L’Archivio di Stato di Avellino lancia la proposta della rete istituzionale fra tutte le istituzioni culturali della provincia: biblioteche, musei, Soprintendenza dei Beni Culturali, archivi, centri studio e di ricerca, per promuovere la cultura e la conoscenza del territorio e creare senso di appartenenza e interrelazione sociale ed economica, quindi politica. Su questo adagio si muove Carmine Venezia funzionario archivista dell’Archivio di Stato di Avellino, pronto a dialogare con le altre istituzioni territoriali per creare una rete a maglie strette di tutti gli attori e far convergere le iniziative sparse in un unico canale provinciale.

L’Archivio di Stato di Avellino propone la rete alle istituzioni culturali

L’Archivio di Stato conserva i documenti storici prodotti dallo Stato, che attraverso le sue diramazioni versa le pratiche chiuse da almeno 30 anni. La documentazione più recente giunta in archivio risale infatti agli anni ’80, e le raccolte complete appartengono invece agli anni ’50 e ’60. La stragrande maggioranza dei documenti registrati sono datati della prima metà del ‘900 e dell’800. “Ad Avellino abbiamo atti notarili del 1400 e del 1500 che vengono consultati dagli specialisti per ricostruire la storia locale: i notai di quei tempi vengono considerati dei giornalisti, dai cui atti è possibile ricostruire uno spaccato della vita sociale ed economica” spiega Venezia. “Inoltre è possibile consultare i documenti delle congregazioni religiose, anche se la maggior parte di questi atti sono in dotazione della Biblioteca Statale di Montevergine. Le corporazioni in epoca medievale e moderna avevano voce in capitolo su tutto e oggi sono le fonti per eccellenza per ricostruire la storia e i fatti del basso medioevo” continua.

Carmine Venezia funzionario archivista

Per quanto riguarda invece l’utenza generica, presso l’Archivio di Stato di Avellino si possono consultare i catasti per finalità giuridica, gli alberi genealogici delle famiglie fin dagli inizi del 1800; gli stati matricolari degli antenati e altre curiosità storiche. L’ufficio è aperto al pubblico e c’è una sala studio. A differenza di altri uffici, l’Archivio di Avellino consente l’accesso agli studenti, per aprirsi al territorio e per stimolare la conoscenza da parte dell’utenza. “Ad Avellino c’è una certa chiusura e resistenza da parte delle istituzioni culturali nel fare rete” critica il direttore. “La condizione di isolamento geografico e l’assenza di una università come crocevia di culture dovrebbe fare aggregare le istituzioni che già operano per fare massa critica. Mi riferisco alla Biblioteca provinciale, al museo irpino, alla Soprintendenza per i beni Culturali, la Biblioteca statale di Montevergine e, agli istituti di ricerca come il Guido Dorso e gli altri. Dovremmo fare rete per creare dei progetti in comune” indica. Carmine Venezia invita tutte le istituzioni a fare quadrato e a promuovere un incontro a breve termine per stabilire un calendario di attività da mettere in campo per questo 2021: dalla scelta di un tema da approfondire ciascuno per la sua competenza, fino ad una pubblicazione o un evento conclusivo. “Purtroppo gli enti non si parlano fra di loro e ognuno è autoreferenziale. Fino a qualche decennio fa non c’era necessità di collaborare, ma oggi le cose sono cambiate e sarebbe auspicabile invertire la rotta e iniziare a dialogare” argomenta. “Con la creazione di una rete fra istituti culturali potremmo amplificare gli eventi e la visibilità di tutti, costruire una visione d’insieme e utilizzare le sale e gli spazi già fruibili, come il Circolo della Stampa o le sale rosse e blu del Carcere Borbonico. Insieme possiamo creare un ritorno di pubblico e ottimizzare le risorse”.

Archivio di Stato di Avellino

Come le biblioteche e alcune aree museali, l’Archivio di Stato accusa il colpo della digitalizzazione della conoscenza, che però non deve essere fraintesa con il trasferimento hic et nunc della cultura su piattaforma digitale. “L’Archivio di Stato di Avellino ha avviato un percorso interessante sul sistema archivistico nazionale, che si è aperto alla digitalizzazione degli strumenti di ricerca, che permettono la consultazione guidata e un orientamento sul patrimonio documentario” aggiunge Venezia. “Ma senza una rete provinciale e regionale in cui far confluire tutto il patrimonio non possiamo decollare. Le fonti online e la consultazione in presenza dei documenti sono due attività differenti e complementari; inoltre non credo sia possibile digitalizzare 10mila metri lineari di documenti”. L’Archivio di Stato come le altre istituzioni culturali hanno la possibilità di fare uno scatto di innovazione e dinamicità. “Sarebbe utile aprire questi luoghi alla popolazione, costruire nuovo interesse, aprirsi al territorio. Confido molto nel ricambio generazionale all’interno degli uffici, per riportare quella linfa vitale che guarda al rinnovamento. Per questo guardo anche con grande interesse ai social, che possono diventare veicolo delle nostre attività: auspico la creazione di un portale culturale provinciale che possa aggregare tutti”. Le politiche di integrazione culturale dipendono anche dagli indirizzi politici delle amministrazioni comunali e provinciali. “Mentre la biblioteca provinciale si è rinnovata, è altrettanto noto che l’archivio storico comunale di Avellino e l’archivio storico della Provincia non esistono” bacchetta il direttore.

Archivio di Stato di Avellino

“Fare rete significa dare un’anima a questa provincia, spesso sconosciuta anche a se stessa. Il male endemico dell’Irpinia è il ‘non territorio’ e la scarsa omogeneità dal punto di vista del comune sentire e dell’appartenenza. Gran parte degli avellinesi non conosce la provincia e vive e frequenta il salernitano o il napoletano. Non c’è interrelazione fra capoluogo e provincia e questo crea ripercussioni sociali ed economiche, quindi politiche. Sarebbe opportuno inserire infatti nella rete, anche quelle realtà che si occupano di promozione, come il Touring Club, il Cai, Info Irpinia, Irpinia Trekking ed altre. In questo campanilismo diffuso è difficile organizzarsi, ma ognuno deve lottare nel proprio piccolo per arrivare al traguardo” conclude.

Archivio di Stato di Avellino

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