«Umanizzare le carceri della Campania», D’Amelio: dossier post Covid

Il Garante Campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha presentato il rapporto sull'incidenza dell'epidemia sui penitenziari. La Presidente del Consiglio Regionale: «Ora più misure detentive alternative e progetti di socializzazione e rieducativi». L'annuncio: previsti interventi ad Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi

«Umanizzare le carceri della Campania» è il monito pronunciato dalla Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosetta D’Amelio, intervenuta alla presentazione della relazione annuale sulle attività svolte dal Garante dei detenuti. Il professor Samuele Ciambriello ha distribuito un rapporto dettagliato sulle attività, criticità e sui progetti realizzati negli istituti penitenziari della Campania durante l’emergenza sanitaria legata al virus Sars Cov-2 intitolato «Il carcere in Campania al tempo del Covid».

«Umanizzare le carceri della Campania», la Presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio: detenzioni alternative e investimenti

Per la Presidente D’Amelio, se «il Covid ha amplificato i problemi già esistenti nelle carceri» ora «bisogna avere il coraggio di sostenere misure detentive alternative per alleggerire la pressione del sovraffollamento, incrementare le figure sociali nelle carceri e attuare progetti di socializzazione, rieducativi e umanizzanti». Per questo, ha informato, «la Regione sta riprogrammando le risorse per interventi e progetti come, ad esempio, la realizzazione di un campetto di calcio all’interno del carcere di ad Ariano Irpino e la casetta dell’acqua a Sant’Angelo dei Lombardi».

Il Garante Campano dei detenuti, professor Samuele Ciambriello, accanto alla Presidente del Consiglio Regionale della Campania, Rosetta D’Amelio

LA RELAZIONE SULLA SITUAZIONE NELLE CARCERI DELLA CAMPANIA. La Presidente del Consiglio regionale ha commentato i contenuti della relazione presentata dal Garante. «La relazione presentata da Samuele Ciambriello è puntuale ed è il frutto di un lavoro tenace», realizzato attraverso «l’incontro e l’ascolto di migliaia di detenuti, la visita delle strutture». D’Amelio ha sottolineato anche i rischi a cui il professor Ciambruiello si è esposto. «È intervenuto in situazioni difficili, come nei giorni delle proteste scoppiate in molti istituti penitenziari italiani e anche in Campania durante la quarantena, diventando un saldo punto di riferimento per gli operatori e i detenuti».

«IL SOVRAFFOLLAMENTO E L’INADEGUATEZZA DEI PENITENZIARI PROBLEMI PRIORITARI: 29 SUICIDI DI DETENUTI IN ITALIA DALL’INIZIO DELL’ANNO». In questo quadro, è entrata nel merito, «purtroppo dobbiamo registrare che il sovraffollamento, le celle e le condizioni di detenzione violano ancora la Convenzione europea. Le nostre strutture detentive appaiono ancora inadeguate a una vita dignitosa». Ed ha focalizzato alcune cifre. «Basti ricordare che il 22% delle strutture non presenta docce in camera e il 37% degli istituti non prevede servizi igienici essenziali nella stanze». Con l’epidemia le cose sono peggiorate. «Il Covid poi ha amplificato i problemi. La spia di questo disagio è il dato preoccupante dei suicidi. Sono 29 i detenuti che su tutto il territorio nazionale si sono tolti la vita da inizio dell’anno, di cui 6 solo in Campania. E appena domenica scorso, nel carcere di Fuorni, c’è stata la settima vittima da inizio dell’anno».

Il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi

«MISURE DETENTIVE ALTERNATIVE SONO INEVITABILI». Per uscire dalla difficile situazione in cui il sistema carcerario campano e nazionale si trova, «occorre intervenire e invertire la rotta. Certo molte competenze in materia non sono della Regione. Ma bisogna avere il coraggio di sostenere misure detentive alternative al carcere per alleggerire la pressione del sovraffollamento, cosi come sancito dall’art. 27 della Costituzione», ha spiegato. «Occorre evitare che in questo periodo la solitudine e il vuoto dei trattamenti e dei percorsi progettuali uccidano più di una pandemia. Il congelamento delle attività di risocializzazione, di volontariato e di reinserimento, la diminuzione dei contatti con i propri affetti ha prodotto un evidente senso di abbandono e arrendevolezza». Per questo, «per quello che compete alle Regioni, puntiamo a incrementare le figure sociali nelle carceri e attuare progetti rieducativi e umanizzanti. Il campetto di calcio all’interno del carcere di ad Ariano Irpino e la casetta dell’acqua a Sant’Angelo dei Lombardi sono due esempi di come si possano concretamente migliorare le condizioni di vita dei detenuti».


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