Memorie dal cratere, il sisma del 1980 visto dalle persone

Alla vigilia del quarantennale del terremoto in Irpinia e Basilicata, il ricercatore della 'Federico II' di Napoli Gabriele Ivo Moscaritolo pubblica dopo 8 anni di ricerca una narrazione alternativa dell'evento, per "fare luce laddove è ancora necessario", sullo spaccato sociale

“Memorie dal cratere. Storia sociale del terremoto in Irpinia” è il titolo del libro del ricercatore e membro del direttivo dell’AISO- Associazione Italiana di Storia Orale- Gabriele Ivo Moscaritolo edito da Edipress. Con la prefazione dell’accademica della Federico II di Napoli Gabriella Gribaudo, il libro di Moscaritolo traccia una nuova prospettiva per leggere la storia del terremoto del 1980. Una storia che si arricchisce di narrazioni e tenta di fare luce negli angoli finora inesplorati di quel tragico evento del 1980.

Memorie dal cratere, il focus di Moscaritolo sul sisma del 1980

Le storie orali che danno voce alle esperienze degli abitanti si rivelano tessere uniche nel loro genere che incrociano una dettagliata raccolta delle fonti storiche, recuperate negli archivi comunali di Sant’Angelo dei Lombardi e Conza della Campania, ma anche all’Archivio di Stato di Avellino. L’autore ha elaborato in otto anni di intenso e faticoso lavoro le profonde trasformazioni che il Cratere ha vissuto negli ultimi quarant’anni. “Questa ricerca, iniziata durante la laurea magistrale e condotta poi nel mio dottorato di ricerca alla Federico II di Napoli, mi ha permesso di osservare il fenomeno sia da ricercatore che da irpino nato dopo il terremoto del 1980” ha spiegato. “Sono cresciuto con i racconti del terremoto e nell’ambiente accademico ho capito che quella tragica vicenda umana è stata narrata attraverso una narrazione limitata dal punto di vista economico e politico. Non sono mai state ascoltate le persone che avevano vissuto l’evento sulla propria pelle. Dai racconti infatti è venuto fuori che le narrazioni orali hanno ribaltato la narrazione dominante”, evidenziando ciò che ha vissuto chi c’era.

Gabriele Ivo Moscaritolo, autore del libro “Memorie dal cratere”

La narrazione dominante descrive il sisma del 1980 per analogia con la tragedia, passando dall’amplificazione delle inefficienze nei soccorsi, allo spreco di denaro pubblico, alle ricostruzioni infinite. “Basti pensare che lo stesso Renzi all’indomani del terremoto del centro Italia nel 2016 dichiaro che non ci sarebbe stata un’altra Irpinia” puntualizza l’autore. “Questi aspetti hanno raccontato solo in parte il terremoto, ma per ricostruire la storia è necessario tenere conto di tutti gli angoli di una vicenda complessa vissuta dalla comunità” continua. Nel racconto degli anni antecedenti al 1980 viene fuori una realtà che non era affatto indifferente alle spinte modernizzatrici, soprattutto a Sant’Angelo dei Lombardi, per esempio con il pubblico impiego. “Bisogna anche considerare una valutazione sull’aiuto reciproco, i comportamenti adattivi, che sono stati sottovalutati anche dai cronisti dell’epoca. Conza della Campania ebbe i primi aiuti 48 ore dopo, quando arrivarono dei ragazzi da Aquilonia con mezzi di fortuna.

Il cuore di Sant’Angelo dei Lombardi sgretolato dal terremoto del 23 novembre 1980. Su quest’area non è stato ricostruito il fabbricato (peraltro nuovo) allora crollato

La raccolta delle testimonianze è stata imbastita sui documenti dell’archivio storico: i fatti documentali sono stati accostati alle vicende raccontate, e hanno disegnato una tela assai complessa del fenomeno con nuovi spazi di comprensione di ciò che è accaduto. Il terremoto è un serbatoio di conoscenze inesplorate”. La ricerca condotta focalizza l’impatto che il sisma ha avuto su due società differenti e gli insegnamenti che queste hanno potuto trarre, dalla gestione dell’emergenza alla ricostruzione. Inoltre, non possiamo trascurare che nel 1980 le aspettative della società erano molto differenti sul futuro: basti pensare che l’architetto Beguinot disegno un piano regolatore su una espansione di 10mila abitanti del comune di Sant’Angelo dei Lombardi, con un ritorno degli emigranti e una crescita sostenuta.

La visita del Capo dello Stato Pertini ad Avellino, in Irpinia e in Basilicata dopo il terremoto del 23 novembre 1980

“Questo libro non vuole essere un esercizio della memoria, che peraltro è un termine ormai abusato, significa tutto e niente. Escludo che si possa costruire una visione unitaria e condivisa di quell’avvenimento e ritengo che lo scopo della ricerca non possa essere questo. Non è possibile ridurre tutto ad un minimo comune denominatore, ma valorizzare la ricchezza e pluralità di voci che rappresentano le esperienze e i punti di vista differenti sul tema” conclude. Il libro “memorie dal cratere” è già disponibile negli store on line e sul portale della casa editrice. L’autore Gabriele Moscaritolo lo presenterà in diretta facebook il 13 novembre prossimo insieme a Stefano Ventura, altro ricercatore irpino impegnato nello studio del sisma del 1980, ospiti della pagina “Gli amici della biblioteca di Palomonte”, e contemporaneamente dalle pagine dei due ricercatori.

Sant’Angelo dei Lombardi nei giorni dell’emergenza post terremoto

DESCRIZIONE

Il 23 novembre 1980 il più disastroso terremoto della recente storia italiana colpisce una vastissima area del Mezzogiorno italiano provocando migliaia di vittime e azzerando decine di piccoli centri. A quarant’anni dall’evento spartiacque una nuova prospettiva per leggerne la storia è possibile ed è quella che dà voce all’esperienza degli abitanti, testimoni diretti della furia della natura ma anche delle intense trasformazioni che hanno attraversato i territori. Racconti, giudizi e interpretazioni dei protagonisti si intrecciano con la documentazione ufficiale svelando le vicende di Sant’Angelo dei Lombardi e Conza della Campania, due centri del “cratere” accomunati da una distruzione pressoché totale dell’abitato ma che hanno compiuto due scelte opposte per la ricostruzione. Recuperare o rifondare? È a partire da questo dilemma che si snodano due storie impervie ma allo stesso tempo affascinanti in cui l’esperienza soggettiva incrina la memoria nazionale degli eventi restituendoci una visione più complessa e articolata di un momento cruciale della storia italiana.


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