Decreto Sostegni, Acli di Avellino: dare aiuti ai lavoratori precari

L'analisi dei provvedimenti in favore dell'economia, delle imprese e delle famiglie analizzati nel documento diffuso dal Presidente provinciale delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani Alfredo Cucciniello

Il Presidente delle Acli Avellino, Alfredo Cucciniello, ha diffuso un documento di analisi relativo ai contenuti del Decreto Sostegni, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri. Cucciniello esprime una valutazione positiva del provvedimento, suggerendo però alcuni correttivi, che le Acli attendono in sede di esame parlamentare. In particolare, si chiede di dare aiuti concreti soprattutto ai lavoratori precari. Di seguito il testo.


Decreto Sostegni, si può dare di più

Documento della Segreteria provinciale Acli di Avellino Aps

Il Consiglio dei Ministri riunito dal Presidente Mario Draghi

A proposito del Decreto Sostegni, le ACLI di Avellino giudicano favorevolmente la scelta del Governo Draghi di sostenere i lavoratori, le imprese e le famiglie e l’investimento sul sistema sanitario. E’ inoltre positivo che la parte riguardante il Terzo Settore recepisca le istanze nostre e del Forum del Terzo Settore. Occorre però migliorare e correggere alcuni punti, cercando di passare dal semplice soccorso ad un reale sostegno alla capacità complessiva del Sistema Paese di predisporsi con credibilità ed equità ad una profonda trasformazione dell’intera organizzazione della Società, e non solo del mondo produttivo. Va innanzitutto corretta la misura relativa alle cartelle esattoriali, limitando i benefici esclusivamente ai soggetti realmente in difficoltà ed escludendo i furbi e gli evasori per abitudine; estendere in modo autenticamente universale le misure a favore del lavoro a tutte le forme di lavoro precario ed autonomo; estendere il bonus babysitter anche a chi lavora a distanza o in smart working. Inoltre, serve mettere al centro il lavoro di cura, dimenticato anche stavolta, di tanti collaboratori e collaboratrici familiari che assistono migliaia di anziani, anche aumentando le agevolazioni fiscali per la loro assunzione e regolarizzazione, facendo emergere il tanto sommerso, per poterlo qualificare e mettere a sistema. Urge poi incentivare ulteriormente misure quali i contratti di solidarietà, meglio se espansivi, tesi ad una strategia del “lavorare meno per lavorare tutti”, ed inserire una clausola sociale nelle concessioni pubbliche per l’inclusione dei lavoratori appartenenti alle fasce deboli, da interpretare non più in maniera assistenziale o calata dall’alto, ma come volano, con e nelle comunità locali, di nuova imprenditorialità sociale. E, non per ultimi, segnaliamo due punti strategici per favorire l’innovazione; rimettere in formazione milioni di lavoratori, indipendentemente e prima di situazioni di crisi aziendali, e aumentare le reti delle imprese che hanno dimostrato di essere una strada significativa per accrescere la dimensione del nostro tessuto imprenditoriale senza snaturarne la grande creatività.


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