Ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, Alaia: è un disastro

Il Presidente della Commissione regionale Sanità cita i sindaci dell'Area Pilota dell'Alta Irpinia e punta l'indice contro la gestione sanitaria dell'Asl in provincia di Avellino sotto la direzione della manager Maria Morgante

Ingresso del presidio ospedaliero Criscuoli di Sant'Angelo dei Lombardi

Per il Presidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale della Campania l’Ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi è un disastro. Enzo Alaia chiede al Direttore Generale dell’Asl di Avellino una spiegazione circa «la condizione disastrosa nella quale si trova l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi e, con esso, la gran parte delle strutture sanitarie che dipendono dalla sua gestione».

Maria Morgante, Direttore Generale dell’Asl Avellino

Il consigliere regionale di Italia Viva cita la fonte di questo giudizio. «Proprio ieri ho incontrato i sindaci dell’Area Pilota, che mi hanno rappresentato la drammaticità di una condizione che non solo arreca disservizi ai cittadini, ma che rischia di portare la struttura alla chiusura definitiva». Attraverso una serie di dichiarazioni (di seguito riportate), il Presidente della Commissione Alaia punta l’indice contro l’operato del Manager Asl, oltre che sulla situazione dell’Ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi, a poche settimane dalle nomine dei nuovi direttori generali nelle aziende sanitarie e ospedaliere della Campania, su cui l’ultima parola spetterà al Presidente della Giunta Regionale, Vincenzo De Luca.


IN IRPINIA UN PIANO SANITARIO SCONCLUSIONATO

di Enzo Alaia | Presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale della Campania

Vincenzo Alaia

La dirigente dell’Asl di Avellino deve spiegare sulla base di quali criteri ha elaborato un piano sanitario sconclusionato, inadeguato e del tutto scollegato dalla realtà del territorio irpino e lontano dalle esigenze delle comunità. Ancora una volta vengono assunte decisioni fondamentali per il funzionamento del servizio sanitario in maniera del tutto arbitraria, senza coinvolgere i rappresentanti regionali, le associazioni professionali, e soprattutto senza consultare i sindaci e gli amministratori locali che, più di altri, hanno contezza della realtà. In queste ore tanti amministratori stanno manifestando il loro sconcerto per un piano sanitario che prevede una dislocazione delle case della salute e degli ospedali di comunità che non ha alcun fondamento logico e che non è stato preceduto da nessun momento di riflessione, consultazione e approfondimento. Nessuno è stato ascoltato: né l’ordine dei medici, né il Presidente dell’Assemblea dei sindaci dell’ASL, né gli amministratori delle aree più rappresentative della provincia e men che meno la Commissione Sanità. Non a caso assistiamo in queste ore alle tante prese di posizione delle comunità irpine che, per bocca dei primi cittadini, stanno manifestando tutto il loro sconcerto per un modo di procedere che si è rivelato già per i suoi tanti limiti, arrecando non pochi danni al Sistema Sanitario e al funzionamento di nosocomi e strutture locali. Emblematico è il caso del plesso di Sant’Angelo dei Lombardi. Proprio ieri ho incontrato i sindaci dell’Area Pilota che mi hanno rappresentato la drammaticità di una condizione che non solo arreca disservizi ai cittadini, ma che rischia di portare la struttura alla chiusura definitiva. Ed è del tutto irricevibile la giustificazione della Dirigente Morgante che, dopo sei anni da quando occupa il ruolo di manager, lamenta la indisponibilità dei medici a lavorare a Sant’Angelo.  Spieghi, piuttosto, quale attività ha posto in essere in questi anni per agevolare il funzionamento del plesso ospedaliero, quali incentivi ha previsto per attrarre e fidelizzare i medici, quali iniziative ha assunto per coinvolgere le comunità e le istituzioni nella individuazione di soluzioni adeguate, quale programmazione ha posto in essere per evitare, dopo sei anni, la condizione disastrosa nella quale si trova l’ospedale di Sant’Angelo e, con esso, la gran parte delle strutture sanitarie che dipendono dalla sua gestione.


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