‘Avellino in Azione’: salvare l’ospedale Landolfi si può. Ecco come

Il Comitato provinciale interviene per avanzare alcune delle proposte di rilancio del plesso solofrano. La nota di Paolo Zinco e Giovanni Bove

Con un documento diffuso attraverso gli organi di informazione ‘Avellino in Azione’ propone quello che definisce il salvataggio dell’ospedale Landolfi di Solofra. Il Comitato provinciale di ‘Azione Avellino’ interviene per avanzare «alcune delle proposte che Azione intende sottoporre alla attenzione della collettività e degli Organi Competenti, perché è possibile immaginare una realtà migliore, una politica seria, pensata, misurata e concentrata sulla tutela degli individui», dichiara Paolo Zinco responsabile dell’Area Sanità. Secondo Giovanni Bove, referente provinciale di Azione «solo così si salvano le nostre comunità dalla incompetenza, dalla clientela ed alle inutili operazioni elettorali. Non è più tollerabile una visione di breve periodo, occorre salvare il possibile oggi per costruire serenamente il domani», si legge in una nota.


Salvare l’ospedale Landolfi di Solofra. Ecco alcune proposte

Documento del Comitato provinciale di Avellino in Azione

Il pronto soccorso del presidio ospedaliero Landolfi di Solofra

Il Comitato Provinciale di AZIONE con amarezza prende atto dell’ennesimo scempio consumatosi in queste ore ai danni dell’Ospedale Landolfi di Solofra, che si ripercuote sui servizi sanitari resi ai cittadini. In un momento storico in cui la politica sembra finalmente accorgersi che aver investito sempre meno nella prevenzione e nella assistenza sanitaria è stata una scelta scellerata, il nostro territorio, preda di logiche politiche tutt’altro che votate alla tutela dell’interesse collettivo, va in contro- tendenza e dimostra, ancora una volta, di non avere una visione di lungo periodo. Le levate di scudi di qualche Sindaco non possono che suscitare un profondo senso di smarrimento e di rabbia. Non si può non ricordare, infatti, che nell’autunno del 2018, quando con il passaggio del Landolfi dalla gestione ASL Avellino alla Azienda Ospedaliera Moscati, il sindaco Vignola parlava con tono euforico di “Inizio di un viaggio”; oggi anche l’amministrazione comunale di Solofra sembra aver realizzato che quel viaggio aveva come epilogo la chiusura del Landolfi e si lancia in una protesta e polemica del tutto sterile, inutile e tardiva. Il Comitato Provinciale di Azione ritiene che occorre oggi passare dal livello della protesta a quello della proposta per il riutilizzo della struttura. Azione propone di adoperare, ad horas, una parte della struttura attraverso una partnership con la ASL di Avellino per la campagna vaccinale COVID-19 ,al fine di evitare che i cittadini della zona siano costretti a muoversi per centinaia di chilometri verso altri opedali.

Il cartello annuncia l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati all’ingresso di contrada Amoretta, ad Avellino

LA PROPOSTA DI RIUTILIZZO. Il Landolfi ha ampi spazi ed il personale medico, infermieristico ed ausiliario necessario per la copertura di un servizio quanto mai vitale in questo momento storico. In una ottica di lungo periodo, le proposte che la Direzione Strategica dell’Azienda Moscati dovrebbe prendere in esame, se fosse davvero “ strategica” possono essere le seguenti: ampliamento dei posti letto di medicina interna arrivando a circa 20 posti letto attivi; ampliamento dei posti letto presenti di altre venti unità per malati di lungodegenza; attività Riabilitativa (ortopedica, cardiorespiratoria, neurologica etc ..), ipotizzando almeno 30 posti. In merito a questo punto va forse ricordato che una volta dimessi dal Moscati i pazienti bisognosi di un percorso riabilitativo vengono indirizzati in strutture private/convenzionate, con costi ricadenti sul SSN e quindi sulla intera collettività.  La razionalità nella gestione delle risorse non richiede tagli o chiusure ma intelligenza e visione politica: creazione di un centro di terapia del dolore, magari trasferendo quello presente presso il Moscati, di almeno 5/10 posti letto che si interfacci attraverso appositi accordi anche con la struttura dell’hospice attigua; attività di piccola chirurgia anche in regime di d.h./ day surgery ( chirurgica ed ortopedica); previsione di un poliambulatorio con tutte le specialità in modo da mettere in atto azioni che riducano le lunghissime lista di attesa ad oggi presenti; integrazione del servizio del 118 presente nella struttura con almeno un punto P.SAUT in modo da garantire il primo soccorso, con indagini di secondo livello e decongestionare in parte il pronto soccorso di Contrada Amoretta.


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