Indotto Whirlpool pronto alla riconversione in Irpinia. La Scame lavora all’alternativa

Il vertice fra esponenti di Governo e Regione Campania non ha affrontato nel merito la questione dell'indotto, ma in provincia di Avellino si dubita della possibilità di rientrare nei satelliti industriali di automotive e aerospazio. Centoletti: "Vorremmo candidare una proposta per non lavorare più conto terzi ma affrontare direttamente il mercato"

L'indotto Whirlpool marcia su Napoli

Indotto Whirlpool pronto alla riconversione in Irpinia. Ma si attende l’opportunità di discuterne. Il confronto di 48 ore fa fra i rappresentanti di Governo e Regione Campania si è concentrato esclusivamente sulla necessità di garantire una continuità produttiva degli stabilimenti di Via Argine, ma non è stata affrontata l’ipotesi di riconversione dell’indotto. Alla Scame Mediterranea di Sant’Angelo dei Lombardi sono 59 gli addetti in forza, 8 dei quali distaccati a Napoli per il progetto Genesis nella componentistica in plastica. Altri 60 sono alla Pasell, ripartiti tra Montoro e Forino (rispettivamente 15 e 45), mentre alla Cellublok di Montoro ce ne sono altri 35 (con attività dipendenti dalla Whirlpool nella misura del 60 e del 70 per cento, rispettivamente). Famiglie piuttosto che numeri, che stanno continuando a lavorare, seppure a scartamento ridotto, garantendo le commesse di Whirlpool Napoli. Ma a breve scadranno gli ammortizzatori sociali e negli stabilimenti irpini si respira aria di incertezza, ma anche una grande forza d’animo che spinge i dipendenti a fare quadrato intorno a chi dirige le aziende.

Gli interni dell’elicottero AW169 progettati da Adler per Agusta

“IN IRPINIA INDOTTO WHIRLPOOL PRONTO ALLA RICONVERSIONE, MA PER GIOCARE DA PROTAGONISTI”. L’ipotesi di riconvertire le aziende irpine sull’automotive e l’aerospazio non ha ancora coinvolto i dirigenti locali, restii a scommettere sulla volontà imprenditoriale dei gruppi menzionati da Invitalia, di assorbire macchinari e maestranze. L’Adler Group, la Htl fitting e un’altra azienda della componentistica sarebbero pronti a investire nello stabilimento storico di via Argine a Napoli, per riconvertirlo all’aerospazio e all’automotive. “Non è impossibile che anche l’indotto possa essere coinvolto ma credo che sia difficile: la nostra è un’azienda specializzata nello stampaggio di materie plastiche cablata sulle esigenze di Whirlpool, e sebbene le maestranze possano mostrare una certa flessibilità, resta il problema dei macchinari” ha spiegato Lello Centoletti direttore della Scame Mediterranea. Nonostante l’affinità produttiva con il Gruppo Adler però, il rappresentante dello stabilimento altirpino esclude l’ipotesi di una “collaborazione” in futuro. “Stiamo continuando a lavorare, anche se a scartamento ridotto in quanto i volumi sono stati sensibilmente ridotti. Quando la commessa finirà vedremo, intanto non ci arrendiamo”. continua.

La sede della Scame Mediterranea

L’ipotesi di candidare l’assorbimento della Scame Mediterranea al Gruppo industriale capitanato da Paolo Scudieri dovrebbe in realtà trovare sponda a livello istituzionale prima che imprenditoriale, alla luce dell’apertura del maxi cantiere per la realizzazione del Borgo 4.0 con Lioni comune Capofila e che dovrebbe coinvolgere l’intero comprensorio nella sperimentazione dell’auto senza pilota. La definizione della progettazione realizzata dalla rete di imprese con il supporto accademico e imprenditoriale, dovrebbe considerare il riammagliamento del territorio e abbracciare tutte le realtà presenti, prima di immaginarne delle nuove. Una politica peraltro che trova la sua piena convergenza in quel “nuovo umanesimo” che sta ispirando le strategie industriali dei grandi imprenditori, e che cita peraltro Paolo Scudieri. Intanto il tempo stringe e la Scame lavora anche ad un piano alternativo: “Stiamo immaginando una proposta da candidare alla proprietà per reinventarci e superare la crisi, lasciando inalterati i livelli occupazioni e per rilanciare sul mercato una idea forte che ci faccia riprendere la produzione. Non è detto che riusciremo ancora a lavorare conto terzi: al momento non vedo soluzioni e dovremmo provare a riconvertire per tentare l’autonomia. Ma anche questa strada non è facile” conclude.


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