenienza di un’avaria. Ma si dovrà pensare anche al futuro dell’impianto di Pustarza, presso Savignano, dove la discarica non ha di fronte a sè orizzonti illimitati.

Il banner di Irpiniambiente dedicato alla raccolta differenziata nella città di Avellino

LA GESTIONE DEL CICLO INTEGRATO PROBABILMENTE SARÀ RIVISTA. Valutando tutti questi aspetti si comprende che la gestione di Irpiniambiente, al di là della fiammata avellinese dell’ultimo anno, non potrà rimanere la stessa a prescindere dal mantenimento o meno della società, che in ogni caso per continuare ad operare con un eventuale affidamento diretto dovrebbe subire una mutazione del capitale sociale. In luogo dell’ente Provincia, che al momento non contempla il ruolo di azionista di una società di servizi, potrebbero entrare i comuni e, non solo. Come già nel 1999, quando il ‘Consorzio di smaltimento Avellino 1’ allora costituì il soggetto pubblico Asa, si potrebbe immaginare la collocazione sul mercato di una quota non superiore al 49% delle azioni, consentendo il rispetto delle direttive europee, ottemperando alla norma varata dalla Regione Campania e conservando in mano al pubblico il controllo del servizio. Entro un mese le prime risposte, che innescheranno un dibattito destinato a protrarsi per il resto dell’anno. Protagonisti del confronto saranno di qui a poche settimane forze politiche, sindacati e anche la Regione Campania, che avrà voce in capitolo su eventuali soluzioni diverse dalla gara.

Aperto il dibattito tra gli amministratori locali,  che ora accelerano per arrivare a dare stabilità al sistema, dopo anni di rinvii

Sala Sandro Pertini Grottaminarda – da sinistra Stefania Di Cicilia presidente dell’Unione Comuni dell’Ufita e membro del Consiglio dell’ATO; il presidente dell’ATO Valentino Tropeano e il sindaco di Grottaminarda Angelo Cobino.

TROPEANO: «CONSULTAZIONI AL TERMINE, PRONTI A FARE SINTESI PER DECIDERE COLLEGIALMENTE NELL’ASSEMBLEA». Da oltre due mesi è impegnato in una serie di incontri con le autonomie locali per arrivare a definire la bozza di Piano d’Ambito in materia di rifiuti. Il presidente Valentino Tropeano si appresta a tirare le conclusioni. Mancano due decisivi appuntamenti. “Il mio lavoro di ricognizione è quasi terminato e mi appresto a trarre le conclusioni”, ha spiegato il massimo rappresentante dell’Ato Rifiuti, che annuncia la conclusione delle sue consultazioni entro il 20 febbraio. “Fondamentale stabilire dove ubicare gli impianti che servono a completare la filiera, sciogliendo la riserva in particolare sul secondo sito di compostaggio”. Ma Tropeano sottolinea piacevolmemte i tanti contributi di idee e proposte pervenuti negli incontri già fatti. “DSai sindaci sono venute richieste precise a proposito del compostaggio. In tanti i hanno sollecitato la previsione di impianti di comunità per rendere più capillare la raccolta della frazione organica, in modo da azzerare spese di trasporto e anche l’impatto sull’opinione pubblica di strutture troppo grandi”. Tropeano sottolinea che la provincia di Avellino non deve sottovalutare la proppria dotazione infrastrutturale: “Non siamo all’anno zero, abbiamo quattro impianti adeguati, ai quali va aggiunto il secondo biodigestore”. Da notare che gli amministratori interpellati hanno dato tutti la disponibilità ad ospitare siti purchè non destinati al trattamento dell’organico. Dalle parole del presidente Tropeano si ravvisa un cambiamento di clima anche rispetto a pochi mesi fa, quando l’attenzione degli amministratori locali non era elevata quando si parlava di rifiuti. E non è un caso. Nonostante i poteri ordinari in materia di igiene urbana siano sospesi dal 2010 gli avvenimenti degli ultimi mesi con il salto di qualità della minaccia criminale sull’impiantistica pubblica, ha destato forti preoccupazioni nei sindaci, che temono il ritorno dell’emergenza se i territori non saranno adeguatamente preparati a mettere in sicurezza la filiera ambientale. A marzo la prima assemblea del nuovo corso servirà a far venire fuori gli indirizzi e la linea di tendenza dei vari comprensori irpini.

L’area ecologica di Campo Genova, nei pressi dello Stadio Partenio, sulla strada che conduce alla Città Ospedaliera San Giuseppe Moscati

TROVA SOSTENITORI LA SOLUZIONE DELLA CONTINUITÀ DI IRPINIAMBIENTE. Irpiniambiente è stata molto osteggiata nei primi anni della sua attività, quando il peso tariffario del nuovo corso disegnato dalla sospensione dei poteri ordinari in materia di igiene urbana aveva caricato sulle spalle del contribuente sia gli oneri per la pulizia delle città e dei paesi sia quelli per lo smaltimento. Con il ritorno ai poteri ordinari, quelli che restituiscono ai sindaci la responsabilità di programmare costi e servizi, per abbattere la tariffa occorre necessariamente rendere quella dei rifiuti una industria. Non basterà aumentare la percentuale della raccolta differenziata, occorrerà riutilizzare tutti i materiali recuperati, lavorandoli entro i confini provinciali per abbattere i costi di trasporto. Occorrerà rendere la società una azienda in grado di produrre. Il maggiore consenso che oggi raccoglie attorno a sé la società non basterà senza numeri in grado di rendere più sostenibile in prospettiva il peso tariffario del ciclo integrato dei rifiuti.

AD ATRIPALDA IRPINIAMBIENTE PRESENTA IL NUOVO PIANO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA. Atripalda si prepara al nuovo piano di raccolta differenziata. La rimodulazione del servizio sarà presentata nel corso di una conferenza stampa in programma oggi, lunedì 4 Febbraio, alle ore 10:30 presso il Municipio di Atripalda. Alla conferenza stampa prenderanno parte il Sindaco di Atripalda Giuseppe Spagnuolo, il delegato all’ambiente Costantino Pesca e l’amministratore unico di Irpiniambiente, Nicola Boccalone.


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