Nel Pd irpino salta l’unità. Ma il segretario rifiuta il congresso

IL MONITO DI NELLO PIZZA: "SUPERARE L’UNITÀ DI FACCIATA. SERVE TRASPARENZA DA PARTE DI TUTTI". Riunita ad Avellino in via Tagliamento la Direzione provinciale del Partito Democratico per l'analisi del voto e le comunicazioni al gruppo dirigente, che si è diviso sulle conclusioni

La sede del Coordinamento provinciale del PD irpino ad Avellino, in via Tagliamento

Nel Pd irpino salta l’unità sancita dalla assemblea congressuale il 18 marzo scorso ad Avellino. Ciononostante, il segretario – eletto tre mesi sotto l’egida del partito nazionale come espressione dell’intesa unitaria – rifiuta comunque la strada del congresso.

Nello Pizza

Il dissenso è stato certificato nella Direzione provinciale dai voti raccolti sulla sua relazione, un vero e proprio atto di accusa contro quella che ha descritto la slealtà dimostrata da una parte del partito alle elezioni provinciali (suppletive parziali) e comunali. Per Nello Pizza la slealtà di una parte del gruppo dirigente ha provocato conseguenze. Da un lato ha determinato la sconfitta del Pd irpino nei Comuni di Atripalda e Solofra, dall’altro alla Provincia ha favorito forze antagoniste e avversarie, sostenendo un candidato contrapposto a quello schierato da via Tagliamento. Il segretario ha sottolineato la portata politica rilevante di queste scelte, benché ininfluenti per l’esito del voto presidenziale parzialmente ripetuto alla Provincia. “Chi a giugno sceglie, senza alcun chiarimento politico preventivo, di appoggiare D’Agostino sceglie di stare anche con Italia Viva e con il sindaco di Avellino, di cui non conosco la sua collocazione politica e per questo lo cito personalmente”, ha spiegato. Per il segretario, dunque, la Direzione provinciale riunita ieri pomeriggio presso la Federazione di via Tagliamento doveva assumersi la responsabilità di misurare il consenso del segretario in questo difficile e controverso scenario. Di qui, su richiesta dello stesso Nello Pizza, la relazione è stata messa ai voti ed è stata approvata, definendo di fatto l’esistenza di una maggioranza e di una minoranza. Nel Pd irpino salta l’unità, ma nella sostanza politica, anche qualcosa di più: il percorso congressuale che ha portato alla proclamazione di segretario, assemblea e direzione, alla luce di questo voto, perde il suo presupposto fondamentale. La mancata celebrazione del congresso in primavera, quando si è decisa la esclusione dei circoli e degli iscritti dalla elezione degli organismi dirigenti, era stata motivata dalla esigenza di realizzare un pacifico approdo unitario delle diverse sensibilità, dopo un lustro di commissariamento. Venendo meno quel presupposto, la questione si riapre, proprio mentre è in corso il nuovo tesseramento aperto dal partito nazionale. Nel Pd irpino salta l’unità ma si accentua il precario equilibrio su cui regge l’attuale rappresentanza, mentre tra pochi mesi si dovranno celebrare le elezioni politiche. Di seguito i passaggi salienti dell’intervento che il segretario ha reso durante la riunione della Direzione, così come proposti nella relazione diffusa ai media locali.


SUPERARE L’UNITÀ DI FACCIATA. SERVE TRASPARENZA DA PARTE DI TUTTI

Stralci della relazione di Nello Pizza | Segretario della Federazione PD di Avellino

Non ci sono alternative ad una evidente presa di coscienza, non ci sono tatticismi o giochetti o piccole furbizie che possono fare in modo che quello che è accaduto fino ad ora possa essere nobilitato. Tutto quello che è accaduto finora è figlio di una vecchia politica, di vecchi giochi di potere ai quali con uno scatto di orgoglio e con senso di responsabilità a dicembre dello scorso anno si era provato a dire basta. Noi non siamo disponibili ad essere strumento di una politica che non guardi al futuro di questa terra con l’ambizione di creare le opportunità e le occasioni di sviluppo e assolutamente indisponibili a fare in modo che la politica torni ad essere semplicemente l’occasione per piccole ambizioni personali e per sostenere progetti dal fiato corto e senza alcuna prospettiva. Il dato politico vero è quello delle elezioni alla Provincia di Avellino, che vedevano coinvolto il cosiddetto campo largo e possiamo affermare che anche la seconda volta ha fatto registrare la tenuta dell’alleanza che sostiene Rino Buonopane. Anzi, possiamo anche spingerci ad affermare che questa alleanza si è anche rafforzata in termini numerici. Che questa volta non si prestano ad interpretazioni diverse. Il dato che emerge invece dalle elezioni comunali è un dato contrastante sebbene dove abbiamo potuto lavorare in sinergia i risultati per il Partito Democratico non sono mancati come si vede a Grottaminarda, a Gesualdo e in altre realtà. Purtroppo, e questo poi il tema principale di questa direzione, le spaccature all’interno del partito hanno fatto sì che in altre realtà a vincere fossero le forze avverse. Non si può negare che a Solofra il sindaco eletto non sia sicuramente espressione del Partito Democratico e che oggi il Pd sia all’opposizione di quella amministrazione, mentre sia chiaramente in maggioranza nelle realtà dove c’è stata trasparenza e linearità nella proposta politica. Questo induce una riflessione: nostro dovere mantenere unito il partito ed evitare fratture in un momento molto delicato che precede di qui a qualche mese le elezioni politiche. Tuttavia non credo che sia questa Direzione a dover sancire una spaccatura che purtroppo mi appare come evidente e che negare in questa sede significherebbe voler nascondere la testa nella sabbia. Ovviamente questo impone una riflessione politica che eviti situazioni che portino al cortocircuito dell’attività politica e che soprattutto non paralizzi il partito impedendogli di svolgere quel ruolo di traino e di proposta per i nostri territori, ruolo che ci viene dal peso elettorale dal consenso ancora elevatissimo del partito in provincia e che gli attribuisce oltre all’onore anche l’onere di rappresentare il riferimento di qualunque progetto serio di sviluppo e di rilancio di questa provincia. Non possiamo continuare a negare l’evidenza e non possiamo quindi continuare a sostenere che esista un partito unito con organismi uniti laddove invece le spaccature sono evidenti. L’unità di facciata non serve a nessuno. Quello che è accaduto alla Provincia è la rappresentazione plastica di questa dualità del partito incompatibile con un percorso unitario. Chi a giugno sceglie, senza alcun chiarimento politico preventivo, di appoggiare D’Agostino sceglie di stare anche con Italia Viva e con il sindaco di Avellino, di cui non conosco la sua collocazione politica e per questo lo cito personalmente. Questa scelta induce lo stesso D’Agostino, all’indomani dell’ennesima sconfitta elettorale, a proporsi come alternativa a questo Pd, alimentando una politica contraria a noi, al nostro partito, al percorso politico da noi immaginato. Questo impone che il proseguo dell’attività politica del Partito Democratico tenga conto di queste separazioni e soprattutto tenga conto del fatto che vi è una parte del partito che continua a coltivare un progetto politico antitetico a quello immaginato in occasione del nostro congresso. Questo modo di agire in politica mi offende e non ho intenzione di essere testimone inconsapevole di giochi e strategie oscure. E pertanto ritengo importante che oggi si prenda atto di tutto questo e soprattutto si prenda atto della mia indisponibilità a continuare un percorso come quello che è stato gestito fino ad ora: le diverse sensibilità del partito prendano consapevolezza di questo e si assumano la responsabilità dei loro gesti e accettino le conseguenze del loro agire.


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