Corruzione e turbata libertà degli incanti autostradali, 4 arresti a Benevento

La Guardia di Finanza ha eseguito l'ordinanza cautelare emessa dal Gip. L'indagine della Procura riguarda una procedura aperta indetta da Autostrade per l’Italia s.p.a. per un importo di oltre 75 milioni di euro

Questa mattina la Guardia di Finanza di Benevento hanno arrestato quattro persone, indagate per corruzione e turbata libertà degli incanti. I militari della Guardia di Finanza- Nucleo PEF Benevento, coadiuvati da personale del Comando Provinciale GDF di Benevento, hanno dato esecuzione a quattro ordinanze applicative della misura cautelare degli arresti domiciliari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari di Benevento su richiesta della Procura della Repubblica.

Guardia di Finanza in azione

GLI INDAGATI. Sono finiti ai domiciliari: un imprenditore della provincia di Benevento, amministratore di fatto di società gestite formalmente anche da altri membri della propria famiglia, con sede nel medesimo territorio, operanti prevalentemente nel settore della costruzione e/o manutenzione di infrastrutture stradali; il presidente pro-tempore della Società Autostrada Tirrenica s.p.a. (SAT s.p.a. – società concessionaria di una tratta autostradale dell’A12 e partecipata al 99,931% da Autostrade per l’Italia S.p.a.), già Sottosegretario di Stato per i lavori pubblici dal 1996 al 2001; il Contract Manager di Autostrade per l’Italia s.p.a. (ASPI); una persona ritenuta coinvolta con il ruolo di intermediario tra gli incaricati di pubblico servizio e gli imprenditori privati, residente in Emilia Romagna, già responsabile dell’Area Commerciale di Coopcostruttori dal 1976 al 2003. Sono accusati per i reati -commessi in concorso tra loro e con altri soggetti- di corruzione aggravata, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti in ordine all’aggiudicazione di una procedura aperta indetta da Autostrade per l’Italia s.p.a. avente un importo di oltre 75 milioni di euro.

Gli uffici della Procura di Benevento

IL SEQUESTRO PREVENTIVO E LE PERQUISIZIONI IN CAMPANIA E IN ALTRE REGIONI. È stato disposto dal GIP ed eseguito il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di somme di denaro sino alla concorrenza di complessivi euro 64.128,00, costituenti parte del prezzo illecito promesso e importo finora oggetto di effettiva consegna.

LE INDAGINI. Secondo quanto riferisce la Procura in una nota, le indagini, durate oltre un anno, riguardano la presunta dazione corruttiva da parte di altro membro della stessa famiglia dell’imprenditore beneventano – oggi destinatario della misura cautelare – a favore di un dipendente dell’ANAS. Sono proseguite mediante ulteriore attività tecnica nei confronti di esponenti del citato gruppo imprenditoriale, al fine di acquisire ulteriori elementi in ordine alla prosecuzione dell’attività corruttiva e all’inserimento della stessa in un più ampio programma criminoso, che si ritiene abbia avuto ad oggetto accordi illeciti estesi e/o ramificati, conclusi e/o da concludere in fase di aggiudicazione delle procedure di gara.

L’ACCUSA. In particolare, una gara d’appalto bandita da Autostrade per l’Italia per le tratte autostradali della DT6 di Cassino Lotto 7 per un valore di € 76.500.000,00 (luogo di esecuzione Puglia, Campania, Lazio), per la cui aggiudicazione era stata prevista la procedura aperta”, ai sensi dell’art. 60 del D.Lgs. n. 50/2016 (Codice degli appalti), per la stipula di un Accordo Quadro per ciascun Lotto di Gara. Il lotto sarebbe stato aggiudicato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, secondo criteri e parametri di cui al disciplinare di gara, congruità da valutare ex art. 97 del citato D.Lgs. n.50/2016. L’accordo, della durata iniziale di 24 mesi (avente ad oggetto interventi di manutenzione delle pavimentazioni della piattaforma autostradale, degli svincoli, delle aree di servizio e di parcheggio e di pertinenze lungo le tratte autostradali e di tutte le aree, opere, impianti ed installazioni facenti parte del patrimonio autostradale o ad esso complementari), prevedeva la rinnovabilità per ulteriori 24 mesi. Alla citata gara partecipavano solo 2 concorrenti, nello specifico un consorzio con sede in Napoli la cui offerta tecnico-economica era stata ritenuta la più vantaggiosa all’esito delle procedure di valutazione esperite dalla Commissione nominata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Raggruppamento Temporaneo di Imprese con mandataria la società beneventana. Secondo l’accusa, la successiva analisi delle anomalie riscontrate sulle offerte, sviluppata da tecnici interni ad ASPI, su sollecitazione degli indagati, avrebbe ribaltato successivamente – nella sostanza – il giudizio della commissione, con conseguente assegnazione dell’appalto in parola alla seconda classificata, ossia il citato RTI.


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