Biodigestore a Chianche, il coordinamento a Bonavitacola: “La Regione offra una soluzione”

IL VICE PRESIDENTE CONFERMA IL COMUNE DI CHIANCHE PER IL SECONDO BIODIGESTORE DELLA CAMPANIA. "Nessuno tocchi l'Irpinia" invia una lettera a seguito della risposta all'interrogazione presentata dal consigliere regionale Livio Petitto al question time. "Ignorata la sentenza del Tar di febbraio: la Regione non è super partes, faccia la sua parte per impedire uno sfregio all'areale del greco di Tufo Docg"

Biodigestore a Chianche, il coordinamento a Bonavitacola: “La Regione offra una soluzione”. Il coordinamento “Nessuno tocchi l’Irpinia” scrive al vice presidente e assessore all’ambiente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, coinvolgendo anche il Governatore De Luca, i consiglieri regionali e i sindaci della provincia di Avellino. Nella lettera si cita il question time sull’interrogazione presentata in consiglio dal consigliere Livio Petitto in merito alla previsione di realizzazione in Irpinia del secondo biodigestore “al momento ipotizzato nel Comune di Chianche” si legge nel testo. L’istanza presentata da Petitto ha illustrato i termini della questione, dalla sentenza del Tar del febbraio scorso ad oggi. “La sentenza del febbraio 2021 del TAR della Campania non solo ha obbligato il progetto a essere sottoposto alla  Valutazione di Impatto Ambientale, smentendo clamorosamente il nulla osta concesso dalla “Commissione per le valutazioni ambientali” della Regione Campania, ma ha spiegato in modo ineccepibile come rispetto alla procedura adottata, alla realtà effettiva e peculiare dello stato dei luoghi e alle compatibilità urbanistiche e amministrative ci siano degli elementi strutturali di impedimento che fanno di Chianche un luogo inidoneo per realizzare un biodigestore”.

Il coordinamento rileva che la risposta fornita dall’Assessore Bonavitacola “è stata rappresentata sulla base di un’istruttoria manchevole in quanto l’Ufficio competente regionale si è basato su una vecchia sentenza del 2018, superata in fatto e in diritto da quella più recente del Febbraio 2021”.

Nel ribadire i contenuti della sentenza del Tar, il coordinamento chiede anche di procedere “alla mai convocata” Conferenza dei Servizi territoriali da parte del Comune di Chianche, che prevedeva la partecipazione dei comuni facenti parte dell’Areale DOCG del “Greco di Tufo”. E sottolinea l’attesa di un pronunciamento del Tar di Salerno in merito al ricorso presentato in forma congiunta dai comuni di Montefusco e Petruro Irpino e da diverse associazioni di categoria della filiera agro-alimentare di rilievo regionale. “Per queste inconfutabili ragioni, pertanto, Le chiediamo come possa essere mai credibile quanto rappresentato dall’Ufficio regionale istruttorio, e poi da Lei stesso in sede interrogante, presentare la procedura tecnico-amministrativa per la localizzazione nel comune di Chianche in una condizione di fase avanzata” continua la lettera.

Alla replica di Bonavitacola sulla individuazione del sito di Chianche come unico sito possibile, il coordinamento ricorda le altre candidature dei tre comuni di Montella, Domicella e Savignano Irpino. E ribatte sulle scelte adottate dall’Ato Rifiuti di Avellino, preannunciando l’ennesimo ricorso al Tar da parte dei comuni. “La Presidenza dell’ATO Rifiuti Avellino ha ritenuto di dover sottoporre tale importante e complessa valutazione non agli Organismi istituzionali preposti dell’Ente d’Ambito bensì a una Commissione Tecnica esterna che a seguito di un mero formulario attuariale si è appropriata di un potere politico decisionale originando addirittura una non prevista graduatoria di posizionamento”.

L’articolo 34 della Legge regionale 26 maggio 2016, n. 14 prevede che la localizzazione degli impianti spettano agli Ato Rifiuti. “Ma allora perché la Regione Campania nel maggio del 2016 ha indetto una manifestazione d’interesse per la localizzazione degli impianti di compostaggio aperta ai soli enti locali, esautorando la funzione programmatoria dei costituendi, all’epoca, ATO Rifiuti? Il  Bando a chiamata è stato un errore di politica ambientale commesso dalla Regione Campania anche perché la nostra non è un unicum geografico ma presenta delle oggettive differenze tra aree urbane, costiere e interne, per cui se ci fosse stato un vero ascolto dei territori avremmo potuto ottenere delle soluzioni maggiormente calibrate alle peculiarità e ai reali fabbisogni delle singole aree in termini di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Seguendo il criterio adottato dalla Regione Campania, quanti di quegli impianti individuati nel 2016 sono stati completati o in fase di realizzazione?

Gentile Assessore, prima che questa vicenda diventi uno scandalo nazionale che lascia che si realizzi una filiera dei rifiuti in un’area vitivinicola di pregio nazionale , prima che l’iter procedurale si impigli definitivamente nella rete delle sentenze già emesse e dei ricorsi amministrativi in essere e futuri, Le rivolgiamo un sentito invito a riflettere su quanto esposto perché  se esiste ancora la categoria dell’onestà intellettuale, e noi contiamo in questo, Lei si è reso conto che perseverare su Chianche significa non realizzare il necessario secondo biodigestore in Irpinia , (in verità non si è stati ancora capaci di terminare l’adeguamento di quello di Teora) , condannare nel tempo i cittadini a un ingiusto onere fiscale e far permanere uno stato di criticità ambientale che ricadrà sul futuro dell’economia provinciale e della regione intera”.


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