Quaranta “Borghi in rete” con l’Aci in Irpinia: strategia turistica internazionale

INTERVISTA A GERARDO CAPOZZA SEGRETARIO GENERALE ACI- AUTOMOBILE CLUB D'ITALIA. Il consigliere per il Sud del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte annuncia un progetto per i Comuni al di sotto dei 5mila abitanti, finanziato dal Mibact e dal Ministero per le Infrastrutture

Gerardo Capozza fra il Ministro per il Sud Peppe Provenzano e il Premier Giuseppe Conte

Quaranta “Borghi in rete” con l’Aci per una strategia turistica internazionale. Quaranta amministrazioni comunali della provincia di Avellino aderiscono al progetto “Borghi in rete” d’intesa con l’Aci- Automobile Club d’Italia- ed Enit per l’attuazione di interventi di valorizzazione turistico- culturale. Segretario generale dell’Aci, il consigliere per il Sud del Presidente del Consiglio dei Ministri Gerardo Capozza, che oggi è fra gli artefici del percorso di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, naturale e umano dei Borghi d’Italia. La rete territoriale degli enti locali avrà infatti l’obiettivo di rispondere alla manifestazione d’interesse bandita dal Ministero per i beni Culturali “Migliorare l’accessibilità e l’attrattività di siti di interesse turistico di particolare pregio storico e culturale”. Ecco i quaranta “Borghi in rete” con l’Aci, i Comuni che hanno sottoscritto il protocollo sono: Bonito, Candida, Casalbore, Castel Baronia, Chiusano di S. Domenico, Frigento, Flumeri, Greci, Grottaminarda, Lacedonia, Lapio, Luogosano, Melito Irpino, Montaguto, Montecalvo Irpino, Montemarano, Monteverde, Parolise, Paternopoli, S.Andrea di Conza, S. Mango sul Calore, San Sossio Baronia, S. Angelo all’Esca, S. Angelo dei Lombardi, Savignano Irpino, Scampitella, Sturno, Taurasi, Torella dei Lombardi, Trevico, Vallata, Vallesaccarda, Villamaina, Villanova del Battista, Volturara Irpina, Castelvetere sul Calore, Gesualdo, Carife, S. Nicola B., Zungoli e della Comunità Montana Valle Ufita.

Gerardo Capozza cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Premier Giuseppe Conte

Dottor Capozza, l’Irpinia si prepara ad affrontare una nuova sfida sul palcoscenico nazionale per accedere riflettori sulle bellezze meno conosciute d’Italia. 

“Questo bando è rivolto alle amministrazioni locali e ai comuni fino a 5mila abitanti e per l’Irpinia si tratta di una occasione unica. Non si tratta di un finanziamento a pioggia ma l’opportunità di creare una rete per far uscire dall’anonimato i piccoli comuni attraverso un grande progetto o un percorso. Si parte dai borghi più belli d’Italia, per seguire la via del vino e dei castelli, e agganciare tutte le risorse culturali, storiche e naturalistiche. Finalmente i piccoli comuni hanno l’opportunità di uscire dal torpore che li contraddistingue e avere un colpo d’ala”.

Quindi si lavora ad una proposta complessiva.

“Bisogna dire che la proposta ha già la sua forza, ma non c’è mai stato un piano vero di comunicazione e valorizzazione. Oggi con questo percorso sarà possibile avere una vetrina nazionale e internazionale; basti pensare che il Ministro Franceschini pochi giorni fa ha lanciato i nuovi asset dello sviluppo turistico: valorizzazione dei piccoli borghi, piste ciclabili, ferrovie abbandonate e cultura. L’Irpinia deve farsi candidarsi e cogliere l’opportunità”.

Un partenariato più o meno simile di comuni aveva sottoscritto anche un altro protocollo d’intesa da candidare alla maxi progettazione della Snai, così come si potrebbero elencare altri esempi di partenariato che non hanno però prodotto risultati.

“Questo protocollo però prevede un accordo con Aci che è un ente pubblico non economico e oltre all’automotive e al turismo si occupa di valorizzazione ambientale. Il progetto andrà in porto e oltre al finanziamento per ogni singolo Comune, si dovrà redigere una proposta territoriale ampia, che la stessa Aci in accordo con Enit si impegnerà a valorizzare a livello internazionale”.

Quindi dovranno essere i Comuni a lavorare all’offerta turistica?

“I Comuni dovranno presentare dei pacchetti turistici, per promuovere e valorizzare una fetta di Italia sconosciuta ai più, ma che merita ampia visibilità. Sarà necessario recuperare in questa fase il patrimonio enogastronomico, e accendere i riflettori sull’enologia, che già da sola ha fatto grandi passi in avanti. Si lavorerà alla definizione di un brand che caratterizzi il territorio, tale da consentire agli sponsor privati di amplificare gli effetti. L’iniziativa dell’Aci prevede una ramificazione capillare in tutta Italia, con l’allestimento di una vetrina internazionale che vuole catturare l’attenzione sui turisti dalla Germania, Russia, America, Kuwait, Emirati Arabi. Noi dovremo offrire servizi all’altezza e formazione professionale adeguata, sia per gli operatori turistici che sull’accoglienza. Non sarà una occasione sporadica, ma vorremmo costruire una organizzazione stabile e duratura”.

Sarà dunque il bollino Aci a caratterizzare il marchio di qualità e di eccellenza e ad accreditare il territorio sulla piattaforma turistica internazionale.

“Per questo si dovranno raggiungere tutti gli standard previsti, di qualità dei prodotti, di efficacia ed efficienza del servizio. Anche l’agricoltura sarà inserita in questo progetto, con la costruzione di filiere a km zero. I turisti dovranno poter scegliere fra pacchetti da 3, 5 o 7 giorni, e strutture sovracomunali dovrebbero poter condensare tutta l’organizzazione, suggerire supporti e costruire al meglio l’offerta dal basso”.

La Provincia di Avellino sta lavorando al sistema turistico irpino. Lei pensa che potrebbe essere l’ente intermedio a dirigere l’organizzazione?

“Conosco poco il progetto di Biancardi ma credo che potrebbe essere un auspicio se si mettessero insieme le iniziative, anche se esperienze pregresse mi dicono che è difficile far convergere mentalità e approccio. E’ arrivato il momento di recuperare tutte quelle strutture riqualificate con fondi pubblici che restano chiuse e che ad oggi sono venute meno alla loro missione: nè occupazione giovanile, nè creazione di eventi e circuiti virtuosi. Iniziamo a lavorare sulla comunicazione e sulla promozione, che sono del tutto assenti. Lo stesso piano per il turismo presentato dall’allora presidente Alberta De Simone è stato accantonato non appena ha smesso i panni di presidente della Provincia”.

Anche l’Ept è stato svuotato di funzioni.

“L’Ente provinciale è ridotto a finanziare qualche sagra estiva, mentre noi dobbiamo puntare a costruire un sistema che porti reddito per tutto l’anno: il Laceno, l’altopiano di Verteglia, le oasi sono posti bellissimi ma non riescono a decollare. Le risorse finora sono state spese solo per sagre paesane, così come lo Sponz Fest finanziato in maniera importante dalla Regione, ha spalmato economie solo per il periodo relativo all’evento. Così anche il Grande Spettacolo dell’Acqua di Monteverde”.

Gli esperti del settore però, continuano a sostenere che l’Irpinia non ha la capacità ricettiva per un turismo vero e dei grandi numeri.

“I grandi tour operator infatti sono interessati soprattutto ai posti letto e alle strutture ricettive. Materdomini deve entrare nella rete e affiancare l’offerta alberghiera di Ariano Irpino. Le strutture di livello ci sono, ma serve una politica unitaria che coinvolga il privato e lo renda protagonista di una strategia complessiva”.


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