L’ex vicesindaco di Avellino La Verde lascia il Pd. Con una lettera aperta indirizzata ai segretari Provinciale e nazionale, quindi al commissari regionale, annuncia che restituisce virtualmente «la tessera non ancora ricevuta». La ragione è politica. Si tratta di «un partito vuoto, privo di contenuti e lontano, a mio parere, dai veri bisogni della gente, mero contenitore di privilegi e poteri di piccolo cabotaggio; un partito non più leader propositivo, ma stampella sterile, condizionato da altre forze politiche, ostaggio di veti incomprensibili ed inconcludenti, destinato ad un ruolo marginale». Stefano La Verde, che si è astenuto recentemente sulla relazione presentata dal segretari provinciale in tema di alleanze in vista delle elezioni amministrative, prende le distanze anche dalla sua stessa componente di riferimento, come si legge. Ecco il testo.
Restituisco al PD la tessera che non ho ancora ricevuto
Lettera aperta di Stefano La Verde | Componente Direzione Provinciale PD – Ex Vice Sindaco di Avellino
Con la presente comunico la restituzione della tessera (in maniera virtuale, visto che pur avendola pagata, non mi è stata mai consegnata) e le dimissioni da componente la Direzione Provinciale del PD di Avellino. Lascio un partito che è ormai lontano anni luce dal partito a cui avevo aderito nel 2007. Un partito vuoto, privo di contenuti e lontano, a mio parere, dai veri bisogni della gente, mero contenitore di privilegi e poteri di piccolo cabotaggio; un partito non più leader propositivo, ma stampella sterile, condizionato da altre forze politiche, ostaggio di veti incomprensibili ed inconcludenti, destinato ad un ruolo marginale. A livello provinciale vi è stata la riproposizione stantia di antiche liturgie e di vecchi percorsi, che sembravano ormai sepolti, svilendo e mortificando il ruolo di organismi quali la Direzione Provinciale, riducendola a prendere atto di decisioni prese da altri.
Un organismo che dovrebbe essere il luogo deputato al dibattito politico, al confronto di idee ed alla elaborazione della linea politica, ridotto a luogo di ratifica di decisioni prese da pochi, né partecipate, né condivise. L’intollerabile ed insopportabile lezioncina sul senso di appartenenza di un ex consigliere comunale, trombato alle ultime elezioni, iscritto al partito da poco più di un anno e di cui sono noti gli interventi contro il PD nel corso degli anni (conservo tutti gli interventi). L’assoluta mancanza di solidarietà da parte della mia area di appartenza che ho visto molto bene “integrata” nel contesto di via Tagliamento. Questi i principali motivi per cui lascio il PD, un partito che mi ha gratificato tanto, ma che ho rappresentato, nel corso degli anni, dignitosamente e degnamente.
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L’ex vicesindaco di Avellino La Verde lascia il Pd: restituisco la tessera che non ho ancora ricevuto
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