Petrosino (Condor Spa): ferrovia fondamentale per Avellino

Intervista all'amministratore delegato dell'azienda specializzata in ponteggi per l'edilizia: "L'elettrificazione dell'Avellino Salerno opera chiave per l'Irpinia"

Abbiamo chiesto a Nunzia Petrosino, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Condor Spa, specializzata nella produzione e commercializzazione di ponteggi e casseforme per l’edilizia, una riflessione sulla situazione dell’economia irpina in questa fase post Covid: quali prospettive di rilancio a medio e lungo termine? Oltre al suo punto di vista, ci ha rivelato anche i punti di forza della sua azienda (ricerca, innovazione e sostenibilità), e quelli che ritiene i punti deboli della nostra provincia (lo spopolamento).

Nunzia Petrosino
Nunzia Petrosino Amministratore delegato Condor Spa

Il suo è un punto di vista autorevole, alla luce della decennale esperienza alla guida di Condor e alla luce delle attività politico-istituzionali culminate con la guida prima dei Giovani Imprenditori della Campania (dal 2013 al 2017) e poi dell’Obr Campania (nel 2018), con una precedente e lusinghiera ‘carriera’ anche all’interno di Confindustria Avellino, dove tutto era cominciato nel 2005. Poi venne eletta ‘consigliere con delega all’Economia’ nel 2008, e nel luglio del 2009 entrò a far parte della Giunta dell’Unione Industriali di Avellino come delegata del Gruppo. Nel 2011 arriva la carica di presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Avellino, tra le più giovani mai elette prima, per poi conquistare anche la carica di presidente regionale.

Come hanno influito in Irpinia, sul piano economico e industriale, i due anni di pandemia? Ormai possiamo dire di trovarci in una fase post-Covid, ma come si presenta a questo punto il tessuto produttivo della provincia di Avellino?
La pandemia ha dato un duro colpo all’economia del Mezzogiorno. E’ un dato di fatto che registriamo nella nostra esperienza quotidiana di imprenditori e cittadini e che viene certificato dagli studi più aggiornati, come il Rapporto aree Interne Campania , edito dal centro Studi di Confindustria. Il tessuto economico meridionale in termini di occupazione e di qualità del lavoro si è indebolito ulteriormente. Lo scenario irpino è preoccupante, caratterizzato dallo spopolamento delle aree interne, dalla debolezza strutturale del tessuto economico e dalla scarsa dotazione di infrastrutture sia di mobilità sia digitale. A risentirne sono state maggiormente le zone interne dove lo spopolamento è un fenomeno in forte crescita. Bisogna frenare la fuga dei cervelli e della manodopera verso il Nord e addirittura l’estero. I giovani non trovando occupazioni rispondenti alle loro competenze fuggono via. Di conseguenza la mancanza di manodopera e di figure con competenze qualificate riduce la capacità di crescita del valore aggiunto in diversi comparti produttivi.

Un cantiere della Condor Spa

Ragioniamo sulle prospettive di sviluppo a medio e lungo termine: quale strategia stanno adottando, o dovrebbero adottare, le aziende? 
Le incertezze che gravano sulla situazione economica e geopolitica europea e mondiale portano la necessità di adottare, come aziende, modelli di gestione che consentano flessibilità e capacità di adattamento a situazioni volatili. Come in passato, concentrarsi sul proprio core business investendo in ricerca, innovazione e sostenibilità risulterà la chiave vincente in tutti i settori. Anche la diversificazione geografica dei mercati di sbocco si è rivelata e continua a rivelarsi una strategia che consente di bilanciare i rischi oltre che un importante strumento di crescita. Una struttura finanziaria bilanciata e agganciata in maniera opportuna al sistema finanziario può consentire alle aziende di affrontare ulteriori shock senza compromettere la propria continuità.

Quale ricetta si sente di consigliare agli imprenditori e alle istituzioni? Con quali obiettivi?
Non esistono ricette ma occorre un lavoro congiunto di imprese e istituzioni che vada a promuovere azioni in questa direzione e con l’obiettivo di diffondere cultura, competenze e risorse che si muovano su questi cardini. Dal lato delle istituzioni, con particolare focus sul territorio irpino, bisogna in primis risolvere il problema dello spopolamento, della carenza di infrastrutture e della mancanza di digitalizzazione. Dobbiamo dare ai giovani quelle opportunità che oggi mancano, rendendo queste zone attrattive per chi è in cerca di occupazione e per gli imprenditori. Gli strumenti li abbiamo: il Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) e Next Generation Campania, che se ben utilizzati, soprattutto in modo collegiale, ci daranno la possibilità di attuare riforme e investimenti utili per risolvere contemporaneamente più problemi.

Da quando ha preso in mano le redini dell’azienda di famiglia ha accelerato molto sui mercati esteri, anche extraeuropei: è una strategia che potrebbe essere allargata anche ad altri settori dell’economia irpina? Lei come ha affrontato le difficoltà iniziali? Ci racconta qualche aneddoto legato ai suoi viaggi all’estero?
La strategia di internazionalizzazione di Condor è partita circa quindici anni fa. Già in quegli anni si verificarono ottime opportunità di crescita in mercati geograficamente limitrofi, come l’Europa continentale e i Balcani. Opportunità che abbiamo colto grazie a forti investimenti e un lungo e persistente lavoro di scouting di nuovi mercati, che, negli anni, ci ha portato a esportare i nostri prodotti in più di 27 Paesi, consolidando la nostra presenza commerciale in Israele, Australia, Romania, Nord Africa, Emirati Arabi; queste ultime tre aree sono state affrontate con una strategia local, che ci ha portato a basare nostre sedi commerciali lì già da diversi anni. Tantissime sono le esperienze fatte in questi anni nell’ambito di questo lavoro; tutte hanno portato a impattare la bellezza e la complessità dell’approccio a una cultura differente. Nel confronto tra le varie esperienze non può che evidenziarsi la differenza, talvolta sostanziale, tra le stesse: il formalismo e l’efficienza riscontrata nelle organizzazioni francesi, la burocrazia dei Balcani, le differenze di approccio e di cultura all’interno del mondo arabo. Entrare in un nuovo mercato geografico rappresenta entrare in un nuovo business, di fatto, ma significa anche entrare in una diversa cultura. Dovendo raccontare un episodio personale, ricordo spesso, in una riunione ad Algeri, le parole di un funzionario che commentava in francese, pensando di non essere capito, quanto le donne, seppur tali, fossero, talvolta, utili negli affari!

Cosa pensa di strutture e organismi istituzionali come la Fondazione Sistema Irpinia recentemente affidata alla guida di Sabino Basso? Quali strumenti può mettere in campo per aiutare le aziende e per favorire una ripresa dell’economia locale?
La missione della Fondazione è ambiziosa e sicuramente in linea con le priorità del territorio; conosco Sabino da tanti anni, quasi venti. Abbiamo condiviso un lungo percorso in Confindustria, presiedendo assieme, io per la sezione giovani, sia l’Unione Industriali di Avellino che Confindustria Campania. Anche grazie a questa esperienza ho avuto modo di apprezzarlo come persona e come imprenditore. Sono certa che la sua guida porterà a delle azioni estremamente incisive per favorire la ripresa del territorio.

Quanto e come può influire la politica su questi processi? Il caro energia causato dalla guerra in Ucraina poteva essere gestito meglio? 
La politica ha un’azione di indirizzo e attuazione fondamentale nella guida dei processi di risanamento economico. E’ la qualità degli attori della politica, dello scarso dialogo che pongono in atto, dell’autoreferenzialità dei loro contenuti contro la necessità di proposte concrete, innovative e talvolta impopolari che preoccupa, non solo in Italia. Il caro energia doveva essere gestito a livello europeo fin dall’inizio. Sono stati fatti passi avanti in questa direzione, speriamo che si prosegua così.

Si aspetta un cambio di passo dal governo Meloni?
Se si intende un cambio di direzione strategica del Governo, no, non credo. Se si intende un cambio di passo nell’andamento economico del Paese, è possibile, ma non dipenderà solo dal governo. Se si intende un cambio di passo nell’avanzamento dei più moderni diritti civili del Paese, purtroppo non credo. In ogni caso, la cosa migliore che ciascun cittadino italiano oggi può auspicarsi è che il governo termini la sua legislatura e abbia modo di portare a termine il suo programma, non fosse altro per non aumentare l’instabilità politica che vessa questo paese da decenni.

Stabilimento Condor a Conza della Campania
Il Pnrr potrà incidere sull’economia reale irpina e meridionale?
Sì. Tutto sta nella capacità di progettazione e soprattutto di attuazione degli interventi. In questo la politica e le amministrazioni giocano un ruolo decisivo, speriamo diverso da quello avuto negli scorsi decenni con i Fondi Europei e per centinaia di opere infrastrutturali già appaltate ma ferme per motivi spesso meramente burocratici.

Quali misure ritiene più urgenti?
Per l’Irpinia sicuramente l’elettrificazione della Avellino – Salerno, che sembra in dirittura di arrivo: è l’opera infrastrutturale più importante sia dal punto del trasporto merci che dal punto di vista del collegamento e spostamento di persone, favorendo non di poco l’apertura e la connettività delle aree interne. La Lioni-Grottaminarda, la stazione Hirpinia, la banda ultra larga, tutte opere già cantierizzate per la quali occorre la definizione di tempi certi di ultimazione. Queste le misure più urgenti e cruciali per la ripresa del territorio.

Restiamo alla Campania e all’Irpinia. Vede segnali positivi dalle nuove generazioni che, come accaduto anche con lei e suo fratello Francesco alla Condor Spa, sono arrivate alla guida di aziende simbolo delle eccellenze locali?
Io e Francesco siamo due quarantenni che hanno dedicato la loro vita professionale ( e non solo) al progetto dell’azienda di famiglia, fin da subito dopo la laurea magistrale, conseguita poco più che ventenni. Siamo stati fortunati nell’avere l’opportunità di poter abbracciare questa sfida e nell’avere persone, tutto il team di Condor, al nostro fianco. Abbiamo lavorato duro in questi anni, partendo dalla gavetta, affrontando rinunce e momenti difficili come qualsiasi imprenditore durante il suo percorso. Siamo oggi molto soddisfatti di quello che tutti insieme siamo riusciti a creare: Condor, partita dall’iniziativa di nostro padre Alfonso più di trent’anni fa, è leader nazionale nel suo comparto. Sentiamo forte la responsabilità di proseguire in questo percorso per continuare lo sviluppo di una realtà solida e innovativa, in grado di portare crescita e prestigio al territorio dove opera e per le persone che con lei lavorano, in ottica sostenibile e duratura. Grazie a Confindustria, ho avuto modo, negli anni, di conoscere molti colleghi provenienti da realtà analoghe e con percorsi simili. Posso concludere che passione, competenza, impegno e responsabilità sono i denominatori comuni delle guide di realtà eccellenti. E ho potuto osservare che non sono poche sul nostro territorio.


TAGS:

Campania, casseformi, Condor Spa, Confindustria, Economia, Edilizia, giovani imprenditori, giovani industriali, Nunzia Petrosino, Nunzia Petrosino Condor, petrosino, pnrr, ponteggi, spopolamento


LEGGI ANCHE:

Agenda Ufita, da Grottaminarda appello all’unità dell’Area vasta

Regione Campania e Comune di Napoli, intesa sul progetto strategico per la stazione centrale

Fascicolo sanitario elettronico in Campania per azzerare le liste d’attesa. Il piano De Luca

Il Governo garantisce un futuro per IIA a Bologna e Flumeri: sì alla (prima) ricapitalizzazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Petrosino (Condor Spa): ricerca, innovazione e sostenibilità

ARTICOLI CORRELATI