Italia Viva in Irpinia, Palmieri: motore del nuovo Centro

Il coordinatore del partito irpino contesta i sondaggi pubblicati da "Il sole 24 ore" che danno Italia Viva all'1,9% e annuncia l'apertura ai delusi del Pd e ai moderati che non trovano rappresentanza: "In questa tornata elettorale ce ne sono diversi"

Italia Viva in Irpinia è il motore del nuovo Centro, pronta a radicarsi ad Avellino. Il coordinatore provinciale del partito di Matteo Renzi, Beniamino Palmieri, critica i il sondaggio Winpoll-Cise condotto per «Il Sole 24 Ore». A tre settimane dalle elezioni in Campania attesta Italia Viva all’1,9%, una soglia che il Sindaco di Montemarano considera molto sottostimata. Una percentuale contestata dal coordinatore provinciale di Avellino Beniamino Palmieri, fuori dalla rosa delle candidature ma in prima linea nella campagna elettorale che, sottolinea, realizzerà il radicamento del partito in Irpinia.

Italia Viva in Irpinia, il coordinatore Beniamino Palmieri con i candidati al consiglio regionale

“La campagna elettorale è appena iniziata ed è prematuro farsi un’idea sulle intenzioni di voto: ad Avellino abbiamo sensazioni diverse e riteniamo che la realtà sia molto diversa da quella che è stata fotografata dal sondaggio” ha esordito il sindaco di Montemarano. “Ritengo che i sondaggi siano condizionati dal fatto che il nostro partito sia al debutto, c’è chi non ha ancora familiarità con il simbolo”. Al contrario, spiega, “noi abbiamo costruito la lista intorno al consigliere regionale uscente, Enzo Alaia, e riteniamo che le candidature espresse mostrino un certo radicamento sul territorio. Basti pensare che Alaia ha una sua ben nota riconoscibilità e ha lavorato bene, con impegno, dedizione, umanità. Gli altri candidati provengono da aree territoriali diverse, e sono espressione di ogni macro zona della provincia. Abbiamo coinvolto infine anche Antonello Cerrato di Montoro, che apre di fatto la strada ad un ampliamento del cantiere politico” spiega.

Beniamino Palmieri

Cerrato infatti oggi è un consigliere comunale di minoranza che è stato iscritto al Pd ma non ha rinnovato la tessera, “aprendo un fronte per Italia Viva che potrebbe invece coinvolgere i delusi rispetto alle valutazioni su altri partiti” come sottolinea Palmieri. Rispetto ai temi che saranno affrontati in provincia di Avellino in questa tornata elettorale, Italia Viva segue il profilo nazionale. “Siamo riformisti e abbiamo annunciato coraggio su certe posizioni: siamo alternativi al populismo e abbiamo la necessità di ricercare la competenza, il merito, esponenti che si facciano carico delle istanze del territorio. La gran parte della provincia di Avellino è area interna e abbiamo bisogno di colmare un gap infrastrutturale e quello accumulato sul fronte dei servizi; pensiamo ad una riorganizzazione della medicina territoriale e i servizi alla persona. A questo si affianca un percorso sullo sviluppo delle tipicità del territorio e altre componenti produttive che generano un reddito che consente alle persone di rimanere. Abbiamo il dovere di offrire la possibilità di scegliere se restare o partire e l’emorragia di giovani è un impoverimento culturale e umano molto doloroso”. Le accuse mosse da Fratelli d’Italia al presidente della Provincia Domenico Biancardi rispetto alla possibilità di sostenere Italia Viva alle regionali, a detta di Palmieri non trovano fondamento. “Ho letto le dichiarazioni di Biancardi ma non si è espresso in relazione al ruolo istituzionale: ha solo affermato di voler sostenere nel suo Comune l’unica figura istituzionale che si è ritrovato vicino quando è stato in difficoltà. Inoltre è legittimo che una figura istituzionale esprima un orientamento di voto; ciò non toglie che in qualità di presidente della Provincia farà gli interessi dell’ente intermedio come ha sempre fatto” puntualizza Palmieri. I delusi su cui intende pescare Italia Viva intanto, non sono individuabili soltanto nelle file del Pd, ma anche in tutte le liste presentate nella coalizione di centrosinistra. “Siamo un partito che si sta strutturando e siamo pronti a coinvolgere persone per farlo crescere; vogliamo incidere sui processi, far prevalere le nostre idee e attribuirne un diritto di cittadinanza. Guardiamo con interesse all’area moderata e siamo alternativo all’accordo Pd-5Stelle, ma anche a Fratelli d’Italia e alla Lega. Lanciamo quindi un appello a chi si ritrova su questa piattaforma, desideriamo intercettare chi ha affinità con questo pensiero per sviluppare dibattiti e attività, per esprimere profili nelle competizioni amministrative e sovracomunali. Per questo partiamo dalle regionali con Alaia e iniziamo un percorso ambizioso”.

Matteo Renzi alla Leopolda 2019 mentre presenta il simbolo di Italia Viva

Sfumata l’ipotesi di un accordo per le regionali con l’area popolare che fa riferimento a Ciriaco De Mita, resta in piedi la possibilità di intravedere delle affinità di pensiero. Italia Viva come Orizzonti Popolari si colloca al centro, ma Palmieri sbarra la strada alla rimonta della Democrazia Cristiana, etichettata come “il passato da non riesumare”. “Noi vogliamo recuperare il senso della politica, che non è quello di rincorrere il sondaggio settimanale, nè quello di elargire benefit e bonus che poi ricadranno sulle prossime generazioni. Il nostro obiettivo è guardare agli orizzonti di lungo periodo, è fare la cosa giusta non quella conveniente. Manca completamente il senso del dovere e la responsabilità dei ruoli istituzionali: questo implica la capacità di leggere le cose con occhi diversi e dare risposte ai problemi. Questo è il ruolo che Italia Viva vuole assumere, certamente con altre forze, per costruire una proposta politica”. Il riferimento è ad Azione di Calenda e a Più Europa, “più che riesumare un discorso del passato, ci contraddistingue lo spirito per interpretare il futuro, che va oltre il coinvolgimento dei cattolici. Altri partiti che hanno tentato questa strada hanno perso il loro mordente, mentre in Italia Viva c’è spazio abbastanza per coltivare ambizioni diverse” conclude.


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