Torre Annunziata, la storia del presepe napoletano nel Festival 3.0

Un focus sull’arte presepiale «dall’antica tradizione alle rivisitazioni moderne che ne raccontano l’attualità». Appuntamento nell'ambito delle iniziative per i 700 anni di Torre Annunziata su www.700torre.it

Salvatore Giordano, pres. Amici del presepio. A Torre Annunziata allestita la storia del presepe napoletano nel Festival 3.0. Foto diffusa dagli organizzatori

La storia del presepe napoletano nel Festival 3.0 di Torre Annunziata. Nuovo appuntamento per la commemorazione dei 700 anni di Torre Annunziata su www.700torre.it. Si tratta di «un focus sull’arte presepiale, dall’antica tradizione alle rivisitazioni moderne che ne raccontano l’attualità», spiegano i promotori. «La storia del presepio napoletano» è il nuovo step del Festival 3.0 «Torre Annunziata tra memoria e identità», la kermesse virtuale dedicata ai 700 anni della città oplontina e finanziata con i fondi Unesco. A Torre Annunziata proseguono gli appuntamenti dell’itinerario artistico-culturale promosso dal Comune, guidato dal sindaco Vincenzo Ascione, con la direzione artistica di Ignazio Scassillo e la guida del regista Onofrio Brancaccio. I contenuti sono visionabili sulla web tv www.700torre.it e sui canali social 700Torre.

Torre Annunziata, la storia del presepe napoletano nel Festival 3.0. Foto diffusa dagli organizzatori

DAL 6 GENNAIO LE VISITE ON LINE. L’appuntamento sul presepe, visionabile dal 6 gennaio, riporta una testimonianza sull’arte natalizia di Salvatore Giordano, presidente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio – Sezione Torre Annunziata, fondata nel 1967 e che ha lo scopo di promuovere l’arte presepiale e tramandarla alle nuove generazioni.
Un viaggio nel presepe napoletano del 700, con le tre scene classiche: quella della natività in alto perché rappresenta il bene, quella della taverna in basso perché esprime il male e quella della fontana che incarna la purificazione. Ma anche il racconto di presepi attualizzati, come quello realizzato nel 2012 dall’associazione per il Comune di Torre Annunziata. Un’opera in cui emergono aspetti antichi e moderni della città, risorse sfruttate e non e anche simboli che inneggiano ad un riscatto sociale e morale. «In questo presepe si racconta la storia socioeconomica della città attraverso risorse che la hanno resa un’eccellenza ma anche risorse trascurate e non sfruttate», spiega Salvatore Giordano. «È rappresentato il corso Umberto con l’essiccazione all’aperto della pasta, il culto della Madonna della Neve, le attività di pesca e le bellezze archeologiche, come Villa Poppea che in passato ospitava i nobili romani ed oggi accoglie i turisti. Ci sono anche risorse ed eccellenze abbandonate come i Pupi Corelli che potrebbero dare lustro alla città, ma sono dimenticati. Inoltre, anziché i classici pastori ci sono gli scugnizzi che vanno verso la Natività: è un messaggio di speranza e di ritorno all’etica delle giovani generazioni».

Torre Annunziata, la storia del presepe napoletano nel Festival 3.0. Foto diffusa dagli organizzatori

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