Azzerato il congresso del Pd avellinese, aria di smobilitazione tra la base

Nominato dal segretario nazionale Enrico Letta un commissario che dovrà rifare il tesseramento. Si prolunga la sospensione degli organismi dirigenti imposta tre anni fa da una sentenza del tribunale di Avellino

Congelato dal febbraio 2019 tra le restrizioni imposte dalla pandemia e articolate procedure divenute interminabili, in queste ore è stato definitivamente azzerato il congresso del Pd avellinese. A Roma si è nominato l’ennesimo commissario con i poteri di segretario provinciale e l’incarico di rifare tutto, a partire dal tesseramento. Una decisione calata dall’alto, hanno obiettato in tanti, imposta senza nemmeno una preventiva telefonata di cortesia alle rappresentanze provinciali e regionali, che per questo sono insorte contro il Nazareno. Nel merito, si contesta il mancato coinvolgimento del partito regionale nella gestione di una vicenda che prolunga la sospensione democratica della Federazione provinciale di Avellino, peraltro in uno scenario politico molto delicato. A tre anni (tra qualche giorno) dalla sentenza emessa dalla seconda sezione civile del Tribunale di Avellino, che ha annullato per manifesta irregolarità il congresso del 2018 (benchè organizzato in regime commissariale sotto l’egida della segreteria nazionale), il Pd irpino resta senza organismi dirigenti. Eppure l’iter era stato già concluso su mandato di Nicola Zingaretti dal precedente commissario, Aldo Cennamo, prima di presentarsi dimissionario dopo una improvvisa convocazione a Roma, quando mancava solo la conta tra gli iscritti per eleggere assemblea, segretario e direzione.

ARIA DI SMOBILITAZIONE. Il nuovo commissario indicato dal segretario nazionale è un deputato pugliese di Foggia, Michele Bordo, responsabile Pd ‘Mezzogiorno e Coesione’. Riceve l’incarico a poche settimane dalla scelta dei candidati per le elezioni comunali, quindi nella prospettiva di tempi non brevi. Dovrà condurre il partito alla celebrazione del congresso provinciale dopo un nuovo tesseramento, alla vigilia di un semestre bianco oltre il quale resta concreto il rischio di un voto anticipato dopo l’elezione del Capo dello Stato. Saranno molte le decisioni da prendere nei prossimi mesi, mentre iscritti e militanti non potranno partecipare, esclusi come sono stati negli ultimi tre anni per mancanza di una rappresentanza democraticamente eletta. Mentre infuria a questo riguardo la polemica soprattutto negli ambienti della segreteria regionale, l’ennesimo colpo di scena non sembra cogliere di sorpresa la base. Anzi, tra i militanti più che di rassegnazione sembra tiri aria di smobilitazione di fronte all’operato del segretario Enrico Letta e dei suoi collaboratori non solo ad Avellino. Si fa strada la sensazione di una segreteria nazionale lontana dai territori, chiusa nel Palazzo. Nella realtà del rapporto con la gente, anche ad Avellino suscitano dubbi e perplessità scelte consumate dal Nazareno in Calabria, nella sfida capitolina, nelle città. Nei commenti, più che delle vicende irpine fa discutere l’esito negativo delle primarie di Torino, mai così poco partecipate in una città un tempo considerata una roccaforte dei Democratici. Proprio come Avellino, dove a tanti Democratici questo partito sembra apparire ormai sempre più estraneo. Azzerato il congresso del Pd avellinese, quindi, la fase che ora si apre in via Tagliamento è probabilmente quella più incerta e delicata dalla fondazione.


Documentazione

LA SENTENZA n. 1224/2019 pubbl. il 21/06/2019 RG n. 2282/2018, emessa dalla Seconda Sezione Civile del Tribunale di Avellino | Scarica il pdf


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