Nei borghi lo spazio per ricominciare a vivere con serenità dopo la tragedia della pandemia. L’architetto Gerardo Nappa, promotore culturale e già Presidente del Rotary Club Hirpinia Goleto, vede un ruolo importante per le Aree interne in questa fase difficile di ripartenza. Prefigura nuove rotte per un turismo che deve fare i conti con il distanziamento sociale. Nell’intervento che segue entra nel merito.


Dopo la pandemia nei borghi lo spazio per ricominciare a vivere

di Gerardo Nappa | architetto, promotore dell’Associazione culturale dedicata all’ex sindaco di Lioni Angelo Colantuono, già Presidente del Rotary Club Hirpinia Goleto

Gerardo Nappa

Nei borghi lo spazio per ricominciare a vivere. “Che il futuro sia nei borghi è essenziale nella logica di una rifunzionalizzazione degli spazi, di economie circolari che sappiano dare risposte alla crisi climatica e non soltanto alla crisi della pandemia che stiamo affrontando” scrive Gerardo Nappa, promotore dell’Associazione culturale dedicata all’ex sindaco di Lioni Angelo Colantuono. “Oggi abbiamo piccole e grandi sfide da vincere per sostenere la ripartenza dopo la pandemia. C’è bisogno di realizzare un ambizioso progetto in Irpinia che possa garantire lo sviluppo dei legami sociali e culturali con la nostra terra e che possa rilanciare l’economia dell’entroterra campano. Nei nostri piccoli borghi Irpini la qualità della vita è eccellente e in questo momento storico difficile in cui non c’è la possibilità di interagire e non vi sono spazi che consentono il distanziamento sociale, è necessario valorizzare il nostro territorio per dare la possibilità a tutti di vivere in una dimensione in cui ci si possa riappropriare del contatto con la natura. I nostri borghi rivivono se i giovani possono rimanere a viverci stabilmente perché possono lavorarci. Per questo motivo bisognerebbe concepire l’idea di uno sviluppo che possa valorizzare l’artigianato locale. Si potrebbero realizzare delle botteghe nei borghi; ritornare al passato riprendendo la cultura dell’artigianato, dei lavori fatti a mano, credo che possa essere una proposta valida in un momento in cui sembra sia tutto provvisorio. Non dobbiamo perdere la capacità di progettare, di metterci in gioco soprattutto per dare ai giovani la speranza di poter costruire il loro futuro acquisendo competenze. La crisi legata alla pandemia potrebbe essere superata se sviluppiamo la nostra creatività al meglio applicandola nel settore della moda, del design, dell’arte per farne qualcosa che ci caratterizzi e tutto questo sarà possibile solo vivendo a contatto con la natura e facendoci ispirare dalle bellezze che ci appartengono.

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Lo studio dei borghi della nostra bella e verde Irpinia ci potrebbe consentire di individuare le strategie, gli strumenti e le azioni da intraprendere per recuperare il valore storico, sociale, economico e culturale dei centri storici e questa mi sembra una opportunità di crescita per il nostro territorio che potrebbe rilanciare l’economia. Dobbiamo ragionare su un modello di sviluppo dell’Irpinia che, con prudenza e rigore, proponga soluzioni in linea con le misure da adottare per contrastare il contagio del coronavirus. Sicuramente con la Fase 2 ci saranno maggiori problemi nel regolare la convivenza fra gli ospiti pertanto saranno privilegiate le località con ampi spazi all’aria aperta. Il turismo di prossimità, insomma, è qualcosa che necessita di organizzazione. Piccoli paesi dell’entroterra che sembravano dimenticati riacquisterebbero  una nuova centralità in quanto luoghi ameni che consentirebbero di vivere la villeggiatura in tutta tranquillità.

Certo, ora con l’emergenza coronavirus i nostri borghi diventeranno più appetibili anche per il turismo, ma il nostro ruolo non è soltanto quello di offrire località di villeggiatura ma anche quello di offrire lavoro soprattutto ai giovani. La montagna, dove il distanziamento tra le persone è molto più semplice rispetto al mare dove è più facile il concentramento delle persone, può essere il luogo da privilegiare per i turisti ma il nostro territorio deve essere pronto a dare la possibilità di muoversi e di essere ospitato a chi vuole venire in villeggiatura. Per questo serviranno organizzazione e procedure soprattutto per la prossima estate, il progetto “Borghi d’Irpinia” dovrebbe occuparsi anche di programmare queste attività.

La Madonna Immacolata sulla salita del Laceno

La riscoperta di borghi semisconosciuti dell’Irpinia è il nostro obiettivo. Occorre privilegiare la possibilità di una modalità di vacanza più a contatto con la natura e da fruire seguendo i principi del turismo lento e responsabile, che privilegia l’esperienza con il territorio e le tradizioni locali e in questo senso l’Irpinia è la terra che meglio si presta per questi ambiziosi propositi. Solo da qualche anno i borghi italiani sono stati rivalutati, perlopiù come luoghi da visitare per le vacanze e in effetti in numerosissimi borghi non vi sono ancora le condizioni necessarie per decidere di trasferire la propria residenza o il lavoro, soprattutto quello smart.

La meravigliosa sky line naturale di Cairano, borgo arroccato nei pressi dell’estremo confine orientale dell’Irpinia, tra Calitri e la Basilicata

Questo è il vero punto. Se deve cambiare il modo di intendere la vacanza degli italiani, deve necessariamente cambiare anche l’offerta di percorsi di trekking e cammini, di attività di cicloturismo e percorsi con cavalli. Gli alberghi diffusi o le masserie, che rappresentano già oggi un modello innovativo di ospitalità, dovranno obbligatoriamente sottostare alle procedure e alle misure di sicurezza imposte dal coronavirus, e con esse i piccoli paesi o le località dove queste strutture sono ubicate. Fra il sogno di una stagione turistica all’insegna delle vacanze di prossimità e la possibilità di vederlo realizzare ci sono quindi di mezzo un’infinità di variabili, di natura economica sicuramente, ma anche di tipo culturale.

Lo smart working “Lavoro agile” è una innovazione prevista dall’ordinamento italiano

Oggi, lo smartworking ci consente di svolgere quasi tutti i lavori comodamente da casa e, in questa circostanza, il futuro dell’Italia, sono i borghi. C’è, infine, un aspetto “sociale” che non va certamente sottovalutato e che riguarda lo stato d’animo con il quale il turista accoglierà, da una parte, le restrizioni a cui andremo sicuramente incontro per le vacanze. Molto dipenderà dalla capacità dei paesi di garantire la sicurezza ai visitatori. Ci vorrà del tempo per recuperare dentro di noi il senso di piacere che troviamo nella vacanza, presupposto essenziale per assaporare la bellezza dei viaggi. Il progetto dovrà curare la ricezione dei piccoli borghi che offrono una dimensione più umana e che fanno vivere esperienze che portano i visitatori a sperimentare il senso del benessere.  I borghi sono luoghi in cui si vive meglio e a misura d’uomo; sono luoghi del pensiero e della lentezza, quella lentezza che rappresenta la caratteristica dell’Italia artigianale, dell’agricoltura di qualità, della tutela della biodiversità.


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