De Notaris, Vasaturo: legalità e garantismo la sua lezione

Il Direttore amministrativo dell'Arpa Campania ricorda l'ex senatore e coordinatore regionale della Rete recentemente scomparso: "Il suo 'legalismo' un monito attuale per le istituzioni"

Il Direttore amministrativo dell’Arpa Campania, Pietro Vasaturo, ricorda Francesco De Notaris, già senatore e coordinatore regionale della Rete, scomparso a 77 anni lo scorso 28 ottobre a Napoli, dove abitava. «Legalità e garantismo sono la lezione che lascia alle nuove generazioni un uomo tenace e capace, spinto da forti princìpi e voglia di giustizia, sempre ispirato da una straordinaria capacità empatica», spiega. «Professore nella scuola superiore, sindacalista, dirigente della pubblica amministrazione, giornalista e componente nella presidenza della Commissione di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi, nutriva un autentico interesse per i diritti umani. Al centro di tutto per lui c’era la persona».

Pietro Vasaturo, Direttore Amministrativo dell’Arpa Campania

Vasaturo, oltre il percorso politico e parlamentare e l’impegno su grandi battaglie civili e umanitarie, per esempio quella contro le mine anti uomo. Qual è il messaggio che De Notaris lascia alle nuove generazioni?

«La sua ferma convinzione che la giustizia debba sempre coincidere con il rispetto dei diritti inalienabili della persona. Il suo insegnamento consiste nella consapevolezza che c’è un limite invalicabile in ogni attività: la dignità umana».

Vice Segretario Nazionale Vicario dell’Associazione ‘Antonino Caponnetto’, schierato apertamente contro le mafie e la corruzione, De Notaris si batteva per la legalità, in particolare nelle istituzioni. Un tema d’attualità da quasi trent’anni. In un Paese diviso tra giustizialisti e garantisti, dove lo collocherebbe?

«Non era certamente un giustizialista, anzi. Direi un ‘legalista’. Si batteva per la giustizia vera, quella a cui si arriva solo accertando la verità, andando fino in fondo. Se posso dire, proprio in questa sua propensione ad evitare giudizi sommari, possiamo ritrovare un monito per tutti, per le istituzioni e le nuove generazioni. Ricercare la verità con la sobrietà che la funzione impone, ma con la risolutezza e la decisione che si deve allo Stato di diritto».

Quando parla di istituzioni si riferisce alla politica?

«Non solo. La politica riflette ciò che avviene nella società civile, in particolare nella pubblica opinione, che oggi si manifesta in molte forme ma sempre più direttamente attraverso i moderni media digitali, accanto a quelli tradizionali. Il discorso riguarda tutti».

Le inchieste giudiziarie al termine delle indagini possono risolversi con archiviazioni prima di arrivare al dibattimento oppure dopo, con condanna o assoluzione. Fino a sentenza, però, le notizie non possono essere ignorate. O no?  

«Sono d’accordo. Ma non deve venire meno il rispetto delle funzioni. La Magistratura inquirente e giudicante svolge la sua funzione a prescindere dall’eco mediatica, come è giusto che sia. Il suo compito è ricostruire i fatti, accertare e giudicare eventuali responsabilità in un contesto di garanzie che sono costituzionalmente riconosciute necessarie. Tirare la giacchetta ad un magistrato non serve a nulla, salvo strumentalizzare. Questo va evitato».

A questo riguardo in Campania si registra un’inversione di tendenza rispetto al passato. L‘inchiesta in corso a Salerno su presunti appalti truccati vede le opposizioni su posizioni garantiste e responsabili, si potrebbe dire laiche…  

«Ciò denota una significativa maturità istituzionale. Personalmente sono lieto che autorevoli esponenti politici e rappresentanti istituzionali, penso ad esempio all’esponente dei Cinque Stelle in Consiglio Regionale, Valeria Ciarambino, mettano da parte la polemica politica su una vicenda che deve fare il suo corso nelle sedi opportune».

Continui.

«Al di là del merito di questa vicenda, in questo e in altri casi si è realizzato quanto avevo auspicato prima delle lezioni amministrative di ottobre, quando proprio in una intervista mi auguravo che le maggioranze e le opposizioni decise dal corpo elettorale potessero operare ciascuna per il proprio ruolo in un clima di rispetto istituzionale».

Meno laica si è dimostrata una parte dell’opinione pubblica, ribattezzando il caso  ‘sistema Salerno’. 

«Personalmente credo che in Campania esista solo un sistema, quello di Spalletti e del Napoli, nel campionato di calcio. Alla prova del campo il ‘sistema Spalletti’ è vincente e convincente, anche se può dispiacere per le altre squadre. Spero che gli equilibri trovati nel gioco possano portare allo scudetto.».


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