‘Regioni unite dopo l’emergenza’, De Luca: nuova fase di solidarietà nazionale

Il Governatore della Campania: sia un’occasione per far crescere i valori di unità, di impegno totale per il rilancio dell’economia e del lavoro, per il sostegno a chi è stato duramente colpito dalla crisi in corso

Il Governatore della Campania accetta la scelta del Governo di riaprire alla mobilità in Italia dopo mesi di lockdown «al di là di talune riserve espresse» e saluta le Regioni unite dopo l’emergenza. «Si apre una nuova fase di solidarietà nazionale», afferma.

Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca

«Celebriamo oggi l’unità nazionale all’insegna delle parole importanti pronunciate dal presidente della Repubblica. Da domani, per decisione del Governo, parte la mobilità su tutto il territorio nazionale, al di là di talune riserve espresse. Cercheremo di adottare, con equilibrio e serenità, misure di prevenzione a tutela delle nostre comunità», scrive il Governatore della Campania Vincenzo De Luca, che però avverte: «Una volta presa la decisione, si va avanti». Per questo, «occorre fare in modo che questa nuova fase sia un’occasione per far crescere i valori di unità e solidarietà nazionale, di impegno totale per il rilancio dell’economia e del lavoro, per il sostegno a chi è stato duramente colpito dalla crisi in corso».

DE LUCA ACCOGLIE L’APPELLO DEL CAPO DELLO STATO. Nel suo discorso pronunciato nei Giardini del Quirinale, in occasione del concerto dedicato alla memoria delle vittime del coronavirus, il Presidente della Repubblica ha invitato il Paese nelle sue articolazioni e i cittadini alla coesione nell’affrontare la nuova fase, quella della convivenza con il coronavirus, affrontato con vigore in questi mesi, non senza un dolore che merita il massimo rispetto.

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante il “Concerto dedicato alle vittime del coronavirus”. Palazzo del Quirinale, 1 giugno 2020

IL MONITO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA PER LA COESIONE E LA SOLIDARIETÀ NAZIONALE. «Questo 2 giugno ci invita a riflettere tutti su cosa è, su cosa vuole essere la Repubblica oggi», ha spiegato. «Questo giorno interpella tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale – a partire da me naturalmente – circa il dovere di essere all’altezza di quel dolore, di quella speranza, di quel bisogno di fiducia. Non si tratta di immaginare di sospendere o annullare la normale dialettica politica. La democrazia vive e si alimenta di confronto fra posizioni diverse». Di fronte all’Unità nazionale non ci sono steccati possibili, ha spiegato. «C’è qualcosa che viene prima della politica e che segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo». Di qui il suo appello: «Mi permetto di invitare, ancora una volta, a trovare le tante ragioni di uno sforzo comune, che non attenua le differenze di posizione politica né la diversità dei ruoli istituzionali. Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale» perché «le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri». Mattarella ha concluso esortando la comunità nazionale ad uno sforzo di solidarietà: «Questo sentimento profondo, che avverto nei nostri concittadini, esige rispetto, serietà, rigore, senso della misura e attaccamento alle istituzioni. E lo richiede a tutti, tanto più a chi ha maggiori responsabilità. Non soltanto a livello politico».


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