“Avellino distretto industriale della mobilità”, Fiom: dall’automotive indotto da 9mila unità

MENTRE PRATOLA SERRA ATTENDE IL PIANO INDUSTRIALE DI STELLANTIS E LA RICONVERSIONE ALL'ELETTRICO, LA NUOVA SFIDA SULLE FABBRICHE. Il segretario provinciale Giuseppe Morsa lancia un appello a politica e parti sociali per orientare gli investimenti europei straordinari sul comparto industriale. "Serve una visione d'insieme per lo sviluppo"

“Avellino distretto industriale della mobilità”. Per la Fiom c’è un indotto potenziale di 9mila unità collegato all’automotive. Il passaggio della Fca di Pratola Serra a Stellantis ha sancito una nuova prospettiva per gli stabilimenti irpini. In attesa del piano industriale previsto nei prossimi mesi, si continua a lavorare sulla produzione del motore diesel per il Ducato e alla produzione di mascherine. Una produttività destinata a rivoluzioni radicali se consideriamo la fine della pandemia e la rivoluzione sull’elettrico per l’automotive. Ma anche alla luce dei grandi cambiamenti attesi dall’industria sul versante delle infrastrutture ferroviarie con annessa piattaforma logistica, per la Fiom Cgil è tempo di pianificare una nuova stagione.

Asse Germania-Italia a Nusco per l’automotive.
La Newco SAI produrrà componenti per DAIMLER, RENAULT, BMW e FIAT. Nella foto: un operaio al lavoro con un componente motore auto in alluminio

“La nascita di Stellantis non ha prodotto grandi cambiamenti nell’immediato, e non registriamo nessun impatto sul lavoro nè sui lavoratori, ma coltiviamo prospettive importanti per il futuro, che però non hanno il supporto necessario della politica” argomenta il segretario generale della Fiom di Avellino Giuseppe Morsa. “Stellantis è il quarto gruppo industriale al mondo nel campo dell’automotive. Il potenziale è davvero alto ma la nostra preoccupazione è che il gruppo sia proiettato sul cambio dall’endotermico all’elettrico, mentre a Pratola Serra questo cambiamento per ora non arriva” continua.

Giuseppe Morsa, Fiom Cgil

La Fiom ha già incontrato i vertici di Stellantis, ma le questioni restano sul tappeto, in attesa di una presentazione del piano industriale del gruppo. A Pratola Serra si va avanti con la produzione di mascherine e del motore per il Ducato. I lavoratori – 1300 impegnati sulla linea del motore diesel e 400 sulla linea delle mascherine – sono soggetti a qualche ora di cassa integrazione settimanale. Il superamento della Fca in Stellantis, così come gli investimenti annunciati sulla Denso e sulla IIA di Flumeri si incrociano a maglie strette con la sperimentazione dell’auto senza pilota atteso a Lioni con Paolo Scudieri. Ma anche con le opere strategiche di ampio respiro come la stazione Hirpinia e la piattaforma logistica, oltre alla Strada a Scorrimento Veloce Contursi- Lioni- Grottaminarda. Tutte queste tessere di un mosaico, Avellino distretto industriale della mobilità, per ora restano scomposte sul tappeto. “Se guardiamo ai passi che si stanno muovendo sul territorio, viene fuori che l’Irpinia sta rafforzando la produttività sull’automotive, ma ma manca chi mette in rete queste congiunture industriali e le trasforma in politica di sviluppo del territorio”, spiega Morsa.

L’interno della IIA di Flumeri

“Il sindacato appare indebolito e sottovalutato, e le proposte non hanno abbastanza forza per stimolare una spinta dal basso. Avellino è la provincia della mobilità: ne sono certo. le industrie stanno lavorando separatamente ad una vocazione produttiva unitaria, che sarebbe invece opportuno mettere in rete, per amplificare i risultati. Mi aspetto un intervento forte della politica ma anche dell’Unione degli Industriali. Bisogna lavorare all’indotto” indica il segretario Fiom.

“UN INDOTTO POSSIBILE DI 9MILA POSTI DI LAVORO IN PIÙ”. Da una analisi di prospettiva è possibile dedurre che per ogni occupato si generano 3 lavoratori dell’indotto. L’organizzazione irpina stima in 9mila unità la proiezione sull’indotto generato dai 1780 lavoratori di Pratola Serra, i 900 di Denso e i 350 di Industria Italiana Autobus. “Il calcolo puramente approssimativo ci deve far intuire l’elevato potenziale degli ultimi investimenti, che saranno implementati anche dall’alta capacità ferroviaria e dalla piattaforma logistica in Ufita. Viviamo una fase davvero difficile a causa della pandemia, ma l’ex premier Conte si è impegnato per garantire dei fondi utili a rilanciare il Paese. Ora tocca a noi – Irpinia – stabilire cosa è utile e da dove ripartire, per una visione d’insieme per lo sviluppo”.

“LE RISORSE DEL RECOVERY FUND LEVA PER RILANCIARE IL POTEZIALE INDUSTRIALE”. La condivisione degli obiettivi per Morsa è il passo imprescindibile per stabilire la rotta. L’occasione offerta dal Recovery Fund si accosta alla fase del dopoterremoto vissuta dalla provincia di Avellino, “ma in virtù degli errori che sono stati commessi in passato, con la distribuzione di fondi a pioggia e investimenti scollati dal territorio, abbiamo l’opportunità di migliorare. Ora partiamo dalla presenza di multinazionali che nel corso del tempo hanno dimostrato di saper stare sul mercato, e a cui bisogna offrire strutture materiali e immateriali” tuona il segretario Fiom. Un esempio lampante citato da Giuseppe Morsa è la clamorosa assenza della banda larga nelle are industriali. “Non è concepibile che Nusco e Morra De Sanctis non siano cablate. Non è accettabile che con la neve i lavoratori abbiano difficoltà a raggiungere il posto di lavoro: sono questi i servizi che rendono competitiva un’azienda, ed è questo il modello di sviluppo a cui dobbiamo ambire. Vogliamo una depurazione efficiente, e che abbia una gestione all’altezza delle sfide. Chiediamo interventi strutturali anche sulle aziende pubbliche: non vogliamo che siano considerate bancomat improduttivi per l’economia locale. Nessuno vuole occuparsi davvero dell’Irpinia” denuncia. Per la Fiom Avellino è un potenziale distretto industriale della mobilità se investirà nei servizi necessari ad ammodernare la sua piattaforma industriale. “I politici sono tutti Ponzio Pilato e si lavano le mani del futuro di questo territorio. Abbiamo bisogno di un classe dirigente competente, che sia in grado di superare i campanili e di saper costruire unitarietà. Questo è un momento storico che richiede di moltiplicare gli sforzi, fare fronte comune e stabilire le priorità programmatiche su cui concentrarci” conclude.


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